Quando a inizio film appare il titolo di Top Gun: Maverick, in sala dal 25 maggio, il pubblico non può fare a meno di applaudire. Così, sulla fiducia. Pochi titoli possono vantare un affetto del genere da parte del grande pubblico: la storia di Pete “Maverick” Mitchell è sicuramente una di questi. A 36 anni dall’originale diretto da Tony Scott, film di propaganda dell’era reaganiana (dopo la sua uscita l’aeronautica americana registrò il 500% in più di iscrizioni) diventato immediatamente un cult, Tom Cruise è tornato a indossare l’iconico giubbotto. Gli occhiali da sole sono gli stessi, così come il sorriso.
La fusione perfetta tra personaggio e attore è uno di quei misteri di cui soltanto il grande schermo conosce il segreto: e proprio grazie a Top Gun, che lo fece diventare una star a livello mondiale, Tom Cruise ha cominciato l’ascesa verso l’olimpo di Hollywood. Non si tratta soltanto di fama: Tom Cruise è il grande cinema americano. Lo ha fatto, lo ha studiato, cerca di proteggerlo in tutti i modi. La sua battaglia per la salvezza del grande schermo in questi anni di pandemia è stata costante: nell’estate 2020 si è fatto fotografare al cinema a una proiezione di Tenet di Christopher Nolan, per spingere tutti a tornare in sala.
Proprio per questo ha preservato Top Gun: Maverick: finito di girare nel 2019, il film diretto da Joseph Kosinski sarebbe dovuto uscire nel 2020, poi è accaduto l’impensabile. Cruise e gli Studios non hanno ceduto alle sirene dello streaming, aspettando il momento propizio per portare il film nel suo ambiente naturale: la sala. È per questo che ha scelto di promuovere Top Gun andando in una delle vetrine cinematografiche più importanti al mondo: il Festival di Cannes. Presentato fuori concorso, Top Gun: Maverick ha portato Hollywood in Europa. Con tanto di frecce tricolori a rendere ancora più epico l’evento. Non solo: il divo si è concesso per un’ora, con una masterclass che è stata una lunga, costante, appassionata dichiarazione d’amore per ciò che ama e a cui ha dedicato la sua vita: il cinema.
Tom Cruise e l’amore per il cinema
Quello per il cinema è un amore nato molto presto, quando era un bambino:
Ho sempre amato il cinema, fin da bambino: lavoravo per contribuire alle spese di famiglia, ma tutto quello che riuscivo a risparmiare lo spendevo per andare al cinema.
Quando ho cominciato a lavorare come attore ho cercato di imparare tutto quello che potevo: ho studiato fotografia, fatto attenzione a come funziona un set.
Amo le storie e il cinema: amo come persone di altre culture reagiscono ai vari generi. Mi chiedo sempre: in altri paesi rideranno per le stesse battute? Mi interrogo costantemente su come il cinema possa creare un linguaggio.
Tom Cruise: streaming e sala, due mondi diversi
Top Gun: Maverick è stato tenuto nel congelatore per due anni e mezzo: come si può immaginare, Tom Cruise non ha mai pensato di cedere allo streaming:
Capisco e conosco questo business: so che si possono fare moltissimi tipi di film e che ci sono tantissimi modi di vederli.
Io faccio film per il grande schermo. Faccio film per il grande schermo pensati non per fermarsi agli incassi del primo weekend, ma che durino sulla lunga distanza. Ogni tipo di schermo ha il suo modo di raccontare una storia. E il cinema è il mio grande amore.
Seguo tutto: i trailer, passo tanto tempo con le agenzie, gli Studios. Voglio comprendere il loro lavoro per capire come aiutarli a farlo ancora meglio. Voglio imparare tutto quello che posso.
Tom Cruise e il lavoro di squadra
Tra i tanti aspetti che Tom Cruise ama del proprio mestiere c’è sicuramente il gioco di squadra:
Ogni minuto di un film è importantissimo. Sul set bisogna creare un ambiente ottimale, in modo da poter servire al meglio la storia.
Lavoro ai film per anni: a Jerry Maguire abbiamo lavorato per quattro anni e mentre lo giravamo stavamo ancora capendo cos’era. Non prendo mai le cose per scontate.
Tutti abbiamo dei sogni: questo è il mio. Sul set di Taps – Squilli di rivolta ero insieme a George C. Scott e ho pensato: “Se potrò fare questo per tutta la mia vita non lo considererò mai scontato, farò sempre del mio meglio”.
I miei film sono un lavoro di squadra: è la cosa che mi piace di più. Un insieme di persone che lavora al meglio per raccontare una storia. Ho lavorato con registri straordinari, ma anche la crew è fondamentale: i direttori della fotografia, i produttori. Voglio sempre capire perché si usa un tipo di lenti invece che un altro, come persone diverse reagiscono allo stesso film.
