A pochi giorni dall’uscita del primo trailer inaspettatamente ecco giungere, dalle pagine di Vanity Fair e degli account ufficiali della serie Tv di Amazon Prime, le prime immagini inedite di scena. Tra piacevoli conferme e situazioni forse troppo “politically correct” ecco la nostra consueta analisi.
A quanto sempre Amazon Prime dopo un periodo di totale assenza durato più di cinque mesi ogni giorno sta bombardando il web con nuove informazioni riguardanti la serie tv “Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere”. Il Magazine Vanity Fair ha potuto vedere in anteprima i primi tre episodi, quindi si sono già gustati più di 2 ore di pellicola dichiarando
un sontuoso e avvincente mix di intrighi di palazzo, magia, guerra e mitologia e ci sono abbastanza misteri per alimentare un migliaio podcast. Alcuni personaggi saranno familiari e saranno l’attrazione iniziale mentre gli spettatori vedono svolgersi il loro destino
E qui iniziano a tremare i tolkieniani di ferro in quanto è palese che ci siano degli sconvolgimenti a livello di inserimento di personaggi, ma prima di demonizzare il prodotto aspettiamo del tempo. La cosa più importante non sarà la totale fedeltà alle pagine, ma la fedeltà all’idea e al progetto insieme alla coerenza di racconto (incrociamo le dita…non vorremmo altre Tauriel o un eccessivo Politically Correct che già intravediamo). La storia si destreggerà tra ventitrè protagonisti, appunto quelli dei poster probabilmente, e filoni narrativi multipli, dalle profondità delle miniere di Nani delle Montagne Nebbiose alla politica del regno elfico di Lindon e alla potente isola umana di Númenor.
Tutto questo si concentrerà, alla fine, attorno all’evento che dà il nome alla trilogia: la forgiatura degli Anelli.
Tra sorprese e conferme, c’è tantissima carne al fuoco, ma cerchiamo come sempre di analizzare le immagini arrivate tra noi. Come sempre ricordiamo la preziosa collaborazione dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, con i quali c’è un dialogo diretto per quanto riguarda le informazioni da donarvi.
La storia della giovane Galadriel
Tra le certezze che avevamo ipotizzato tra i poster era una giovane Galadriel, più amazzone e combattiva di quella di Cate Blanchett nella trilogia di Peter Jackson. Ed è così. Vediamo per la prima volta nel suo splendore e armatura la Galadriel interpretata da Morfydd Clark, più giovane di migliaia di anni, arrabbiata e sfacciata quanto intelligente, forse anche certa che il male sia più vicina di quanto ci si renda conto. L’armatura è quella già vista nei poster, con il classico corpetto di metallo a forma di clessidra; una lunga treccia bionda fanno da capolino ai magici capelli d’oro di cui Gimli si innamorerà a Lothlorien. Nell’episodio due (dalle informazioni giunte dal magazine) i suoi avvertimenti la portano alla deriva, letteralmente e metaforicamente, fino a quando non lotta per la sopravvivenza su una zattera nei mari tempestosi del Belegaer (il Sundering Sea, il mare tra Númenor e la costa occidentale della Terra di Mezzo) insieme a un naufrago mortale di nome Halbrand (Charlie Vickers), che è un nuovo personaggio introdotto nella serie.
In questo episodio a quanto sembra Galadriel combatterà per il futuro e il suo compagno di sventura Halbrand sta scappando dal passato. I loro destini intrecciati sono solo due delle storie intrecciate per una serie tv che, se funziona, potrebbe diventare un fenomeno globale. Qual è il rischio di intrecciare storie d’amore o storie di razze che si avvicinano senza un contenuto di fondo? Sconvolgere non le pagine di Tolkien, ma l’essenza della sua storia…piccolo ammonimento, ma speriamo in bene.
Anche gli Hobbit avevano degli antenati (almeno sulla serie Tv)
Dopo la presenza di Galadriel, che ci ha fatto stappare bottiglie di vino quello buono, è purtroppo arrivata la prima doccia fredda per i tolkieniani.
In questa serie saranno presente gli Hobbit.
