YouTube ha ammesso di aver segnalato erroneamente oltre 2,2 milioni di video per presunte violazioni del copyright, poi dimostratesi infondate. La cifra è impressionante ed è stata raggiunta tra gennaio e giugno del 2021. YouTube non aveva mai comunicato in maniera trasparente i dati sulle sue attività di moderazione delle policy a tutela del copyright.

Il nuovo rapporto dedicato al tema del diritto d’autore e della proprietà intellettuale – il The Copyright Transparency Report – avrà una cadenza biennale. Il prossimo aggiornamento è dunque atteso per il 2023.

Durante la prima metà del 2021 YouTube ha segnalato erroneamente – demonetizzando – oltre 2,2 milioni di video. Il dato rappresenta meno dell’1% sul totale di video rimossi o moderati per violazione del copyright, che in 6 mesi sono stati oltre 729 milioni. Il 99% delle segnalazioni sono state effettuate da Content ID, il filtro automatico di YouTube progettato proprio per identificare i contenuti protetti da copyright.

Nel lungo report di YouTube si legge anche un altro dato estremamente interessante: YouTube ha perso circa il 60% delle contestazioni avanzate dai content creator.

Nel lungo report di YouTube si legge anche un altro dato estremamente interessante: YouTube ha perso circa il 60% delle contestazioni avanzate dai content creator. Quando uno youtuber ritiene che un suo video sia stato eliminato o demonetizzato ingiustamente, ha 30 giorni di tempo per contestare la decisione di Content ID.

Il report dà quindi ragione – almeno in parte – alle critiche mosse da diverso tempo al sistema di moderazione automatico di YouTube. Negli anni diversi content creator hanno accusato YouTube di usare un pugno di ferro eccessivo per affrontare il tema del copyright, spesso portando avanti pratiche di moderazione eccessivamente aggressive o comunque aleatorie — ad esempio demonetizzando o rimuovendo video che rientrano all’interno delle tutele garantite dal principio del fair use.

Non a caso, nel 2019 il CEO di YouTube, Susan Wojcicki, aveva promesso che la piattaforma si sarebbe impegnata per garantire ai content creator un maggiore bilanciamento tra le esigenze di chi crea video e quelle dei detentori dei diritti d’autore.