Sperimentale, innovativa, tecnicamente ragguardevole: Love, Death & Robots è una serie sci-fi dagli alti valori produttivi, una piccola gemma da riscoprire su Netflix, casomai non la conosceste già. La bella notizia è che Netflix ha confermato che presto o tardi, la serie tornerà con nuovi episodi.
And yes eagle-eyed viewers — Love, Death & Robots is returning! https://t.co/be00vdqhh7
— Netflix (@netflix) November 25, 2021
L’annuncio è molto laconico, in calce a un video promozionale della piattaforma che ricorda tutte le nuove stagioni di serial di successo, come Stranger Things, The Witcher e Bridgerton.
“Sì, spettatori dall’occhio di falco: Love, Death & Robots sta per tornare!” dice il messaggio, riferendosi alla parte finale del video in cui sono presenti, in piccoli pop-up, molteplici titoli.
Questa la sinossi della serie:
L’ideatore Tim Miller ha unito le forze con il regista David Fincher dopo aver cercato per anni di realizzare lungometraggi e cortometraggi animati per adulti con la sua società di animazione Blur Studio. Dopo il successo incredibile di DEADPOOL (con il quale aveva esordito alla regia) i due hanno colto l’occasione per produrre la serie antologica insieme a Netflix. Miller ricorda l’entusiasmo dimostrato dal pubblico alla prima stagione e le richieste di un seguito, dicendo: “Il riscontro che la serie ha ricevuto non avrebbe potuto essere più entusiasmante. Era esattamente il genere di risposta appassionata che io e David speravamo di ottenere dai fan dell’animazione, ma che per anni pensavamo non fosse possibile”. Per la seconda stagione Miller è affiancato da Jennifer Yuh Nelson come responsabile della supervisione alla regia. La regista premio Oscar vanta un’esperienza pluriennale nel campo dell’animazione che include la regia di Kung Fu Panda 2 e 3. Insieme hanno fatto leva sul talento diversificato di registi di animazione brillanti da tutto il mondo per mescolare stili e storie che vanno dalla commedia violenta alla filosofia esistenziale. “Identificare i registi più adatti a raccontare ciascuna storia è un puzzle di stile difficile da risolvere”, commenta Jennifer Yuh Nelson.
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