Probabilmente troppo forte il richiamo di personaggi così importanti per l’immaginario cinematografico, i veri eroi de Il Signore degli Anelli, ma che purtroppo diventano rilevanti solo migliaia di anni dopo le vicissitudini di altre razze. Qui iniziamo a scivolare male ahime!
Una delle cose molto specifiche che dicono i testi è che gli Hobbit non hanno mai fatto nulla di storico o degno di nota prima della Terza Era – dice uno dei due showrunner, Patrick McKay – Ma davvero, nella Terra di Mezzo non ci sono Hobbit o qualcosa di simile a loro?
Ed ecco che PUFF nascono così gli antenati Hobbit, gli halfling di questa era sono chiamati Pelòpedi (harfoots). Ovviamente non vivono ancora nella Contea nota a tutti, ma sono abbastanza vicini agli hobbit che conosce il grande pubblico. McKay e Payne hanno costruito una società pastorale che prospera sulla segretezza e sullo sfuggire alla vista in modo che possano interpretare una sorta di storia a margine delle missioni più grandi, ma sconosciuta ai tutti. Quindi (sempre dalle informazioni prese dal Magazine) ci saranno due Pelòpedi curiosi e più scaltri, interpretati da Megan Richards e Markella Kavenagh, incontreranno un misterioso uomo sperduto la cui origine promette di essere uno degli enigmi più inquietanti della serie tv.
Per tornare alle immagini (vedi sopra) avevamo ipotizzato un re dei nani per uno dei primi poster mostrati e un re dei nani è stato confermato anche se si tratta della Quarta Generazione dei Durin. Durin IV fu un nano della stirpe dei Lungobarbi appartenente alla Casa di Durin che visse a cavallo tra la Seconda e la Terza Era. Non si sa molto del suo regno, ma è probabile che sia da identificarsi in lui il Re di Khazad-dûm che durante la Guerra dell’Ultima Alleanza marciò al fianco di Elendil e Gil-Galad contro le armate di Sauron.
Una principessa dei Nani (ahia) e una nuova storia d’amore tra un elfo e una donna
Qui iniziamo con una serie di considerazioni che rischieranno di sembrare forse indelicate, ma ribadisco che le storie prese dalla History of Middle Earth e Il Silmarillion, per queste serie Tv, sono tutte scritte con un intento ben preciso da Tolkien e proprio intaccare questo intento, solo per accontentare le nuove frontiere del Politically Correct non lo trovo rispettoso. Parliamo di razze è vero, ma siamo su un ambito “fantasy” e non su un ambito reale, quindi giustificare o inserire forzatamente un personaggio per esempio di colore là dove non c’è bisogno lo trovo un po’ fuori luogo (e lo sarà fuori luogo anche per i non fan del libro perché si percepisce questa forzatura).
Comunque tornando a questo terzo blocco di immagini sappiamo che sarà sviluppata una trama originale incentrata su un elfo silvano di nome Arondir, interpretato da Ismael Cruz Córdova, che sarà la prima persona di colore a interpretare un elfo sullo schermo in un progetto di Tolkien. Nell’immagine rilasciata a Vanity Fair notiamo un grande albero all’interno di un borgo diroccato, il costume di Arondir molto vicino a quello dei Silvani classici come Legolas: la città in questione è Tirharad (città inventata). Questo elfo è coinvolto in una relazione proibita con Bronwyn, un guaritore di villaggio umano, interpretata da Nazanin Boniadi. Altre conferme sono Sophia Nomvete che rappresenterà una principessa nana di nome Disa (altro personaggio inventato), diventando la prima donna a raffigurare una “nana” della saga cinematografica tolkieniana.
Ci è sembrato naturale che un adattamento del lavoro di Tolkien dovesse riflettere l’aspetto reale del mondo – afferma Lindsey Weber, produttrice esecutiva della serie – Tolkien è per tutti. Le sue storie parlano delle sue razze immaginarie che fanno del loro meglio quando lasciano l’isolamento delle proprie culture e si uniscono tra loro, superando i pregiudizi.
