Le impronte digitali non sono una misura di sicurezza adeguata, denuncia un video di Kraken. Per proteggere i vostri device dai malintenzionati sarebbe opportuno lasciar perdere il riconoscimento biometrico. L’unica soluzione? Affidarsi ad una password robusta ed efficace.
Rubare un’impronta digitale è fin troppo semplice, rivelano i ricercatori di Kraken. No, non è necessario tagliare il dito di una persona mimando i film di fantascienza. Non servono nemmeno tecnologie rivoluzionarie o fuori dalla portata di una persona comune. A dirla tutta, sono sufficienti cinque dollari.
Così al ladro di dati basterebbe mettere le mani su un oggetto toccato dal proprietario dello smartphone, come un bicchiere o una tazza (a dire il vero, spesso basta lo stesso smartphone). Poi bisogna fotografare l’impronta digitale e aumentarne il contrasto, per renderla più chiara e definita, usando un programma di editing fotografico.
Stampandola su un foglio acetato – con una banale stampante – e usando un po’ di colla si ottiene una riproduzione sufficientemente tridimensionale da ingannare la maggior parte dei lettori per le impronte digitali montati sugli smartphone più venduti.
Per fare tutto questo non bisogna essere agenti della CIA. È davvero alla portata di qualsiasi persona malintenzionata.
Kraken consiglia agli utenti di usare unicamente una buona password, possibilmente affiancata da un sistema di autenticazione a due fattori per accedere ai documenti più riservati.