Project Kuiper, Amazon ha programmato 83 lanci per la sua costellazione di satelliti

Amazon spinge l’acceleratore su Project Kuiper, iniziativa per la creazione di una costellazione di satelliti. Il colosso fondato da Jeff Bezos vuole fornire un servizio di internet satellitare ad alte prestazioni, in competizione con Starlink.

L’azienda ha annunciato di aver programmato ben 83 lanci, grazie ad una collaborazione con Arianespace, Blue Origin e United Launch Alliance — che useranno i loro razzi per portare i satelliti nell’orbita bassa della Terra.

L’obiettivo iniziale prevede il lancio di 3.236 satelliti in un periodo di tre anni, in modo da creare una costellazione in grado di fornire un servizio di internet satellitare ad alta velocità in tutto il mondo. «Assicurarci partner diversi per potenziare la nostra capacità di lancio è sempre stato un obiettivo fondamentale della nostra strategia», ha spiegato Rajeev Badyal, VP of technology della divisione Project Kuiper di Amazon.

Un anno fa Amazon aveva già acquistato nove veicoli di lancio Atlas 5 dall’United Launch Alliance. L’Atlas V è un veicolo di lancio progettato dalla Lockheed Martin e ora costruito in esclusiva dalla ULA; il razzo non è riutilizzabile e prevede due stadi, quando è completo misura 58,3 metri. Amazon prevede di spendere un minimo di 10 miliardi di dollari per il suo progetto Kuiper.

L’incognita delle tempistiche

Per i lanci, Amazon utilizzerà i razzi Vulcan Centaur, Ariane 6 e New Glenn — rispettivamente di ULA, Ariane Space e Blue Origin. Nessuno dei tre veicoli di lancio ha mai completato una missione, anche per questo motivo potrebbero dover passare ancora diversi mesi prima di vedere il primo lancio dei satelliti di Amazon.

Amazon ha annunciato che 38 degli 81 lanci avverranno utilizzando il razzo Vulcan Centaur. Altri 18 useranno il razzo Ariane 6 e partiranno dalla base europea situata nella Guyana francese. Infine, 12 lanci avverranno utilizzando il New Glenn della Blue Origin, azienda sempre di proprietà di Jeff Bezos.

Amazon non ha annunciato le date dei lanci, né ha svelato quanti satelliti verranno mandati in orbita durante ciascuna missione.

Sappiamo che sia il Vulcan che l’Ariane 6 verranno inaugurati entro la fine del 2022, mentre non c’è ancora una data per il debutto del New Glenn.

Project Kuiper vs Starlink  e i rischi dell’invasione dei satelliti

Oggi SpaceX, con il suo servizio Starlink, può contare su un vantaggio almeno all’apparenza insormontabile. L’azienda di Elon Musk ha già mandato in orbita 2.335 satelliti e può contare su oltre 100.000 abbonati in tutto il mondo — ma c’è già una lunga lista d’attesa con molti altri potenziali clienti.

L’obiettivo finale di SpaceX prevede l’installazione di 42.000 satelliti, un numero che preoccupa moltissimo le agenzie spaziali e molti studiosi. Il timore è che saturando l’orbita bassa nella migliore delle ipotesi diventerà estremamente complicato osservare le stelle e nella peggiore assisteremo nel corso degli anni ad un vertiginoso aumento degli incidenti nello Spazio. Lo sanno bene gli astronauti della Stazione spaziale internazionale, che recentemente hanno dovuto avviare una manovra d’emergenza per evitare una collisione con un vecchio satellite ‘pensionato’ nel 2007.

«Le nuove costellazioni hanno già iniziato ad interferire con gli strumenti di osservazione astronomica (inclusi quelli per la radioastronomia)», si legge in un comunicato della Royal Astronomical Society. «I satelliti sono progettati per coprire l’intero globo, quindi a differenza di ciò che avviene con l’inquinamento luminoso o le interferenze radio da fonti terrestri, è impossibile sfuggire al loro impatto semplicemente spostando gli strumenti di osservazione in aree remote»

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