L’Acchiappasogni: la sua simbologia e origine

L’acchiappasogni è uno strumento spesso associato agli indigeni del Nord America, soprattutto alle tribù Cheyenne e Lakota, che vivevano in luoghi molto vicini tra loro, Inoltre pare che siano stati rinvenuti frammenti di scacciaincubi risalenti al 300 a.C. anche nel Sud dell’India, ma andiamo a vedere storicamente cosa ha rappresentato questo oggetto.

A volte i sogni sono più savi che la veglia

Alce Nero

Uno dei più grandi capi Lakota, da cui ricordiamo il grande libro “Alce Nero Parla”, una volta parlò in questo modo del mondo dei sogni: una frase che rimane ancora tremendamente attuale anche in un’era ormai così pragmatica e razionale come la nostra. Ed è proprio il mondo dei sogni che andremo ad affrontare questa volta, sì perché è vero che se si cita il mondo degli Indiani d’America ci sono moltissimi elementi ormai che li rendono iconici in tutto il mondo: dal thipi, ai totem, dalle canoe fino ai copricapi più estrosi, ma c’è un oggetto che è diventato cult e leggendario anche senza volerlo, quell’oggetto è l’acchiappasogni. Andiamo a scoprire un po’ di più su quest’oggetto, quanto c’è di vero e quanto ormai romanzato.

Il suo significato nella nostra cultura.

Iniziamo con quello che conosciamo noi di questo particolare oggetto così in voga in ogni luogo, mercato o festival (troverete sempre la bancarella che vende l’acchiappasogni). Noto con la parola inglese dream catcher, ovviamente non è solo una bella decorazione, ha un significato molto più profondo, ma diverso dalle classiche dicerie e leggende che si porta dietro. Diventato molto famoso anche nei paesi occidentali così da renderlo un oggetto tipico da appendere in casa, soprattutto sopra il letto, davanti alla finestra o addirittura in auto per accompagnarci durante la giornata. Il significato che è arrivato a noi credo che sia abbastanza conosciuto, in teoria servirebbe per farci dormire tranquilli e beati, intrappolando i brutti incubi nella tela, e lasciando passare i bei sogni (e questo è un lavoro che farebbe una qualunque ragnatela che si rispetti, ma questa è un’altra storia).

Diventato un portafortuna o uno scaccia-malocchio, non si sa per quale motivo, la sua funzione originaria era un po’ diversa anche se di prove certe storiche non ce ne sono giunte poi così tante.

Dopo l’invasione delle Americhe, l’acchiappasogni fu interpretato, nella nostra cultura appunto come un oggetto che servisse ad allontanare sogni molesti, inoltre si dice che venisse donato alla nascita a ogni bambino, per poi farglielo conservare tutta la vita.

Questo oggetto, anche se è banale ricordarlo, è composto da un cerchio esterno in legno flessibile (ad esempio, in salice) che rappresenterebbe il ciclo della vita e l’universo, una rete con perline, che trattiene i sogni positivi, i quali possono tornare alla mente durante la giornata per dare il loro messaggio mentre i sogni “negativi” vengono risucchiati dal buco centrale e restituiti all’Universo. Questo perché l’acchiappasogni è un “dono” della donna Ragno, e così come la tela del ragno trattiene ciò che al ragno è necessario per vivere, così l’acchiappasogni trattiene i sogni che ci possono dare delle informazioni.

  • un cerchio esterno in legno flessibile solitamente di salice, che simboleggia il ciclo dell’Universo e della vita.
  • la rete centrale realizzata con fili ricamati a tela di ragno che simboleggia l’instabilità del mondo dei sogni. Durante la notte, il foro centrale fa passare solo i sogni buoni, mentre quelli cattivi restano intrappolati nella rete e si disperdono con le prime luci del mattino.
  • la perline ed altre decorazioni poste nella rete servono ad allontanare le energie negative a trattenere i pensieri positivi, che possono tornare alla mente durante la giornata per dare il loro messaggio.
  • le piume, che terminano e decorano la parte sotto il cerchio, simboleggiano l’aria, il volo degli uccelli e quindi la libertà. In particolare le piume di gufo rappresentano saggezza, quelle di aquila il coraggio.

