Vi proponiamo la recensione dei primi tre episodi di La Ruota del Tempo, prima stagione dell’adattamento di Amazon che sarà presentata il 19 novembre sulla piattaforma Prime Video e racconterà la storia resa famosa dagli amati romanzi fantasy di Robert Jordan. Considerando che questa storia abbraccia non solo 14 romanzi, ma anche una storia prequel e due libri di “accompagnamento”, ci sono molte cose di cui tenere conto.
I primi tre episodi della prima stagione de La Ruota del Tempo saranno disponibili, come accennato, fin da subito su Amazon Prime Video, mentre i restanti cinque episodi andranno in onda ogni settimana fino al finale il 24 dicembre 2021.
Amazon inoltre ha già annunciato che La Ruota del Tempo tornerà per almeno una seconda stagione.
Molto probabilmente Amazon non farà apparire i più di duemila personaggi nominati e che appaiono nei libri di La Ruota del Tempo, però i personaggi più importanti passeranno sicuramente dalla pagina allo schermo. La serie seguirà Moiraine interpretata da Rosamund Pike mentre lei e cinque giovani uomini e donne intraprendono un pericoloso viaggio attraverso il mondo. Inoltre, uno dei membri del gruppo, dice la profezia, sarà il drago rinato, che salverà o distruggerà l’umanità.
Insieme a Rosamund Pike, che qualcuno di voi avrà già visto in Gone Girl, Die Another Day e Pride & Prejudice, ci saranno Nynaeve al’Meara interpretata da Zoe Robins, Perrin Ayabara di Marcus Rutherford, Rand Al’Thor di Josha Stradowski, Mat Cauthon di Barney Harris, Madeleine Madden di Egwene Al’Vere, Lan Mondragoran di Daniel Henney, Padan Fain di Johann Myers, Loial di Hammed Animashaun, Logain Ablar di Alvaro Morte, Thom Merrilin di Alexandre Willaume, Min Farshaw di Kae Alexander, Siuan Sanche di Sophie Okoonedo, Stepin di Peter Kateen Fleetwood Kerene Hanashi di Perkins e altri ancora.
Rafe Judkins di Hemlock Grove funge da showrunner e produce esecutivamente la serie con Rick Selvage, Larry Mondragon, Ted Field, Mike Weber, Lauren Selig e Darren Lemke. Uta Briesewitz, che ha già diretto episodi di Stranger Things e Westworld, dirige i primi due episodi della prima stagione.
Di seguito il trailer in italiano pubblicato su YouTube:
La ruota trama come la ruota brama
Addentriamoci nella recensione dei primi tre episodi di La Ruota del Tempo dicendo che la storia di questa saga abbraccia migliaia di anni, ma c’è un ciclo centrale che si ripete e coinvolge un grande eroe noto come il Drago e un’entità malvagia nota come il Tenebroso.
Queste due figure hanno lo scopo di affrontarsi in quella che è conosciuta come l’Ultima Battaglia che determinerà il destino del mondo, e questo ciclo si ripete mentre il Drago rinasce ancora e ancora.
Ad un certo punto, il Tenebroso, nel suo atto finale prima di essere sconfitto, contaminò la fonte magica del potere del Drago. Ciò fece impazzire tutti gli utilizzatori di magia di sesso maschile. Questa afflizione è stata la ragione principale per cui in seguito sono stati cacciati ed eliminati.
Quando la serie de La Ruota del Tempo inizia seguiamo il protagonista Rand al’Thor mentre scopre di essere più di un semplice ragazzo di campagna ed è in grado di esercitare il potere delle Aes Sedai e potrebbe essere probabilmente il Drago rinato.
Come accennato in precedenza, Robert Jordan è stato il creatore e l’autore dei libri di La Ruota del Tempo, ma sfortunatamente è morto mentre ancora la saga era in corso. Sua moglie ed editore Harriet McDougal dopo la sua morte scelse l’autore fantasy Brandon Sanderson e insieme hanno completato la saga con gli ultimi tre libri, basandosi su tantissimi appunti e annotazioni del marito, così la storia è stata raccontata fino alla fine.