Tornando alla trama “più classica” eravamo in attesa della conferma, ma effettivamente le previsioni che avevamo ipotizzato con uno dei poster sono diventate reali: ci sarà una parte di serie dedica alla vita del fabbro elfico Celebrimbor (Charles Edwards), troppo importante da trascurare considerando che la sua abilità con i metalli e la conoscenza della magia porterà alla forgiatura degli Anelli. Inoltre parallelamente saranno raccontate le vicissitudini di un giovane e astuto architetto e politico degli Elfi di nome Elrond (Robert Aramayo) che salirà alla ribalta nella capitale del Lindon. Un’altra trama seguirà invece quella di un marinaio di nome Isildur (Maxim Baldry) molti anni prima che diventi un guerriero e tagli l’Unico Anello dalla mano di Sauron, per poi cadere lui stesso vittima dei suoi poteri.
Ecco proprio Sauron, l’Oscuro Signore per eccellenza, sarà un fattore importante per tutta la Seconda Era, culminando nella sua resurrezione come tiranno. Probabilmente all’inizio della serie, ci saranno solo dei brevi accenni del pericolo in arrivo. Alcuni li vedono chiaramente; altri non ne sono sicuri. Giocare su questo male che sta arrivando sotto traccia potrebbe essere la scelta vincente di raccontare uno dei più grandi villain della Terra di Mezzo (incrociamo per l’ennesima volta le dita).
In questa immagine, quasi un dipinto se vogliamo si notano le vesti regali dei due elfi, il velluto di alto rango, il colore verde (che insieme all’oro e argento) probabilmente indicheranno le vesti degli elfi. L’incontro tra Elrond e Galadriel è nel Lindon, che si tratta di una delle terre degli Elfi. Dopo la fine della Prima Era, prima della fondazione di Gran Burrone, il regno elfico del Lindon fu il più importante regno degli Eldar insieme a Eregion e Lórien. La luce calda riprendono le atmosfere già viste a Gran Burrone nella trilogia di Peter Jackson.
Migliaia di anni in un unico momento
Nei romanzi di Tolkien, soprattutto se prendiamo in considerazione la History of Middle Earth (epopea di dodici volumi) le cose di cui sopra abbiamo appena accennato si svolgono nel corso di migliaia di anni, ma Payne e McKay hanno compresso gli eventi in un unico momento, una storia lineare unica.
È la loro più grande deviazione dal testo e sanno che è un grande cambiamento.
Era inevitabile fare dei tagli, il progetto sin da subito è sembrato proibitivo, ma con le giuste accortezze si può comunque raccontare una grandissima storia tenendo ben salde le redine dell’equilibrio consapevoli che lo scivolone è sempre dietro l’angolo con una mole di informazioni e storie di questo tipo.
Ne abbiamo parlato con la Tolkien Estate – ha detto Payne – Se fossimo stati fedeli esattamente alla lettera dei testi, avremmo raccontato una storia in cui i personaggi umani muoiono ogni stagione perché si salta ogni volta di duecento anni, e quindi prima della quarta stagione non si potrebbero incontrare i personaggi canonici più grandi e importanti. Potrebbero esserci degli appassionati lettori che vogliono che facciamo un documentario sulla Terra di Mezzo, ma noi andremo a raccontare una storia che unisce tutti questi eventi
Gli showrunner hanno chiaramente un grande rispetto per Tolkien, ma secondo loro non si può fare un adattamento di cinquanta ore senza prendersi dei rischi creativi. E qui siamo tutti d’accordo, trasposizione fedele non è mai una cosa fatta bene, anche lo stesso Jackson si prese molte libertà mantenendo comunque il focus originale senza tradirlo. Ora la questione è tutta nell’intrecciare con equilibrio una delle più grandi epopee mai scritte fin ora, per coloro che hanno amato Il Signore degli Anelli definendolo il fantasy per eccellenza, probabilmente si tratta solo di un granello di sabbia in confronto alle storie scritte precedentemente ne Il Silmarillion.
Il viaggio continua…ci vediamo nella notte del 13 febbraio per il trailer
- Associazione Italiana Studi Tolkieniani (jrrtolkien.it)
- Le origini della serie di Prime Video Il signore degli anelli (VanityFair.it)