Questa simbologia è basata sul significato odierno, in realtà non ci sono testi che in antichità attestavano questo.

La storia e le loro origini.

Nella letteratura etnografica, le prime notizie risalgono ad appena un centinaio di anni fa, quando l’etnografa ed etnomusicologa statunitense, studiosa affermata della cultura e della musica dei nativi americani, Frances Densmore raccolse tra gli Ojibwa la tradizione che due ragnatele venivano appese alle culle, così che avrebbero catturato qualunque cosa ci fosse nell’aria che avrebbe potuto nuocere al bambino. In questa ricerca tuttavia non si parla specificamente di sogni, né tantomeno di dream catcher. Tra i popoli delle pianure e delle praterie infatti, immagini o simulacri di ragnatela erano usati come protezione su diversi oggetti, come ad esempio armi, borse, abiti ed oggetti cerimoniali. In merito a ciò possiamo citare due storie degne di essere menzionate (ma senza fonti e non verificate comunque tra quelle più accreditate soprattutto nel web), che racconterebbero l’origine degli acchiappasogni, una attribuita ancora agli Ojibwa e l’altra ai Lakota.

Nella storia Ojibwa, una nonna, aveva in casa una bella ragnatela, in questa tela c’era un ragno che la tesseva azione che suscitò nella nonna moltissima attenzione e curiosità; suo nipote invece, purtroppo un giorno decise di schiacciare l’ospite, salvato poi appena in tempo dalla nonna. Il ragno riconoscente, allora le fece dono dell’acchiappasogni dicendole che la rete avrebbe catturato i brutti sogni e che sarebbero svaniti al mattino, mentre quelli belli sarebbero passati attraverso il foro centrale.

Nella storia Lakota invece si racconta di un uomo spirituale che ebbe una visione nella quale Iktomi (lo spirito del ragno nella loro lingua), cominciò a tessere la sua tela in un cerchio, parlandogli delle fasi della vita e di come gli uomini siano influenzati nel loro cammino sia da forze positive che negative. Quindi, quando ebbe completato la ragnatela, diede il cerchio al visionario, raccomandandogli di usarlo per insegnare alla sua gente come fare tesoro delle proprie idee e dei sogni, per raggiungere i propri obiettivi. L’acchiappasogni, appeso nei loro thipi, avrebbe intrappolato le buone idee che li avrebbero accompagnati nella vita, mentre quelle cattive sarebbero andate via passando attraverso il foro centrale.

Il ruolo del Ragno nella spiritualità.

Quindi queste due storie, tra quelle più accertate storicamente, anche se non sono d’accordo su quali sogni la ragnatela debba catturare (e nella storia Lakota si parla di idee più che di sogni) su una cosa sono sicure: la morale che ci permette di approfondire alcuni aspetti fondamentali del pensiero dei popoli Nativi Americani come l’importanza dei sogni, del cerchio, degli anziani e del ragno.

Il sogno o la visione (praticamente un sogno ad occhi aperti) da sempre hanno avuto un ruolo fondamentale nella spiritualità e nella vita quotidiana di molti popoli Nativi Americani, come mezzo per conoscere sé stessi ed il mondo ed anche il proprio ruolo all’interno della comunità. Gli adolescenti spesso si sottoponevano al rito della ricerca della visione, per conoscere quale sarebbe stato il loro futuro e per chiedere l’aiuto di qualche potenza extraumana. Come suggerisce la storia Lakota, da adulti avrebbero ancora potuto praticare questo rito o porre attenzione ai loro sogni, ogni volta che si trovavano di fronte ad una scelta importante.

Il telaio dell’acchiappasogni, con la sua forma circolare, poi richiama la ciclicità del tempo e la totalità dell’universo, così come nelle storie che abbiamo visto, rappresenta anche la ciclicità della vita umana, il rapporto tra le generazioni ed il ruolo degli anziani come maestri di vita e custodi della conoscenza.