Nonostante tutta la intricata costruzione del suo mondo, La Ruota del Tempo rispetta la costruzione del suo “esoscheletro”. Partendo dal logo, per esempio, intorno al titolo alla fine di ogni sequenza di titoli di coda c’è un drago, intrecciato con una ruota, che ricorda il simbolo dell’uroboro: un serpente o un drago che si mangia la coda. È una scelta appropriata, data l’interpretazione tipica dell’emblema della vita e della morte come un ciclo infinito di rinascite, e la credenza della serie in un tipo di reincarnazione, in cui uomini e donne sono solo fili che vengono intrecciati nel Modello delle Ere, che è girato per sempre dalla Ruota del Tempo.
Tranne che il logo de La Ruota del Tempo su Prime non è un drago che si mangia la coda. È un drago che si muove in avanti, verso lo schermo, con la bocca aperta ma la coda molto lontana. Se strizzi gli occhi, puoi effettivamente vedere l’estremità posteriore del drago nel mezzo del cerchio, molto dietro la sua testa.
Allora… cosa significa questo simbolo? È ancora progettato per evocare l’uroboro, anche se l’inizio e la fine definitivi della bestia contraddicono l’intento del simbolo? Questa stessa contraddizione parla del potere che il drago esercita nella serie, che ruota attorno alla ricerca del “Drago Rinato”, che può salvare o distruggere l’umanità?
La serie si presta ad ogni modo ad essere seguita anche da chi non ha letto i libri, sempre se si rinuncia a farsi troppe domande. Infatti anche se decideste di premere letteralmente il pulsante di pausa per registrare ogni “nuova parola del vocabolario” della serie, diventerebbe troppo complicato. Ma c’è un’alternativa: seguirne l’andamento per vedere dove vi porta.
Dio salvi gli effetti speciali
Questo è il momento della recensione dei primi tre episodi di La Ruota del Tempo in cui vi diciamo tutto ciò che, ad essere gentili, potrebbe essere migliorato. Considerando che la serie è stata prodotta da Sony Pictures Television e Amazon Studios per un pubblico mondiale di abbonati a Prime Video, la prima stagione di otto episodi presenterà, per i neofiti, molti nomi strani e creature sconosciute, insieme a un sacco di magia e una CGI che lascia a desiderare, ma è anche progettata per essere universalmente accessibile.
L’esposizione a concetti poco familiari viene ripetuta il più possibile, i personaggi si adattano agli archetipi più conosciuti e la trama si avvicina a una linea logica.
Il vero problema della serie sono gli effetti speciali. Il Trono di Spade e compagnia bella ci hanno abituato davvero molto male, ma qui si esagera con la semplicità. Gli effetti speciali infatti ricordano molto i tempi di Xena la principessa guerriera e a tratti anche Labyrinth ma senza una star come David Bowie.
Ora, è evidente che lo showrunner Rafe Judkins non sta cercando di reinventare la Ruota, sta solo cercando di farla girare, se così si può dire. Se siete fan del genere e volete solo assistere a una nuova storia in un mondo immaginario pieno di creature “cingalute” e streghe, probabilmente la serie andrà più che bene.
Però se siete fan dei libri di Robert Jordan e avete sperato che questi amati romanzi avrebbero ispirato la prossima grande serie fantasy della TV… beh, dovrete abbassare le vostre aspettative.
Luci e ombre dei personaggi principali
Ci avviciniamo alla conclusione della recensione de La Ruota del Tempo con delle considerazioni sui suoi personaggi. Il cast è guidato da Moiraine (Rosamund Pike), una figura simile a Gandalf che può vedere i problemi futuri e raccoglie le forze necessarie per aiutare a respingerli. Moiraine è un membro dell’Aes Sedai, un’organizzazione composta esclusivamente da donne che possono incanalare l’Unico Potere per guarire le persone e combattere le forze dell’oscurità.
Alcuni esempi letterali dei loro poteri includono strappare mattoni dalle case per lanciarli ai cattivi e creare vortici nei fiumi per affogare i loro avversari. Ma il compito principale di Moiraine è identificare e trovare il Drago Rinato. Tutto quello che ha è una fascia d’età e la sua intuizione magica.
