Gli Anelli del Potere: il Trailer spiegato dagli esperti

Nella notte del 13 febbraio, durante il consueto Super Bowl, il popolo amante di Tolkien e del fantasy torna a respirare la Terra di Mezzo attraverso un minuto di Trailer molto succulento. Come sempre troverete l’analisi frame per frame di cosa c’è all’interno di questo primo teaser.

Sono tornato

Così disse Samvise Gangee al rientro nella Contea dopo aver accompagnato Frodo ai Porti Grigi. E così ci ritroviamo a commentare il primo teaser trailer della serie “Gli Anelli del Potere” di Amazon Prime Video. La sensazione di essere tornati in una terra a noi molto familiare è proprio palese, ottima la scelta degli scenografi e showrunners nel continuare un’epopea che tanto ha appassionato il mondo intero. Puoi aver letto Tolkien o no, ma alcuni paesaggi, alcune armature o movimenti di camera sembrano usciti dalla stessa mano (almeno in questo teaser trailer). In questo approfondimento continueremo il viaggio intrapreso con l’uscita dei Character Poster e poi con le foto di scena e come sempre analizzeremo frame per frame il teaser uscito nella notte del Super Bowl. Stiamo parlando di alcune speculazioni ovviamente, tramite i dettagli risaleremo agli scritti di Tolkien per darvi una nostra analisi dopodichè a fine articolo troverete due commenti di due esperti tolkieniani: un commento positivo ed uno negativo su ciò che è stato visto.

Una nave lascia il porto prima di dirci addio con Frodo, Bilbo, Gandalf, Elrond e Galadriel che salivano su una barca. Così finiva Il Ritorno del Re. Il trailer de “Gli Anelli del Potere” inizia con una nave che entra in un porto per darci il benvenuto.

Chiaramente stiamo parlando di millenni precedenti, ma la sensazione di essere su un luogo amico è chiara. Il porto, di una magnificenza totale, è quello di Numenor, la grande isola che si trova nel mare di Belegaer, posta a metà strada fra la Terra di Mezzo e Valinor, che venne creata dai Valar per ricompensare gli Uomini che combatterono contro Morgoth nella Guerra d’Ira, i quali da allora in avanti vennero chiamati Numenoreani e vennero benedetti dai Valar (le divinità della Terra di Mezzo) con grandi doni come immensa saggezza e una vita circa 3-4 volte più lunga di quella dei normali esseri umani. Il porto in questione potrebbe essere quello di Andunie nella parte ovest dell’isola oppure quello di Romenna nella parte est. Il riferimento visivo alla montagna è molto accurato in quanto alle spalle di questi due porti si erge al centro dell’isola il monte Meneltarma, quindi ottimo rimando.

Si nota subito la statua molto simile allo stile degli Argonats di cui potremmo azzardarci a dire che è la rappresentazione di Elros, il re che fondò l’isola stessa di Numenor. I dettagli sono molto particolari, come il faro che ricorda le colonne egizie a forma di fiori di loto e un’architettura molto regale ed elegante (proprio come Tolkien la descriveva sui suoi scritti). Un altro dettaglio che spicca è il simbolo del sole nell’arco d’ingresso. Il sole potrebbe essere un simbolo che omaggia i popoli del sole come i Numenoriani, oppure un rimando all’araldica di Earendil (papà di Elrond) e forse avrebbe anche più senso in quanto lo stesso Earendil era detto il Beato, il Lucente o il Marinaio e l’etimologia del suo nome è “amante del mare“.

Le immagini che scorrono dopo il porto di Numenor ci conducono ad un’altra scena molto vicina alle atmosfere e scenografie di Peter Jackson. Troviamo un paesaggio molto familiare dove camminano due personaggi che dovrebbero essere dei cacciatori nomadi con alle spalle un paio di corna d’alce (o di qualche altra creatura che non conosciamo). Il frame successivo ci porta forse al grande stravolgimento della serie, giustificato forse dal fatto che gli hobbit sono i protagonisti indiscussi dei film precedenti e probabilmente una Terra di Mezzo senza la storia dei più piccoli e semplici eroi dell’epopea Tolkieniana non ci poteva stare (almeno secondo gli showrunners di Amazon). Ci troviamo di fronte ad una bambina o donna hobbit, meno curata dei mezzuomini della Contea, identificata come Proto-Hobbit con le famose tre ghiande (già viste in uno dei poster) sulla testa. L’abbigliamento più primordiale, e meno rurale ci confermano la realtà più ancestrale di questo hobbit.

