Truth, il social network di Donald Trump, non sta andando granché bene – per usare un eufemismo. Doveva essere un’alternativa di destra a Twitter, offrendo ‘finalmente’ uno spazio scevro di censura e cancel culture. Doveva essere anche e soprattutto un nuovo palco virtuale per l’ex presidente degli USA, bannato a vita da pressoché ogni social network mainstream.
Per il momento non è riuscito a fare nessuna delle due cose e, nonostante un iniziale interesse molto forte, Truth sta rapidamente cadendo nell’oblio.
Truth non è ancora operativo, anche gli utenti più fedeli stanno perdendo la pazienza
Il problema più grande? Truth tecnicamente non è ancora operativo. Solamente una manciata di utenti – per lo più piccoli influencer di destra – ha già potuto accedere al social network, tutti gli altri interessati ad iscriversi sono stati rimbalzati e messi in una lunga lista d’attesa che sta procedendo molto lentamente.
Secondo un report di Reuters, la lista d’attesa conterebbe già oltre un milione di utenti. E nel frattempo l’azienda sta perdendo pezzi: Josh Adams, l’ex CTO di Truth, si è recentemente licenziato e anche Billy Boozer si è dimesso dal ruolo di capo dello sviluppo.
Truth ha fatto il suo debutto sull’App Store di Apple lo scorso 20 febbraio. Al momento del lancio l’app aveva scalato la classifica dei download della sezione social media, raggiungendo il primo posto. Il D1 è stato accompagnato da diversi glith, risultati in un blackout durato 13 ore.
Secondo The Verge, un mese e passa dopo il lancio l’app non ha fatto grossi passi in avanti. Gli utenti non possono ancora accedere al social network e lo stesso Donald Trump non ha postato pressoché nessun contenuto — perché ben consapevole del fallimento dell’iniziativa. Che senso ha postare se tanto non ci sono utenti in ascolto?
Truth è passato rapidamente da macinare 170.000 download al giorno a generarne appena 8.000.
Nel frattempo Truth Social è scivolato alla 28esima posizione delle app social più popolari dell’App Store. Secondo una stima di Apptopia, Truth è passato rapidamente da macinare 170.000 download al giorno a generarne appena 8.000.
Devin Nunes, dirigente del Trump Media and Technology Group, aveva spiegato che il social network non sarebbe diventato pienamente operativo prima della fine di marzo. Siamo ad aprile inoltrato e ancora non è cambiato nulla.
The Donald è furioso: “che c***o sta succedendo?!”
Il più furioso di tutti è Donald Trump, che si aspettava tutto fuorché un fiasco del genere. Diversi collaboratori – rivela un report dello scorso marzo del Daily Beast – lo avrebbero sentito in più occasioni imprecare al telefono contro i dirigenti della sua azienda. «Voglio sapere che c***o sta succedendo con l’app».
Sempre secondo il Daily Beast, Trump sarebbe ossessionato dalla pubblicità negativa riservata dalla stampa al suo social network. L’ex presidente è consapevole che il lancio dell’app è andato estremamente male e anche per questo ha scelto di non postare alcun contenuto prima che i problemi vengano risolti.
«Voglio sapere perché non lo sta usando nessuno e perché non sta dominando sulle app concorrenti». Il rischio è che le attività della TMTG vengano completamente arrestate nell’arco di poco tempo e che Trump decida di querelare i dirigenti dell’azienda per la goffaggine con cui è stato gestito il lancio dell’app.