Apple perde il N.1 della divisione machine learning. Ian Goodfellow ha annunciando le sue dimissioni, citando come ragione le politiche dell’azienda contro lo smart working. Niente telelavoro garantito a tutti i dipendenti, il colosso di Cupertino vuole che i dipendenti tornino in ufficio. E tanto è bastato per far scappare uno dei pezzi da 90 della compagnia.
Ian Goodfellow viene descritto da Tech Radar come un noto e stimato ingegnere informatico, soprattutto per i suoi lavori sugli artificial neural network e il deep learning. Laureato a Stanford, ha un passato come ricercatore di Google Brain e, tra le altre cose, è anche stato co-autore o autore di diversi testi accademici utilizzati come materiale didattico nelle università.
Nell’ultimo anno Goodfellow aveva animosamente contestato la decisione di Apple di rendere nuovamente il lavoro in presenza obbligatorio. Apple oggi impone ai dipendenti di lavorare in ufficio minimo due volte a settimana, che saliranno a tre a partire dal 23 maggio. Molti dipendenti chiedono la possibilità di lavorare esclusivamente da casa.
Un collettivo di lavoratori dell’azienda chiamato Apple Together da mesi chiede ai dirigenti di offrire maggiore flessibilità. “Il vostro programma per il lavoro ibrido non offre flessibilità ai lavoratori ed è dettato esclusivamente dalla paura”, si legge in una lettera del collettivo. “Paura del futuro del lavoro, paura dell’autonomia dei lavoratori, paura di perdere il vostro controllo su di loro”.