Dopo la presentazione dei proto-hobbit ecco la vera protagonista di questo trailer (e sicuramente tra i personaggi principali della Serie Tv). L’arrivo di Galadriel interpretata da Morfydd Clark è spettacolare, un primissimo piano su una sua evoluzione ai piedi di una montagna ghiacciata. Si nota il pugnale/daga con i due alberi di Valinor nell’elsa con il quale si aggrappa per non cadere dal dirupo. Questa scena potrebbe essere un momento dell’attraversamento del Ghiaccio Stridente da parte dei Noldor, descritto nel Slilmarillion, o il tentativo di sfuggire al cataclisma che colpisce la Terra di Mezzo dopo la caduta di Morgoth. Resta il fatto che dona una gran potenza evocativa. Le due stelle nell’armatura di Galadriel potrebbero essere quelle della casata di Finarfin un Principe della razza degli Elfi appartenente alla stirpe dei Noldor, che diventerà anche Re Supremo a Valinor degli stessi Noldor. La stessa Galadriel la vediamo dopo in una zattera (ma qui non abbiamo nessun elemento per fare ipotesi di trama) e a cavallo alla testa di un esercito mentre attraversa delle pianure.

La scena dopo ci mostra il tanto discusso (senza motivo sinceramente) Elfo Silvano Arondir interpretato dall’attore portoricano Ismael Cruz- Cordova. Prima di analizzare la scena ci tengo a sottolineare la mia più totale estraneità alle puerili digressioni su questo argomento. Il purismo solitamente è l’anticamera di qualcos’altro e considerando che anche Tolkien non ha mai detto che non ci fossero elfi di altre carnagioni, e visto che parliamo di “razze fantasy” (e non reali), non trovo proprio il motivo di demonizzare questo aspetto. Tutta l’opera di Tolkien ha come cardine l’abbattimento di un regime del terrore, un impero del male che è evidentemente il corrispettivo del nazismo, tra l’altro lo stesso Tolkien combatté la Grande Guerra, quindi accanirsi sui pigmenti di un giovane elfo lo trovo veramente poco costruttivo ai fini della serie.

Tornando al trailer la scena è veramente bella, un bosco al buio fa da sfondo al dinamismo dello stesso elfo nel riprendere la freccia e rilanciarla immediatamente. In una scena successiva invece ritroviamo di nuovo Arondir incatenato mentre si scaglia contro un qualcosa o un qualcuno. Questa seconda scena sembra inserita in una location orchesca e potremmo ipotizzare che attraverso il suo personaggio venga mostrata la sofferta storia dei Nandor, gli Elfi che non partirono mai per Valinor e che dovettero cercare di sfuggire ai servi di Morgoth. Quelli che non ci riuscirono (i testi di questo racconto si trovano nella History of Middle Earth) vennero tramutati in Orchi e il nostro Elfo Silavano potrebbe essere uno di quelli che riusciranno ad evitare questo destino terribile.

La caduta di una meteora nella scena successiva ci fa presagire all’arrivo di un grande personaggio venuto dal cielo. Negli scritti di Tolkien una sola meteora scese nelle Terra di Mezzo e dalla roccia della stessa venne forgiata la spada spezzata di Turin Turambar (ma parliamo di troppi millenni precedenti). Gli showrunners della serie probabilmente hanno preso come espediente la meteora per far giungere nella Terra di Mezzo, in aiuto, uno dei cinque istari, probabilmente uno dei due stregoni blu: Alatar o Pallando che arrivarono millenni prima di Radagast il Bruno, Gandalf il grigio e Saruman Il Bianco. Nella scena inerente la meteora c’è un uomo nudo, con barba e capelli lunghi che fuoriesce da un vortice di fuoco e che tende la mano ad un piccolo personaggio.

Probabilmente gli hobbit accoglieranno e faranno da guida a questo viandante, come si vede nell’ultima scena che mostra la mano dello stregone, con l’immancabile tunica grezza, e una piccola mano hobbit che si stringono l’un l’altra. Tra le linee narrative forse è la più rischiosa, ma senza dubbio affascinante perché da modo agli sceneggiatori di provare ad ipotizzare una storia di origine degli hobbit che si intreccia addirittura con l’arrivo di uno dei grandi istari.

