Netflix perde iscritti e Elon Musk fa quello che gli riesce meglio: sfotte. Il CEO di Tesla e SpaceX ha attribuito il recente crollo dell’azienda in borsa alla sua politica ‘woke’. Cioè al politicamente corretto e alle tematiche progressiste che caratterizzano molte delle ultime produzione di Netflix.

Nella giornata di ieri Netflix ha comunicato i risultati finanziari del primo trimestre del 2021. Trai peggiori di sempre: per la prima volta in oltre dieci anni, Netflix ha perso 200mila iscritti, rivelando di aspettarsi un calo di altri 2 milioni di abbonati nel corso dei prossimi mesi. Le azioni dell’azienda sono crollate rapidamente del 25%, per poi sprofondare ulteriormente a quota -35%.

Per far fronte all’emorragia di utenti, Netflix sta valutando alcune opzioni drastiche, tra cui l’introduzione di un nuovo abbonamento economico supportato dalle interruzioni pubblicitarie e una stretta alla condivisione delle password.

«Il virus mentale woke (del politicamente corretto ndr) sta rendendo Netflix inguardabile», ha commentato Musk in risposta ad un post pubblicato dalla pagina di Slashdot, noto news aggregator dedicato al mondo dell’innovazione e dell’informazione tech.

«Il virus del woke è la peggiore minaccia contro la nostra civiltà», ha risposto un utente, ottenendo l’approvazione di Elon Musk.

Ormai è evidente, Elon Musk ha deciso di dichiarare guerra ad alcuni dei pilastri della sinistra progressista moderna. Anche il suo tentativo fallito di hostile takeover di Twitter è ascrivibile all’interno di questo discorso, considerato che Musk si era dato l’obiettivo di cambiare radicalmente il social network ponendo l’accento sulla libertà di parola, che paradossalmente – ma nemmeno troppo – oggi è un tema caro della destra statunitense – diventato particolarmente attuale dopo la sospensione permanente dell’account di Donald Trump.