Elon Musk ha dichiarato di essersi assicurato i fondi necessari per garantire la sua offerta di acquisizione di Twitter. 46,5 miliardi di dollari, in parte sotto forma di prestito dal Morgan Stanley Senior Funding (25.5 miliardi) e in parte presi dalle sua finanze personali (i restanti 21 miliardi).

I dettagli del piano – e dei fondi a sua copertura – sono stati depositati presso la SEC, l’authority che vigila sulla borsa statunitense.

Elon Musk controlla già il 9% delle quote di Twitter ed è il secondo maggiore azionista della società. Dal documento presentato alla SEC si evince che il CdA di Twitter non avrebbe ancora fornito una risposta formale alla proposta d’acquisto. «Elon Musk è pronto ad iniziare le trattative immediatamente», si legge.

Un portavoce di Twitter ha confermato la ricezione della proposta, aggiungendo che il CdA della società la esaminerà con estrema attenzione. «Abbiamo ricevuto una proposta aggiornata e non vincolante da Elon Musk, include informazioni aggiuntive rispetto alla proposta originale, oltre che informazioni sui possibili finanziamenti a sua copertura», ha spiegato. «Il CdA intende condurre un’esame attento, esaustivo e deliberato per determinare le azioni da intraprendere, nel miglior interesse della società e degli azionisti di Twitter».

Nonostante Elon Musk abbia dichiarato di essersi assicurato i fondi per chiudere l’operazione, esistono comunque degli importanti dubbi sulla sua fattibilità. The Verge, riprendendo un’analisi del NY Times, ad esempio spiega che Elon Musk non può utilizzare il grosso delle sue azioni Tesla come collaterale per eventuali prestiti, ma solo una piccola parte.

A ciò va aggiunta quella che ormai sembra un’evidente ostilità del CdA di Twitter rispetto all’ipotesi di un’acquisizione da parte di Elon Musk. La settimana scorsa il CdA ha approvato la cosiddetta ‘poison pill‘, un piano che consentirebbe ad alcuni soci di acquistare ulteriori azioni ad un prezzo stracciato, in modo da aumentare l’attuale numero di azioni in circolazione della compagnia e fondamentalmente bloccare ogni tentativo di acquisizione ostile — o anche semplicemente impedire a Musk di controllare più del 15% delle quote di Twitter — perché a quel punto l’operazione diventerebbe troppo onerosa.