Scream 5, la recensione: il ritorno di Ghostface senza Wes Craven

scream 5

Negli ultimi anni, complici le presenze indiscusse di saghe cinematografiche talmente longeve da far impallidire una serie tv, nel mondo del cinema c’è tanta voglia di rispolverare i vecchi brand, un po’ come si fa con i giocattoli che usavamo da bambini. Se però qualcosa lo abbiamo imparato, è che per fare operazioni del genere serve essere davvero bravi, come uno chef che cucina un piatto talmente difficile che un semplice errore di dosaggio porterebbe alla rovina di tutto.

In questa recensione di Scream 5, che intenzionalmente è stato riportato però come Scream, vediamo come la pellicola del duo Bettinelli-Olpin/Gillett, riprende una delle saghe cinematografiche horror che ha riscritto il genere grazie al suo stile e la riporta nelle sale. Ma come puoi stupire uno spettatore che, dal lontano 1996, ormai di cose ne ha viste?

Ad aggiungere peso sulla produzione, c’è da evidenziare che questo Scream è il primo che vede l’assenza di Wes Craven – morto nel 2015 per un tumore al cervello – e quindi rimane innegabile il terrore che questa pellicola porta ai suoi fan storici, non tanto per le scene spaventose, quanto per le tante possibilità di sbagliare. Prima di proseguire però, descriviamo per bene questo tipo d’operazione, così da far comprendere che tipo di prodotto abbiamo davanti: Scream 5 è un requel (reboot + sequel, dopo aver visto il film capirete perché), che propone tanti personaggi nuovi (e giovani, come nell’originale), affiancati da una serie di personaggi storici (che non si fermano solo ai tre provenienti dal primissimo film).

Scream 5 segna il ritorno del brand, dopo più di 25 anni, stavolta senza la regia di chi lo ha creato nel 1996, Wes Craven. Riuscirà a rispettare la primissima pellicola o, addirittura, Scream 2, definito da molti il miglior sequel della serie?

L’arduo compito è stato dato a Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, già messi alla prova nell’horror con V/H/S, mentre la sceneggiatura è stata strutturata da James Vanderbilt e Guy Busick. La scelta, fin dalle prime battute, è stata quella di proporre un film capace di guardare al passato e al futuro nello stesso istante – un po’ come è successo con Ghostbusters: Legacy (ve ne abbiamo parlato nella nostra multirecensione) – e questo lo si può notare proprio dal titolo, che nonostante anche noi per comodità chiamiamo Scream 5, su ogni locandina riporta il titolo originale, così come il film del 1996.

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Woodsboro, una tranquilla città insanguinata

La trama di Scream 5 prende molti spunti, come a studiare un manuale, dal primo capitolo: sono passati 25 anni dagli omicidi che avevano scosso la tranquilla cittadina di Woodsboro, ma sembra che le vecchie abitudini siano dure a morire. Per questo un nuovo assassino torna, con la maschera di Ghostface, a uccidere un gruppo di adolescenti. Terrore e caos sono pronti a tornare, se non fosse per i sopravvissuti di Billy Loomis, ovvero Sidney Prescott (Neve Campbell), Courtney Cox (Gale Weathers) e Dewey Riley (David Arquette), che affiancheranno il cast di giovani composto da Melissa Barrera (Sognando a New York), Kyle Gallner (Il Messaggero), Mason Gooding (Love, Victor), Mikey Madison (C’era una volta a… Hollywood), Dylan Minnette (Tredici), Jenna Ortega (You), Jack Quaid (The Boys), Jasmin Savoy Brown (Yellowjacket) e Sonia Ammar.

Nonostante i presupposti siano quindi nuovi, il fatto di ambientare il tutto a Woodsboro e la presenza di tre storici personaggi non lascia alcun dubbio: abbiamo davanti un sequel. Certamente potrebbe essere capace di lasciarci qualche spunto che, in futuro, ci farebbe accettare maggiormente un eventuale Scream 6 senza nemmeno uno degli iconici sopravvissuti, ma comunque le vicende di Ghostface sono avvenute, Stab ancora esiste ed è arrivato all’ottavo capitolo (la serie di film che romanza le vicende dei primi capitoli che nei primi adattamenti italiani era stata tradotta con Squartati) e tutti ricordano quei sanguinolenti avvenimenti.

