Jonathan Hickman e Mike Huddleston hanno condensato con Decorum una storia profondamente complessa in una ventina di capitoli a fumetti, per un racconto che inizia nel mezzo di un conflitto che vuole arrivare ad un epilogo, ma che spinge il lettore a porsi tante domande, con delle risposte non semplici da trovare. Potremmo dire che questa storia a fumetti mette a confronto i lettori con un qualcosa di trascendentale, religioso, ed in effetti Hickman vuole raccontare personaggi e situazioni di questa portata. Tutto ciò ritornerà e verrà meglio approfondito qui di seguito nella recensione di Decorum vol.2.
Una storia che arriva dritta “all’uovo” della situazione
Saldapress ha un filo diretto con Image Comics, e, chiaramente, non poteva non cogliere l’occasione di lanciare anche la nuova opera di Hickman per il nostro Paese. Decorum è una storia che spinge al massimo la capacità dell’autore americano di proporre un tipo di narrazione complessa e stratificata, ideando mondi e situazioni che uniscono l’umano con il trascendentale (e la saga degli X-Men realizzata dall’autore ne è una prova). In Decorum vol.2 possiamo notare un’evoluzione rispetto a ciò che viene raccontato nel primo volume: la lotta per il potere diventa ancora più feroce e concreta, e la chiesa della Singolarità combatte contro la Sorellanza dell’Uomo per andare alla ricerca dell’Uovo da cui dovrebbe uscire fuori il nuovo Messia. Quale dei due gruppi arriverà per primo? E quali saranno le conseguenze? Un soggetto del genere potrebbe essere declinato in diversi modi. C’è chi si affiderebbe ad un senso di spiritualità e trascendenza pura (magari per un qualcosa di simile a Dune), e c’è chi come Hickman cerca la strada più difficile, muovendosi tra situazioni da crime story ed altre da sci-fi mentale alla Solaris.
E per tutto questo bisogna dire che un autore con Jonathan Hickman si può solo amare o odiare.
Hickman, infatti, tende non solo a proporre trame e situazioni complesse, ma riempie i suoi fumetti di non detti, di vuoti da tappare attraverso anche un certo studio delle sue opere. Perciò il fumettista americano è un tipo di autore capace di mettersi in prima persona in una situazione polarizzante: o si è dentro i suoi mondi al cento per cento, altrimenti meglio starsene fuori. Ed in questo secondo e ultimo volume di Decorum l’asticella della complessità fantascientifica viene alzata (con l’elemento dell’uovo da cui si schiuderà il prossimo Messia che svetta sopra ogni cosa), ma, allo stesso tempo l’autore spinge molto anche sugli elementi da crime story, con il personaggio di Neha che diventa fondamentale. Sarà la giovane ad avere il compito di trovare l’uovo attorno al quale si concentrerà la lotta di potere. E Hickman ne approfitta per creare dei dialoghi molto concreti, quasi Tarantiniani, in un contesto in cui a farla da padrone c’è una fantascienza quasi eterea, a volte intangibile. Un contrasto che viaggia sul filo del rasoio, e che comunque Hickman riesce a far funzionare, nonostante tutto.
Jonathan Hickman ed i suoi mondi cerebrali e poco emotivi
L’elemento dell’uovo dal quale si schiuderà il prossimo messia è un qualcosa di davvero intrigante, e che avrebbe meritato una storia un po’ più quadrata e concentrata, per offrire una trama capace di trasmettere più emotività, momenti topici e sorprendenti, un climax narrativo capace di stupire e catturare. Ma Jonathan Hickman è un autore che vuole la mente del lettore piuttosto che il cuore, ed in questo c’è da chiamare in causa il pubblico degli appassionati, chiedendo loro di fare una scelta: siete disposti a entrare all’interno di una storia cerebrale e complessa, seppur affascinante, o vorreste un qualcosa in grado di stimolare vere emozioni? Decorum è un fumetto che pone di fronte a questo tipo di scelta. Di certo c’è da dire che si tratta di un fumetto che non può lasciare indifferenti.
Chiaramente non si possono trascurare i disegni di Mike Huddleston, un artista che sotto questo punto di vista non poteva non calzare meglio ad un autore complesso come Jonathan Hickman. Il viaggio di Huddleston tra vari stili, che vanno dal realistico, al cartoonesco, alla pop-art, passando per l’espressionismo, prosegue e s’infittisce in Decorum 2, anche se rispetto al precedente volume cerca di far prevalere maggiorente uno stile che fa incontrare il realistico con il cartoonesco. A rendere più efficace il tutto ci sono colori che rendono ancora più psichedelica e trascendente la narrazione della storia, per una conclusione che cerca di spingersi oltre, anche nella brutalità degli eventi e delle azioni, senza però creare un coinvolgimento emotivo totale (la narrazione di Hickman continua a saltare tra vari momenti e scenari, non creando mai un’attrazione totalizzante).
In conclusione di questa recensione di Decorum vol.2 possiamo definire questo fumetto una proposta per chi è alla ricerca di una storia non solo da leggere e gustare nei suoi disegni, ma per certi versi anche da studiare ed approfondire, da riempire con l’immaginazione nei suoi vuoti di narrazione, e che, per chi l’apprezzerà, continuerà a viaggiare nella mente degli appassionati.
Decorum vol.2 è in uscita per Saldapress il 31 marzo.
Il secondo volume di Decorum porta su un livello più concreto la complessità della storia, con la lotta tra la Chiesa della singolarità e la Sorellanza dell'Uomo per contendersi l'uovo da cui uscirà fuori il prossimo messia. Una storia tutta cerebrale da un autore complesso come Jonathan Hickman.
- Gli elementi da fantascienza trascendentale sono più che intriganti.
- I disegni di Mike Huddleston alzano il livello dell'intero volume.
- Una storia totalmente cerebrale, che non vuole sollecitare l'emotività del lettore, un elemento sotto molti punti di vista un po' penalizzante per la narrazione.