Il Consiglio europeo ha dato la sua approvazione finale: il regime di roaming a tariffa nazionale verrà prorogato fino al 2032. Gli utenti potranno continuare ad effettuare chiamate, inviare messaggi di testo e navigare sul web mentre viaggiano in altri paesi dell’UE senza costi aggiuntivi.
Di fatto, l’UE ha approvato altri 10 anni di roaming gratuito per tutti i residenti nell’Unione Europea.
Le politiche di roaming zero sono entrate in vigore a giugno del 2017, con la scadenza originale che era stata fissata per giugno del 2022. Prima del 2017 viaggiare all’estero comportava costi spesso proibitivi per gli utenti di telefonia mobile: era necessario pagare un (carissimo) extra su tutti i servizi, dalle chiamate alla navigazione su internet. Ogni operatore decideva arbitrariamente i costi di roaming e gli addebiti potevano raggiungere diverse decine di euro per pochi GB di traffico dati. Insomma, una follia che fortunatamente fa parte del passato.
Ora è ufficiale: le condizioni vantaggiose garantite dalle istituzioni europee sono state prorogate per almeno altri dieci anni. Gli utenti potranno continuare a viaggiare per tutto il territorio dell’UE pagando sempre quanto previsto dall’offerta sottoscritta nel loro paese di residenza, senza fastidiosi sovraprezzi. Roaming zero, appunto.
La questione delle tariffe all’ingrosso
L’operazione di rinnovo non è stata semplice, il nodo della matassa più complicato da districare riguardava le cosiddette tariffe all’ingrosso — ossia le tariffe che gli operatori si applicano vicendevolmente per far sì che i loro utenti possano chiamare e navigare sul web utilizzando le infrastrutture e i servizi di altri operatori.
In altre parole: se avete Tim e viaggiate in Austria, il vostro operatore dovrà pagare un’azienda locale per consentirvi di continuare a chiamare, mandare messaggi e navigare sul web. Una volta questa spesa veniva addebitata al cliente, con un extra estremamente oneroso.
Il legislatore non può toccare le tariffe all’ingrosso a cuor sereno perché il rischio è che si creino dei grossi squilibri. Pensate agli operatori attivi nei paesi a forte vocazione turistica, che possono facilmente recuperare quanto speso per i loro clienti in viaggio all’estero. Ad esempio, le operazioni di roaming portano un saldo tendenzialmente positivo agli operatori di Italia e Francia, mentre i paesi meno gettonati dal turismo di massa, come quelli scandinavi, tendenzialmente hanno un saldo negativo.
Gli operatori virtuali, non avendo infrastrutture fisiche di loro proprietà, meritano un capitolo a parte. In altre parole: ogni volta che il legislatore europeo deve intervenire per garantire il roaming zero, deve anche necessariamente mettere mano ai massimali delle tariffe all’ingrosso, con l’arduo compito di mettere d’accordo tutti i player dell’industria.
I nuovi massimali delle tariffe all’ingrosso:
- fino al 30 giugno 2022: 2,50 euro
- dal 1° luglio 2022: 2 euro
- dal 1° gennaio 2023: 1,80 euro
- dal 1° gennaio 2024: 1,55 euro
- dal 1° gennaio 2025: 1,30 euro
- dal 1° gennaio 2026: 1,10 euro
- dal 1° gennaio 2027: 1 euro
A tal proposito, la Commissione ha promesso che continuerà a monitorare l’evoluzione della situazione, eventualmente presentando nuove proposte legislative per regolamentare i massimali delle tariffe all’ingrosso e altri aspetti del mercato del roaming.