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I tassisti romani hanno fatto la pace con Uber: a Roma compariranno sull’app del colosso americano

Uber e i tassisti hanno fatto la pace. Succede a Roma, dove il colosso statunitense ha stretto un accordo con la cooperativa 3570. Ma qualcuno si sente "tradito".

I tassisti romani hanno fatto la pace con Uber: a Roma compariranno sull’app del colosso americano

Uber e i tassisti hanno fatto la pace. Succede a Roma, dove il colosso statunitense ha stretto un accordo con la cooperativa 3570, una delle radiotaxi della capitale, che già aveva e usava l’app proprietaria It.Taxi. I tassisti della cooperativa – ben 3.700 licenze su oltre 7mila a Roma – compariranno sull’app di Uber.

Morale, quando l’utente apre l’app dell’azienda americana, ora trova non soltanto le classiche berline nere NCC, ma anche i taxi tradizionali. L’accordo precede che Uber si prenda il 6% sul prezzo di ogni corsa, in compenso i tassisti ci guadagnano molta più visibilità e, dunque, molte più chiamate. Un matrimonio che ha tutte le carte in regola per funzionare e che potrebbe essere replicato anche in altre città d’Italia. Ma soprattutto, un’importante intesa che segna la parola fine su una guerra che andava avanti da ormai quasi un decennio. Nel frattempo – va detto – sono cambiate molte cose, a partire dalla guida della compagnia (non più il ‘corsaro’ Travis Kalanick) e dalle leggi vigenti in mezzo mondo.

O forse abbiamo parlato troppo presto. Lorenzo D’Albergo su La Repubblica scrive che non tutti i tassisti sono felici dell’intesa, alcuni si sentono traditi. Ma come, abbiamo scioperato per anni contro l’azienda americana e ora lavoriamo con loro?

«Mentre pensavamo di remare tutti dalla stessa parte, in gran segreto è stato trovato l’accordo con lo stesso soggetto fino all’altro giorno ritenuto colpevole di impoverire gli operatori del settore», ha raccontato, sotto anonimato, un sindacalista al giornalista di Repubblica.

Sta di fatto che i tassisti potranno scegliere liberamente se comparire sull’app di Uber o meno. Se lo fanno, guadagnano la possibilità di accedere a quell’enorme bacino di utenti abituato ad utilizzare Uber in tutto il mondo. Turisti stranieri che non hanno la minima voglia di scaricarsi le mille app utilizzate dai tassisti italiani, né tantomeno di tornare indietro di dieci anni e telefonare per prenotare una corsa.

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