Il personaggio che viene dopo il frame della meteora mi ha spiazzato in quanto inizialmente pensavo fosse l’Elfo forgiatore degli Anelli Celebrimbor e invece è stato confermato come personaggio l’elfo Gil-Galad, re degli Elfi Noldor del Lindon nella Seconda Era, interpretato da Benjamin WalkerLo vediamo osservare un qualcosa nel cielo con occhi misteriosi e quasi impauriti e poi lo troviamo anche in un’altra scena a consiglio con altri Elfi nelle dorate e affascinanti foreste del Lindon, una delle location principali che ricorda molto le atmosfere delle trilogie jacksoniane. In questa scena potrebbe esserci sia un rito, che il matrimonio di Galadriel in quanto vediamo diversi elfi inginocchiati di fronte a Gil-Galad.

L’assonanza con la colorimetria e le atmosfere di Lothlorien e dei reami boscosi creati da Peter Jackson è totale in questi piccoli frame. Considerando che Gil-galad è uno degli Elfi più amati dai lettori di Tolkien, ci aspettiamo di vedere approfondita la sua pesante consapevolezza di essere “l’ultimo Re elfico” che combattè la guerra dell’Ultima Alleanza insieme ad Elfi e Uomini.

La scena dopo Gil-Galad ci mostra un misterioso personaggio vestito con un’armatura molto simile a quella di Galadriel, quindi presumiamo che sia un elfo, con un copricapo tipico dei popoli dell’est che si vogliono riparare dalle temperature calde o fredde. Subito dopo vediamo lo stesso elfo (altro parallelismo con Il Ritorno del Re e il combattimento Frodo contro Shelob) in fuga mentre con una torcia cerca di divincolarsi da una nuova creatura che è probabilmente un Troll dei Ghiacci. Presumiamo che questo personaggio sia collegato alla missione di Galadriel nelle montagne ghiacciate.

I frame successivi sono veramente veloci e di poche frazioni di secondo, ma ci indicano un Elrond che si trova probabilmente nel regno nanico di Khazad-dûm con un, forse, messaggio all’interno di un involucro (o un martello nanico magari). Bellissimo il suo sguardo, molto interessante ed enigmatico e l’armatura con delle ali nelle spalle che potrebbero essere o decorative, oppure dedicate a Tuor (il nonno di Elrond) che appunto significa Cigno.

All’interno di Khazad-dûm ci viene mostrato Durin IV, che poi diventerà anche il capo della stessa Khazad-dûm, con nessun dettaglio in più rispetto alle immagini di scena, se non un focus sui suoi occhi lucidi che faranno presagire probabilmente ad una notizia non positiva considerando anche l’animo pacifico dello stesso Durin IV.

Per chiudere questa sequenza di frame la principessa dei nani Disa (anche qui si sono presi un altro bel rischio) che si trova in una posa tipica da preghiera o ringraziamento forse a qualche Valar. Ritroviamo gli stessi monili e bracciali del poster e le mani sporche d’oro quindi probabilmente si tratta di un rito magari riferito alla ricerca del Mithril. Perché diciamo Mithtril? Perché ritroviamo una scena molto simile a quella di Gimli con l’anello al Consiglio di Elrond, ma con un nano che distrugge una roccia violentemente magari rivelando al suo interno proprio il prezioso Mithril.

L’ultima scena meravigliosa e di grandissimo impatto ci ricorda in tutto e per tutto la notte buia della battaglia del Fosso di Helm. In questa inquadratura Amazon Prime ci mostra uno scontro tra Elfi ed Orchi (fatti non in digitale, ma come Jackson amava fare) in un evidente flashback temporale: l’elfo al centro è quasi sicuramente Finrod Felagund interpretato dall’attore Will Fletcher. Non riusciamo a decodificare la battaglia anche se ci azzardiamo a ipotizzare o quella delle Innumerevoli Lacrime, alla quale però Finrod non partecipò, perché  già ucciso nelle segrete di Sauron oppure potrebbe essere la battaglia della Dagor Bragollach, la Battaglia della Fiamma Improvvisa, durante la quale egli venne attaccato e circondato, assieme a pochi uomini, proprio dagli Orchi. In quella circostanza furono Barahir, Beren e i loro uomini a salvarlo, e Finrod, per quello, donò a Barahir quell’anello che sarebbe poi giunto fino ad Aragorn. Meravigliose le armature ormai consolidate come immaginario elfico e questi orchi sempre straordinari nei loro trucchi cinematografici.

Il viaggio anche oggi è terminato

In ultimo posso semplicemente dire che è stato bellissimo tornare in queste atmosfere e nonostante le varie licenze poetiche che abbiamo forse scovato, non mi sento assolutamente di demonizzare questa serie (tranne forse gli hobbit, ma sono curioso a questo punto come verranno raccontati) in attesa dell’arrivo di trailer più corposi. Di seguito ho voluto inserire due dichiarazioni di due esperti tolkieniani che ne parleranno sia a favore che contro.

