La Bank of England chiede uno sforzo globale per regolamentare le criptovalute. Nel mirino dell’istituzione il numero crescente di piattaforme, carte di credito e banche che offrono ai loro clienti la possibilità di acquistare criptovalute o altri prodotti correlati al settore crypto.

La banca centrale, innanzitutto, sottolinea la difficoltà nel reperire dati certi su questa categoria di prodotti offerti da banche e aziende mainstream. Qual è la reale esposizione del settore bancario nel mercato delle criptovalute? “Il pericolo è di esporre l’intero sistema finanziario a rischi inaccettabili”, tuona Sarah Breeden, dirigente della BOE che si occupa proprio di stabilità finanziaria e gestione del rischio.

Ma questo, continua Breeden, è un tema che sfugge completamente dalle reali capacità di un singolo stato. Servono norme sovranazionali, che coinvolgano il maggior numero di governi e istituzioni globali. Da qui la proposta di mettere la proposta sul tavolo del Financial Stability Board, organo del G-20.

Oggi la Bank of England non ritiene che l’esposizione degli investitori privati e delle istituzioni nel settore crypto sia tale da costituire un serio rischio per la salute finanziaria del Regno Unito. Tuttavia il fenomeno è in continua crescita e un domani potrebbe raggiungere volumi ‘allarmanti’.

Non è l’unica istituzione occidentale che in questi giorni ha chiesto di interrompere il lassismo diffuso nei confronti delle criptovalute. A novembre la Svezia ha puntato il dito contro il mining di criptovalute, giudicato incompatibile con gli obiettivi dell’UE sulla neutralità carbonica.