Elon Musk nuovamente nella bufera. Questa volta per un tweet giudicato di pessimo gusto: un meme che comparava il premier del Canada, Justin Trudeau, ad Adolf Hitler. Troppo perfino per gli standard a cui ci ha già abituato il CEO di Tesla. E ora più di qualcuno chiede la sua testa.

Il contesto è quello delle accese proteste che hanno tenuto in ostaggio il Canada in questi giorni, con intere città e strade bloccate dai camionisti contrari alle restrizioni contro il Covid-19. Il movimento ha messo sotto scacco il Governo, provocando una reazione dura che non ha precedenti nella storia recente. Non in una democrazia liberale, quantomeno. Con una legge speciale il Governo – l’organo esecutivo, non giudiziario – si è arrogato il diritto di congelare i conti correnti di ogni aderente o simpatizzante del movimento di protesta. E questo – scrive la BBC – senza passare per l’autorizzazione di un giudice. La discrezionalità è data alle stesse banche.

Una scelta controversa, che ha accentuato il clima bellicoso dei No Green Pass canadesi, sollevando pure più di qualche perplessità (per usare un eufemismo) tra costituzionalisti e associazioni per i diritti civili.

Elon Musk, che evidentemente si schiera con il Freedom Convoy (come vengono chiamati i manifestanti) e contro la reazione straordinariamente repressiva di Trudeau, ha scelto di dire la sua e l’ha fatta nel modo peggiore possibile. Con una reductio ad hitlerum. E peraltro – seppur sarcasticamente – lasciando intendere che nel paragone tra Tudeau e Hitler dovrebbe essere quest’ultimo a rimanere offeso.

Dopo circa 12 ore Elon Musk ha rimosso il tweet. Ma proprio i paragoni incongrui con il nazismo e l’olocausto erano già costati carissimo a più di qualche altra personalità pubblica. Il licenziamento di Gina Carano, star di The Mandalorian, dipese proprio da un tweet altrettanto insensibile. Anche per Musk, questa volta potrebbero non bastare delle semplici scuse.