Il Belgio chiuderà tutte le sue centrali nucleari entro la fine del 2025. La misura riguarda sette reattori nucleari attualmente attivi nelle centrali di Doel e Tihange. La decisione, che conferma un precedente impegno preso dal Belgio nel 2003, è stata giustificata citando i problemi di sicurezza dei reattori, ormai vicini al termine del loro ciclo vita.

Alcuni dei reattori risalgono agli anni 70 e nel corso degli ultimi anni sono stati chiusi in più occasioni.

Negli anni i reattori del Belgio erano stati oggetto di grande dibattito anche all’interno degli stati confinanti. Nel 2017, ricorda la BBC, la città tedesca di Aachen aveva fornito gratuitamente ai suoi residenti alcune confezioni di pasticche di iodio proprio per preparare la popolazione al peggio, ossia ad un disastro nucleare.

I lavori di smantellamento inizieranno nel 2022 e dovrebbero concludersi entro il 2045. La chiusura dei reattori era stata prevista da una legge che risale al 2003, oggetto in questi giorni di un forte dibattito parlamentare tra le forze che sostengono il governo. Non tutti i partiti erano d’accordo sulle tempistiche di decommissioning dei reattori, ad esempio le forze liberali – scrive Il Post – avevano cercato di prolungare il ciclo vita dei reattori di costruzione più recente.

Ma non è un addio al nucleare. Il Governo si è impegnato ad investire nella ricerca sui reattori di nuova generazione.

Ma non è un addio totale all’energia nucleare. Contestualmente alla chiusura dei sette reattori, il Belgio si è impegnato ad investire 100 milioni di euro in ricerca sulle nuove tecnologie più sicure e sostenibili, come i reattori più piccoli e di nuova generazione di cui si discute da anni – come i reattori SMR di Rolls-Royce finanziati dal governo del Regno Unito.