Il Drago Rinato non è davvero un drago: è un uomo o una donna che può essere tentato dalla Luce o dall’Oscurità per salvare o distruggere l’umanità.
La sua ricerca, aiutata da Lan Mondragoran (Daniel Henney) il suo Guardiano, porta alla una zona montana dei Fiumi Gemelli e a cinque dei suoi abitanti, ognuno dei quali potrebbe essere il Drago rinato.
C’è Egwene al’Vere (Madeleine Madden), una giovane a cui è stato detto che ha una capacità speciale di incanalare il vento; Rand al’Thor (Josha Stradowski), un giovane innamorato di Egwene che non desidera altro che una classica vita in fattoria con moglie e figli; Perrin Aybara (Marcus Rutherford), che è già sulla buona strada per il sogno di Rand; Mat Cauthon (Barney Harris), un giocatore d’azzardo che cerca disperatamente una vita migliore per le sue ragazze; e Nynaeve al’Meara (Zoë Robins), la figlia di un pescatore e Wisdom (guaritrice e leader locale) che aiuta Egwene (e altre donne) a trovare la loro strada verso la Luce e l’unico potere.
Non sapendo quale dei locali sia il Drago, Moiraine li guida tutti attraverso un pericoloso viaggio per salvare il mondo, e essendo questa una serie fantasy orientata agli adulti, si traduce in molte scene di inseguimento, combattimenti con la spada e stregoneria.
La computer grafica può essere, come abbiamo già accennato, molto da digerire, specialmente nella grande battaglia della premiere, quando un esercito di lupi mannari “cinghialati” (che sono tecnicamente chiamati Trolloc) inizia a fare a pezzi la città, trangugiando intestini umani e vomitando sangue.
Quando Moiraine finalmente usa la sua magia per ucciderne uno, l’effetto visivo sembra venire da Xena invece che a quelli di una costosa serie originale Amazon. Altri problemi simili sorgono quando si tratta di come viene percepito il pubblico: c’è una linea di domande causa-effetto nell’episodio due che qualsiasi bambino di cinque anni capirebbe, ma ha lo scopo di “educare un personaggio adulto”. Ma a parte questi (molti) inconvenienti, la serie riesce ad avere una sua coerenza.
Non è perennemente cupa, come troppi drammi della durata di un’ora, né è così scarna da essere noiosa, come troppe serie in streaming. Alcuni colpi di scena sono efficaci, molti personaggi sono accattivanti e Pike è strana e avvincente. E anche quando dorme durante un episodio (letteralmente), Rosamund Pike dà quel tanto che basta per farti seguire il suo volto.
Un’ultima osservazione risiede nella voce fuori campo. Non c’è niente di sbagliato nella voce fuori campo in linea di principio: può essere usata bene o male. Ma c’è la sensazione, fin dai primi momenti di questa serie, che stia “soverchiando” la storia, tanto da non poter raccontare tutto in modo sottile, o usando gli strumenti del dialogo e della caratterizzazione.
Il risultato è una serie che potrebbe piacere al fandom principale di Jordan fin dall’inizio, ma che la rende pesante per gli spettatori che la confronteranno con altre serie già conosciute. C’è del potenziale ma la serie dovrà trovare una sua collocazione e dovrà rinunciare ad abbagliare il pubblico in maniera esplosiva. Ha già dimostrato di poter fare grandiosità. Quello che deve fare, ora, è mostrarci davvero chi vive al suo interno.
La Ruota del Tempo sarà disponibile su Amazon Prime Video dal 19 novembre.
Concludiamo la recensione de La Ruota del Tempo dicendo che se partite avendo delle aspettative molto alte aspettatevi di rimanere delusi, se invece non conoscete i romanzi potrebbe portarvi a volerli leggere per sapere cosa effettivamente vi state perdendo. La serie ha del potenziale, ma ancora non si applica.
- Il cast si amalgama bene nei primi episodi.
- La serie cerca il giusto compromesso tra i fan dei romanzi e i neofiti.
- I costumi sembrano troppo "moderni" per un fantasy di questo tipo.
- Effetti speciali dove siete?
- La ricostruzione del mondo di Robert Joerdan è ancora troppo superficiale.