Infine l’acchiappasogni non è altro che una ragnatela, una costruzione eccezionale, delicata e resistente allo stesso tempo, invisibile e letale, creata da un animaletto minuscolo, ma con dei “superpoteri”, che salta, corre, si arrampica e nuota; come poche altre creature, si trova a suo agio in tutti gli ambienti; sulla terra, sotto terra, nell’acqua, e (appeso ad filo di una ragnatela) sa persino volare!

Il ragno per molti popoli delle pianure personifica uno degli spiriti più potenti

Il ragno per molti popoli delle pianure personifica uno degli spiriti più potenti, quello del briccone divino, saggio e stolto, distruttore e creatore, che ha avuto un ruolo importante al momento della creazione, e che ancora oggi continua ad aiutare, ingannare e mettere alla prova gli uomini. Per gli Osage il ragno era il simbolo di vita e del clan della terra, alcune donne avevano il suo simbolo tatuato sul dorso delle mani, quasi a sottolineare la sua abilità “manuale”, tanto che il ragno era praticamente considerato patrono di tutte le arti, così che per i Kiowa, Nonna Ragno insegnò al loro popolo anche come costruire archi, frecce ed altre armi. La sua maestria nella tessitura è ovvia, gli Hopi ed i Navaho credono che sia stata Nonna Ragno ad insegnargli quest’arte ed i Navaho alla nascita di una bambina, le strofinano una ragnatela sulle mani e sulle braccia così che diventi una brava tessitrice. I Cherokee raccontano che un piccolo cesto era servito a Nonna Ragno per portare il sole e la luce agli uomini, mentre i Pawnee la chiamano proprio Donna Cesto, in un mito che parla dell’origine del gioco dei dadi. In un’altra storia, i Pawnee, sottolineano il suo carattere cosmologico e ambivalente, perché in passato Donna Ragno era una strega cannibale che divorava i cacciatori, impediva alle donne di procreare ed ai bisonti di scendere da nord, finché il loro eroe culturale Stella del Mattino la uccise, lanciandola in cielo con una freccia, dove divenne la luna “buona”, così che i Pawnee poterono prosperare. La luna per i Pawnee, quindi divenne la madre di tutte le stelle, così come Nonna Ragno, nel sudovest, era anche la nonna dei figli del sole, due gemelli prodigiosi dal carattere opposto, mentre sempre i Pawnee, credevano che se un uomo avesse sognato la Donna Ragno, avrebbe dovuto assumere un ruolo femminile, diventando una persona con “due spiriti”.

 

Buona notte con i vostri acchiappasogni.

Come avete letto abbiamo cercato di donarvi un quadro più storico possibile su un argomento così particolare (per quanto sia possibile trovare fonti). Ricordiamoci che l’acchiappasogni è anche un oggetto diffuso nell’India, ma ovviamente il più famoso è proprio quello proveniente dalle culture native americane. Quindi considerando le leggende date dai vari popoli delle pianure, possiamo comunque tramandare  tematiche come i sogni e gli anziani attraverso un oggetto così semplice, ma divenuto così iconico.

Un acchiappasogni ha un significato nascosto molto forte (sia riferito ai sogni che non), è un simbolo potente che ci avvicina alla saggezza millenaria degli Indiani d’America, quindi in qualche modo averne uno protegge la casa, alleggerisce la mente e permette di dormire sonni tranquilli (sempre secondo le storie native). Chi è sensibile all’argomento potrà tenerne uno a casa posizionandolo sull’uscio di ingresso oppure in camera da letto, in modo tale da restare al buio di notte e garantire alla luce del giorno di attraversare il buco centrale della rete.

Tante altre storie ci sarebbero da raccontare, ma credo che quelle che abbiamo scritto siano sufficienti per farvi avere un quadro più specifico di questo oggetto, quindi non ci resta che auguravi una buona notte…ovviamente accanto al vostro acchiappasogni!

Si ringrazia per l’aiuto durante la stesura di questo articolo l’antropologo, massimo esperto delle culture native americane Dottor Alessio Martella.

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