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Se quindi da un lato abbiamo dei personaggi che nei fan della serie avranno sempre un posto nel cuore, anche le nuove leve sono davvero ben scritte e interpretate: spiccano tra tutti le due protagoniste femminili, Jenna Ortega e Melissa Barrera, che interpretando rispettivamente le sorelle Tara e Sam Carpenter, mostrano a schermo un rapporto capace di far empatizzare fin da subito con loro.

Scream, quando l’horror non è sovrannaturale

Matrix Resurrections lo aveva già fatto (ve ne abbiamo parlato nella nostra recensione), ma Scream lo faceva già da prima: anche solo l’idea di avere un film ispirato agli avvenimenti di Woodsboro, che però fanno parte di un film, apre le porte ad una serie di situazioni paradossali che sceneggiatori e registi hanno sapientemente preso e reso reali davanti agli occhi della sala intera.

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Ciò che traspare subito però dal nuovo Scream è la sua capacità di giocare con lo spettatore, come succedeva con i primi film: il suo essere meta-referenziale, cosa che senza dubbio ha pesato sul terzo e quarto capitolo, rende lo spettatore bersaglio di un’atmosfera particolare. Il mescolarsi di horror, slasher e comicità (al limite del surreale, in alcune occasioni) porta l’intera sala all’interno di uno stallo emotivo che accentuale le caratteristiche positive del film.

Scream non ha mai parlato infatti di qualcosa di paranormale – come succedeva invece in Nightmare – e per terrorizzare chi osservava lo schermo ha sempre usato una serie di jumpscare sapientemente strutturati. Questo nuovo capitolo, complice ormai la smaliziata esperienza degli spettatori (che hanno sicuramente visto molti più contenuti horror dei giovani del 1996), sfrutta proprio tali dinamiche per mantenere il ritmo sempre teso, portando ogni volta chi sta vedendo a pensare di aver capito, per poi cambiare di nuovo tutto e lanciare l’intera sala nel dubbio.

L’unica cosa che stona un po’ è il finale, frettoloso e con meno verve in confronto alle altre parti del film, ma capace comunque di chiudere per bene questo quinto capitolo.

Già al tempo film come Funny Games avevano giocato con lo spettatore in modo talvolta esagerato, ma vedere scene (che in alcuni casi avranno anche un grande peso citazionistico sopra) e trovarsi ogni volta spiazzati dagli avvenimenti successivi è qualcosa che, insieme al forte messaggio meta-narrativo legato ai grandi brand cinematografici, rende questo Scream 5 uno dei migliori dopo i primi due.

In conclusione della nostra recensione di Scream 5, fors potremmo dire che l’unica cosa che stona un po’ è il finale: nonostante la grande citazione lasciata sotto gli occhi degli spettatori, si nota una certa frettolosità e una mancanza di quella verve presente durante tutto il film, che lascia un po’ l’amaro in bocca ma che alla fine non è così deleteria per l’economia del film, che dopo 2 ore vi farà uscire con un po’ di terrore nelle ossa, una serie di immagini sanguinolente impresse nella retina e la voglia di vederne uno nuovo.

Scream 5 vi aspetta al cinema dal 13 Gennaio

90
Scream 5
Recensione di Simone Lelli

Dopo gli errori di Scream 3 e 4, questo nuovo capitolo (che chiameremo Scream 5 per comodità), a metà tra un reboot (presenza di nuovi attori) e sequel (continuità con i precedenti avvenimenti), riesce a riprendere l'atmosfera creata da Wes Craven (nonostante sia il primo film della serie senza la sua mano sopra) unendo paura, terrore, tanto sangue e quella giusta dose di comicità che fin dal 1996 ha reso Scream uno dei film horror più originali di sempre. Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, fin dal primo istante, hanno definito questo nuovo Scream come un omaggio a Craven, e il risultato finale, con tutta probabilità, sarebbe piaciuto al maestro dell'orrore.

ME GUSTA
  • Tornano le atmosfere iconiche di Scream
  • Vecchio cast e nuovo ben bilanciati e strutturati
  • Struttura autoreferenziale ben fatta
FAIL
  • Finale un po' veloce
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