Le simulazioni di vita su Marte e il silenzio dei coloni: “si isolano sempre di più, è un problema”

Dal 2017 al 2019 Project Sirius ha condotto diverse simulazioni di vita su Marte, con l’obiettivo di vedere in che modo la vita sul pianeta rosso potrebbe cambiare la psiche umana (e non solo). In totale, il progetto di ricerca ha monitorato il comportamento di 17 diversi gruppi, costretti a vivere in isolamento, simulando una colonia marziana, per un periodo di 120 giorni.

I risultati non sono molto incoraggianti: quasi tutti i gruppi con il tempo hanno sviluppato un indole “ribelle”, tagliando i ponti con la stazione di controllo e riducendo le comunicazioni al minimo.

Gli equipaggi delle simulazioni hanno mostrato tutti la tendenza di ridurre le comunicazioni con la base di controllo, condividendo esigenze e problemi sempre di meno con il passare del tempo — con giusto rare eccezioni.

ha spiegato Dmitry Shved, ricercatore senior della Russian Academy of Sciences.

Cosa succederebbe se questa tendenza di sviluppasse anche in una reale colonia su Marte? Il rischio è di compromettere il lavoro di ricerca delle agenzie spaziali, nella migliore delle ipotesi. Ma non è nemmeno da escludere che sul lungo periodo questa indole potrebbe portare a delle vere e proprie ribellioni da parte degli astronauti.

La cosa affascinante è che i 17 gruppi di persone che hanno preso parte all’esperimento erano stati selezionati in modo da rappresentare profili – per etnia, cultura e personalità – molto diversi tra di loro. Eppure, sul lungo periodo, si sono comportati tutti nello stesso modo, riducendo sempre di più le comunicazioni con gli scienziati.

 

 

Colonizzare Marte: "la prima città umana? Nel 2054 e sarà fatta così"
Colonizzare Marte: "la prima città umana? Nel 2054 e sarà fatta così"
Colonizzare Marte: "la prima città umana? Nel 2054 e sarà fatta così"
Colonizzare Marte: "la prima città umana? Nel 2054 e sarà fatta così"