La Corte Suprema del Regno Unito ha autorizzato l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti d’America, in precedenza bloccata da un altro tribunale. L’estradizione avverrà nel rispetto di alcune condizioni di compromesso proposte dagli USA:

Julian Assange non sconterà la sua pena – né il periodo che precede il processo – in un carcere di massima sicurezza, inoltre, se condannato, avrà la facoltà di scontare la pena in Australia. Rassicurazione che gli USA avevano dato proprio perché la precedente decisione di un tribunale britannico, contraria all’estradizione, si basava sugli alti rischi di suicidio come probabile conseguenza di un regime carcerario particolarmente ferreo.

Stella Moris, compagna di Assange, ha annunciato che verrà presto presentato un ulteriore ricorso, definendo la decisione della Corte Suprema “un grave errore giudiziario”.

“Come può essere equa, come può essere giusta, come può essere corretta la decisione di estradare Julian nello stesso paese che ha già tentato di assassinarlo?”, ha detto Moris. La dichiarazione si riferisce ad un presunto piano della CIA – mai messo in pratica – per rapire ed assassinare Assange a Londra. La discussione del piano risalirebbe al 2017.

Assange, tra le altre cose, è accusato di aver partecipato all’accesso abusivo ad una rete informatica militare con l’obiettivo di sottrarre e pubblicare informazioni classificate. Reato per cui il fondatore di Wikileaks rischierebbe fino a 175 anni di carcere. Il Governo degli Stati Uniti ha sostenuto che difficilmente la pena effettiva supererà i 6 anni di carcere.

Il caso risale al 2010, quando WikiLeaks pubblico – assieme a migliaia di altri documenti – un video dell’attacco aereo del luglio del 2007 condotto dagli americani a Baghdad. Il video, chiamato Collateral Damage, mostrava chiaramente come durante l’attacco le forze aeree statunitensi avessero erroneamente ucciso 18 civili, tra cui due bambini. Il materiale era stato rubato e poi trasmesso a WikiLeaks da Chelsea Manning, già condannata negli USA e poi graziata da Barack Obama.

La pubblicazione dei documenti classificati ad opera di Assange rispecchia il lavoro del giornalismo investigativo, non dovrebbe venire punito dalla legge. Indagare e condannare Assange per la sua attività rischia di avere effetti devastanti sulla libertà di espressione e sul diritto di cronaca

ha detto un portavoce di Amnesty International.