Tom Cruise e gli stunt
Probabilmente nessuno, in tutta la storia del cinema, si è speso così tanto fisicamente come Tom Cruise. L’attore è famoso per fare da solo i suoi stunt: non vuole controfigure nemmeno nelle scene più pericolose. Ormai è celeberrimo il suo aver camminato in piedi su un aereo in movimento. O il riuscire a trattenere il fiato sott’acqua per minuti e minuti. Per Cruise fare le proprie scene d’azione è fondamentale e si stupisce quando gli chiedono perché voglia farlo:
Ogni attore ha una fisicità e una presenza fisica, a prescindere che si muova o no sul set. Fred Astaire e Gene Kelly ci hanno insegnato che si può raccontare una storia muovendosi o stando immobili. Dipende dal film. Io ricordo ogni scena: che lenti sono state usate, i movimenti. Sono fatto così. La preparazione è tutto: ma quando sono sul set voglio che gli spettatori non la vedano. Quando sei lì, dopo tutto quello studio, devi creare qualcosa di vivo e pulsante.
Nessuno però ha mai chiesto a Gene Kelly: perché balli? Perché fai tu i tuoi numeri? Faccio i miei stunt perché è ciò che amo, come mi esprimo. Ho provato a spingere il limite sempre più in là: per rendere i miei film più divertenti, più emozionanti. Non solo per le scene d’azione: per Risky Business ho preso lezioni di canto e danza. Sono convinto di riuscire a creare un’esperienza unica per il pubblico.
Il mio amore per l’adrenalina viene da lontano: a quattro anni e mezzo giocavo con una bambola che aveva un paracadute. L’ho guardata e ho detto: voglio farlo anche io! Ho preso un lenzuolo e ho fatto il mio paracadute: mi sono buttato dal tetto. In quel momento ho capito che non avrebbe funzionato. Ho sbattuto fortissimo, per fortuna il terreno era bagnato. Ho pensato subito: mia madre mi ucciderà! E poi: voglio fare questo. Sul set di un film capisco sempre come fare una cosa, acquisisco nuove abilità. Sul set di Giorni di tuono ho capito come guidare auto da corsa. Ogni nuova cosa che imparo penso sempre: mi servirà in un film un giorno.
Tom Cruise e il set cinematografico come scuola
Tom Cruise lo ha detto più volte durante la masterclass al Festival di Cannes 2022: per lui il set cinematografico è stato la sua scuola di cinema. Grazie alla sua curiosità ha imparato i trucchi del mestiere:
Quando ero bambino vedere i film mi ha dato un senso di avventura: mi ha dato la curiosità di conoscere altre persone, altre culture.
Penso che una delle cose più importanti, quando lavori con gli attori, sia provare sempre a fare una cosa e fallire invece che non farla. Come è sempre meglio fare una domanda che non farla: anche se pensi che potresti sembrare stupido o arrogante. È una delle regole dei miei set: tutti possono chiedere quello che vogliono. Ho scoperto che gli arroganti spesso sono quelli che non sanno molto.
Ho dedicato la mia vita a questo: perché mi sento privilegiato a poter fare quello che faccio. Quando mi hanno chiesto dei sequel spesso ho detto di no, perché non ero pronto come artista: dovevo crescere, capire meglio come funziona il cinema. I sequel funzionano se sanno dialogare con il pubblico. Non voglio deludere le persone: voglio essere degno. Ci vuole tempo. Tengo moltissimo a fare al meglio il mio lavoro. La mia scuola di cinema sono stati i set cinematografici: ho potuto passarci il tempo fin da giovanissimo e ho capito che la qualità migliore che avevo è la mia curiosità per questa arte. La mia fortuna è stata incontrare moltissimi artisti che sono stati molto generosi con me: mi hanno aiutato a capire come funziona il cinema.
Tom Cruise e l’importanza della promozione
Notoriamente Tom Cruise è uno degli attori che più si spende per promuovere i suoi film. Fa foto con tutti i fan, firma centinaia di autografi. Per la star è un momento fondamentale, per tutta l’industria:
Negli anni ’80 ho cominciato a promuovere i miei film in casa, all’estero, ovunque: non per fare pubblicità a me stesso, ma per capire cosa piace alla gente. Anche questo mi serve per capire come fare meglio il mio lavoro.
Ho studiato quanti cinema c’erano nel mondo: e non ce n’erano poi così tanti. A un certo punto ho detto: non faccio promozione dei miei film se prima non apriamo più sale. Se ne apriamo di più a Taiwan allora vengo a fare il red carpet lì. È fondamentale.
Top Gun: Maverick esce in sala il 25 maggio.