Le autorità di Hong Kong starebbero valutando di vietare l’accesso a Telegram, nel tentativo di contrastare il fenomeno del doxing ai danni dei funzionari e politici considerati vicini alla Cina da parte degli attivisti a favore della democrazia.
Il divieto contro Telegram, scrive IBT, avvicinerebbe ulteriormente Hong Kong all’ordinamento illiberale e autoritario della Cina in materia di web e accesso ai social network. Telegram continua ad essere fondamentale per la coordinazione dei movimenti a favore della democrazia e contrari alle misure sempre più repressive introdotte dalle autorità in seguito all’approvazione della “legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong” del 2020.
Nelle chat e nei canali utilizzati dagli attivisti di Hong Kong spesso vengono diffuse informazioni personali dei funzionari del governo considerati vicini alla Cina. La pratica di diffondere informazioni private, come numeri di telefono, email e indirizzi di casa, è nota con il nome di doxing.
Nel tentativo di uccidere l’attivismo pro-democrazia, il garante per la privacy di Hong Kong sta valutando di vietare completamente l’accesso all’app di Telegram.
«Telegram supporta la libertà di parola», ha dichiarato un portavoce della piattaforma, «tuttavia, i contenuti pubblicati con lo scopo di rivelare informazioni personali senza il consenso degli interessati sono proibiti e vengono rimossi sistematicamente».