Con le imminenti Feste arriva anche la recensione di Canto di Natale, il quinto volume della collana Topolino Gold che raccoglie due grandi storie dedicate alla festa più famosa di sempre. Prendendo come spunto il noto racconto di Charles Dickens, Canto di Natale entrambe le storie presentate in questo prestigioso volume, in tempi e modi diversi, omaggiano il grande classico ambientato nella giornata di Natale per parlare di sentimenti, famiglia, passato, presente e futuro.
Questo volume della collana Topolino Gold contiene infatti al suo interno Canto di Natale di Guido Martina e José Colomer Fonts e Zio Paperone e il nuovo canto di Natale di Marco Bosco e Silvia Ziche.
Due storie che raccontano la festività vissuta dallo Zione, grandioso protagonista, che tra resistenze, illuminazioni e ravvedimenti, proprio come il suo lontano predecessore Ebenezer Scrooge trascorre in maniera originale la notte della Vigilia.
La prima storia, Canto di Natale, risale a qualche anno fa ed è opera dello sceneggiatore italiano Guido Martina con le matite dello spagnolo José Colomer Fonts. Si tratta della rivisitazione fedele del grande classico di Charles Dickens che nel 1982 l’allora direttore del settimanale Topolino Mario Gentilini commissionò al duo artistico italo-spagnolo per anticipare l’uscita al cinema dell’omonimo cortometraggio.
L’opera cartacea differisce notevolmente da quella animata.
Lo Zio Paperone Scrooge ideato da Martina risulta molto più fedele alla controparte letteraria e il contesto in cui è calato appare profondamente oscuro, quasi gotico, rievocando nel tratto echi di Don Rosa e Carl Barks senza lasciare spazio ad altri celebri membri del panorama Disneyano ai quali invece sono dedicati i numerosi cameo presenti nella famosa pellicola della Casa del Topo.
Il risultato è un racconto molto adulto, dal piacevole sapore retrò che omaggia alla prefezione l’opera originaria e, grazie al segno grafico vintage e alla costruzione delle pagine tipica del periodo, rievoca nei vecchi fan le atmosfere dei Natali passati proprio come il primo dei fantasmi che fanno visita a Scrooge la sera della Vigilia.
Segue Zio paperone e il nuovo Canto di Natale, storia molto più recente, già pubblicata su Topolino disegnata dalla sempre brava ed eclettica Silvia Ziche in cui il particolare segno della disegnatrice si sposa alla perfezione con il ritmo forsennato della sceneggiatura di Marco Bosco. Di questa seconda rivisitazione del classico Dickensiano si apprezza l’inventiva con cui gli autori sono riusciti a far coesistere alla perfezione l’atmosfera del racconto originario in una storia a tratti frenetica e con numerosi risvolti comici senza trascurare tutto il lato emozionale della vicenda vissuta dal suo protagonista.
Ad aprire il volume una prefazione di Lidia Cannatella introduce i due racconti che si susseguono l’uno dopo l’altro in tutta la loro diversità.
In chiusura troviamo commenti e approfondimenti inediti.
Una interessante postfazione di Francesco Gerbaldo racconta le varie reinterpretazioni che il racconto di Dickens ha avuto all’interno del panorama disneyano, segue un’intervista a Silvia Ziche e Marco Bosco, infine Fabio Celoni, autore della splendida copertina del volume che omaggia quella di Topolino n°1412 del 1982, racconta i ricordi legati proprio a quel numero del settimanale così come vissuti all’epoca.
Il volume è disponibile anche in un pregiato cofanetto che racchiude anche il volume Le storie di Natale di Romano Scarpa.
Canto di Natale è un volume che accosta alla tradizione del più classico dei racconti natalizi due rivisitazioni completamente differenti di questa intramontabile storia.
Il tratto profondamente eterogeneo dei due autori e le diverse epoche in cui entrambe le parodie sono state realizzate mostrano in pieno le abilità con cui ciascun Maestro Disney ha saputo reinterpretare il classico di Natale per eccellenza.
Nel contempo però questa profonda diversità potrebbe non accontentare tutti i lettori; ciascun autore affronta il tema in maniera profondamente diversa e personale rendendo le due storie due veri e propri esercizi di stile a tema natalizio che, per essere apprezzate, devono per forza di cose essere lette in qeusta chiave…e naturalmente il lettore deve apprezzare il Natale…anche se di cognome fa Scrooge!
Due modi completamente differenti per rivisitare all'interno del panorama disneyano uno dei classici più famosi di sempre.
Un volume che si presenta impeccabile alla vista (salvo un piao di tavole leggermente sfocate) ma che per i temi trattati è indirizzato solo a chi ha una forte affezione nei confronti del Natale e delle storie a tema.
- due parodie completamente differenti dello stesso classico
- interessanti contenuti extra
- la prima storia un po' datata potrebbe non attrarre il pubblico più giovane
- alcune tavole del primo racconto non si presentano perfettamente riprodotte