Un memo interno di Google ha da poco confermato un importante politica del colosso della ricerca, il quale ha delle politiche a dir poco severe per quel che riguarda i vaccini contro il Covid, al fine di garantire la massima sicurezza per tutti i propri impiegati. Si parla nello specifico di un obbligo per i dipendenti che non si sono sottoposti alla dose e non hanno mostrato alcun tipo di esonero che giustifichi questa scelta, che si tratti di motivi medici o religiosi, di restare ben 30 giorni a casa (pagati), non recandosi in ufficio.
Trovate qui di seguito la dichiarazione della compagnia rilasciata per le pagine di The Verge, in cui tutte le decisioni sono state fermamente difese.
Come detto in passato, le nostre richieste relative ai vaccini sono uno dei modi maggiormente importanti in cui possiamo tenere al sicuro i nostri posti di lavoro e continuare a far funzionare i nostri servizi. Siamo impegnato nel fare qualunque cosa sia possibile per aiutare i nostri impiegati che possono vaccinarsi a farlo, e restiamo fermi sulle nostre politiche di vaccinazione.
In seguito a questo primo periodo però, in cui i dipendenti avranno modo di porre rimedio alla situazione sottoponendosi al vaccino contro il Covid, ci saranno invece un totale massimo di 6 mesi di allontanamento dagli uffici, ai quali seguirà invece la terminazione del contratto.
Si tratta ovviamente di piani relativi alla situazione attuale, che potrebbe verosimilmente migliorare nel prossimo periodo, forse portando Google ad alleggerire le sue politiche, particolarmente ferree per via della situazione particolarmente problematica che può mettere a rischio anche i dipendenti vaccinati. Non si tratta di certo della prima multinazionale in questa situazione, che ricorda infatti i continui rinvii al ritorno in ufficio da parte di Apple.