Le istituzioni italiane sono di nuovo nel mirino degli hacker russi. Ancora il gruppo Killnet, che questa volta ha colpito, tra gli altri, i siti del Ministero degli Esteri e del Consiglio Superiore della Magistratura. È l’ennesimo attacco informatico ai danni dell’Italia.

Pochi giorni fa, il collettivo russo aveva dichiarato che le «esercitazioni sono finite» e che pertanto avevano dichiarato «guerra all’Italia». La colpa del nostro paese? Fare parte della Nato ed aver fornito sostegno militare all’Ucraina. Il gruppo Killnet fa parte del collettivo Legion, impegnato in questi giorni in una serie di campagne di cyberwarfare contro gli stati occidentali. Non solo l’Italia, dunque, ma anche Germania e Romania.

Di Killnet conosciamo da tempo alcune informazioni. Sappiamo, ad esempio, che i suoi capi sono molto giovani – poco più che ventenni – e inoltre sono noti alcuni indirizzi wallet per le criptovalute associati al collettivo. Una settimana fa il gruppo aveva attaccato il sito del Senato, poi era toccato al sito della Polizia di Stato — accusata di aver millantato di aver difeso l’Eurovision da un altro attacco informatico.

Dalle 7 di questa mattina risultano offline i siti dei ministeri degli Esteri, della Cultura, dell’Ambiente e dei Beni Culturali, oltre che il portale del Consiglio Superiore della Magistratura. Anche in questo caso si tratta di un attacco DDoS, a nulla sono serviti i tentativi delle unità anti-crimine informatico per mettere in sicurezza i portali delle istituzioni italiane. E il sospetto è che sia soltanto l’inizio.

Ieri Killnet aveva fatto circolare una lista con gli obiettivi della nuova operazione, tra cui figuravano per la prima volta anche diverse aziende e organizzazioni private, inclusi molti quotidiani, tra cui Ansa, Il Sole 24 Ore, La Repubblica e il Corriere. Nel frattempo la lista è stata ridimensionata e i media italiani, per ora, sono stati graziati.