Pro

L’attesa è finita. Abbiamo finalmente dato di nuovo uno sguardo alla Terra di Mezzo. Un minuto appena, certo, ma già molto eloquente riguardo a quello che vedremo (se sarà all’altezza solo il tempo ce lo dirà).

Di primo impatto, appena hanno iniziato a scorrere i fotogrammi, accompagnati da una musica che alternava toni magniloquenti a delicati, ho avuto una sensazione ben precisa: quella di poter sentire, mentre la giovane proto-Hobbit Nori Brandyfoot parlava, “annusare e palpare”, direbbe Barbalbero, la vita della Terra di Mezzo, come se ti trovassi catapultato lì, in quella Seconda Era rigogliosa e popolata, così diversa dalla Terza, nella quale ogni regno e terra fa storia a sé.

Una delle grandi sfide, per gli sceneggiatori di Amazon, era proprio quella di riuscire a ricreare la vita della Terra di Mezzo, come siamo abituati ad “esigere” dopo i film di Jackson: ebbene, la strada sembra quella giusta. Ma non c’è stato solo questo, nel teaser: abbiamo potuto vedere anche coloro che animeranno la serie, i grandi eroi e i “piccoli” che si aggirano nel mondo. Li abbiamo visti nei luoghi dove vivono, che sia il mare in tempesta, i ghiacci del Forochel sui quali si arrampica una Galadriel più combattiva che mai, la dorata foresta nella quale vive l’ultimo Re degli Elfi, la potente e paradisiaca- ma fino a quando?- Isola di Nùmenor, le buie ed esotiche foreste dell’Harad nelle quali vive l’Elfo Nandor Arondir, e infine la gloriosa Khazad-Dum, la futura Moria. E poi, quel misterioso personaggio avvolto dalle fiamme che solo una bruna mano da proto-Hobbit sembra cercare di salvare.

Quest’ultimo è uno dei misteri della serie, che porterà ad una ridda di speculazioni e domande, ma per adesso credo che sia sufficiente conservare nella nostra mente queste immagini e goderci il momento, il tempo per giudicare arriverà.

Siamo tornati nella Terra di Mezzo, e per ora è già bello così.

Pierluigi Cuccitto
Socio Associazione Italiana Studi Tolkieniani

Contro

La serie Amazon riscuoterà un enorme successo, ma la guarderò come ho guardato “Lo Hobbit” di P. Jackson, ovvero consapevole di essere di fronte a un bel prodotto fantasy vagamente ispirato al Silmarillion.

Come socio fondatore dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, che produce studi che vengono tradotti all’estero per la loro rilevanza, deduco che questa serie sarà per noi una benedizione e una maledizione: aumenteranno in maniera esponenziale le persone che leggeranno i libri ma aumenteranno anche quelli che confonderanno Jackson e Amazon con Tolkien, generando un fandom saccente e superficiale che si sfogherà nei social, rendendo il nostro lavoro di divulgazione sempre più faticoso.

Sono arrabbiato perché Amazon monetizza e forse banalizza le diversità di genere e facendo la morale ai fans tolkieniani? Sinceramente sono più arrabbiato perché sfrutta e sottopaga i suoi dipendenti, inquina e evade miliardi di tasse. Tolkien si rivolterà nella tomba? Non credo, perché la sua famiglia ha approvato l’impianto narrativo delle prime 50 ore di questa serie tv; e loro sono gli unici che possono parlare in nome del professore.

Poi, da artista, non posso dimenticare quello che ha scritto Tolkien nella lettera n. 131: “Alcuni dei racconti più vasti li avrei raccontati interamente, e ne avrei lasciati altri solo abbozzati e sistemati nello schema d’insieme. I cicli sarebbero stati legati in un grande insieme, e tuttavia sarebbe rimasto lo spazio per altre menti e altre mani che inserissero pittura e musica e dramma”. Tolkien parla di “racconti lasciati solo abbozzati e spazi da riempire da altre menti”, quindi credo, che gli showrunner di Amazon si inseriranno proprio in quegli spazi narrativi che Tolkien NON ha descritto: come sono nati gli hobbit? Chi erano gli stregoni blu? Etc etc.

Credo, senza paura di essere smentito, che Tolkien intendesse proprio questo, quindi non mi scandalizzerò.

Tolkien è nei libri, il resto sono “altre menti altre mani”.

Ivan Cavini
Illustratore tolkieniano e Coordinatore del Centro studi tolkieniani “La Tana del Drago”

 

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