In una Lucca Comics & Games 2021 dedicata moltissimo al fumetto, scopriamo i tre autori di uno dei progetti più interessanti dell’ultimo periodo: Bacteria edito da Star Comics. Con Paola Barbato, Matteo Bussola ed Emilio Pilliu abbiamo chiacchierato di questo progetto e di tanto altro ancora.

Probabilmente Bacteria, letto senza sapere chi sono gli autori, potrebbe tranquillamente essere scambiato per una graphic novel statunitense, magari uscita anche dallo studio Ghibli, tante sono le contaminazioni giapponesi nel disegno e per le scelte utilizzate nello stile narrativo e i colori. E invece è un progetto tutto made in Italy, pensato da una coppia di autori incredibili e opposti per i lavori scritti fino adesso come Paola Barbato e Matteo Bussola, disegnato da un Emilio Pilliu in stato di grazia e confezionato da una casa editrice storica come Edizioni Star Comics, nello specifico sotto il nome di Astra.

Quando abbiamo avuto la possibilità di organizzare le interviste ad alcuni autori in questa Lucca Comics & Games di ripartenza, tra i primi a contattare sono stati proprio loro tre. Ero troppo curioso di sapere un po’ di più di questo progetto così particolare, una coppia di autori così diversi per il linguaggio che da sempre utilizzano come Barbato e Bussola e un disegnatore come Pilliu al battesimo del fuoco con una storia non propriamente facilissima.
Risultato? Uno straordinario mix di tematiche, tenute perfettamente a galla da disegni e inquadrature che sembrano uscite dalla testa di Miyazaki. Una storia emozionante (e qui entra lo zampino di Matteo Bussola) tenera, che sa trasmettere benissimo al lettore qual è il sentimento principale che fa girare il mondo: l’amore. Storia ovviamente che di base nasce sotto delle idee talmente ciniche (ecco la penna di Paola Barbato) e crudeli che fanno immedesimare sin da subito il lettore, situazioni che fino a qualche anno fa potevano anche essere delle remote possibilità, ma che lette post pandemia hanno tutto un altro sapore.

Bacteria ha certamente anche l’intento di parlare di problemi ecologici e di gestione sostenibile dell’ambiente, di quanto siano infide le armi batteriologiche, dei conflitti umani e dei contagi, insomma un quadro molto vicino a quello che stiamo vivendo ogni giorno dal 2020. Una storia che tutti e tre gli autori sottolineano sempre essere nata nel 2013, che doveva uscire inizialmente a fine inverno 2020 e che per ovvi motivi si è deciso di posticipare, per non dare adito alle malelingue di possibili speculazioni sulla realtà pandemica in atto.

Tuttavia è giusto far riflettere, soprattutto adesso con un potente mezzo come quello del fumetto, su delle tematiche come l’ambiente, la malattia e i conflitti.

Nonostante tutto, con l’amore che viaggia sempre in una linea molto vicina alla trama del racconto, la storia non tende a diventare positiva, difficilmente sarà addolcita la pillola per il lettore, cosa che la rende ancora di più veritiera e vicino a noi. Una menzione speciale, e la si nota sin dalla copertina, il metodo scelto per mostrarci come le malattie colpiscono: attraverso delle grandi macchie di colore, un modo estremamente efficace che ci accompagnerà fino alle ultime tavole, con un finale totalmente inaspettato. Per il resto possiamo solo che confermare che Bacteria è uno di quei progetti editoriali di cui avevamo veramente bisogno, una lettura incredibile che fa riflettere su tantissimi aspetti, forse sarebbe stato bello ampliare il racconto su alcuni aspetti di quella realtà con un pò più di world building (ma magari potrebbe essere l’inizio di un ciclo) e chi vi porterà ad interrogarvi su i grandi sentimenti che muovono il mondo: l’amore e l’odio.

Sinossi: 
Gli abitanti del Nord si sono rifugiati sottoterra, nell’Ovest vige la legge del più forte, a Sud le piogge acide hanno alterato ogni forma di vita, gli abitanti dell’Est muoiono malati e deformi. Solo al Centro permane una roccaforte del passato e della sua scienza, ma anche della sua follia. I sopravvissuti di ciascuno dei cinque continenti sono andati incontro a destini diversi: un secolo dopo la fine dell’ultimo conflitto, il mondo è devastato. Nei laboratori del quinto territorio è in corso un esperimento. Laddove non esistono più le armi per combattersi, è necessario crearne di nuove: quattro bambini, portatori sani di malattie letali, saranno il cavallo di troia di un genocidio volto alla conquista delle terre emerse. Ciò che non è possibile cancellare sono le emozioni e il desiderio di stringere legami.

Intervista a Paola Barbato, Matteo Bussola ed Emilio Pilliu

Che sensazioni avete da questa Lucca Comics & Games 2021?

Barbato: Una sensazione strana, ma bellissima. Togliere ai fumettisti Lucca Comics è come abolire il Natale quindi l’anno scorso è stato molto traumatico. Ci si accorge ovviamente che non è al 100×100, e non tanto dal pubblico perché nelle strade e in generale c’erano moltissime persone, ma dalla mancanza di alcune situazioni, il fatto che sia tutto un po’ rarefatto e poroso, però è un ricominciare a vivere. Probabilmente questa Lucca è il grande segnale che forse (facendo i possibili scongiuri) stiamo scavallando questa situazione pandemica d’emergenza.

Bussola: Parlando come autore, so che magari potrebbe essere un po’ strana come affermazione, ma mi viene da dire “magari fosse sempre in questo modo” nel senso che è tutto molto vivibile, c’è molta gente e si riesce a camminare bene, gli accessi sono contingentati e all’interno degli stand non si crea mai quella super ressa degli altri anni. Insomma alla fine di tutto è una ripartenza per tutti, molto ordinata seppur i numeri alti che ci sono, che rendono vivibile di nuovo una delle più belle fiere europee dell’intrattenimento. L’unica critica che mi sento di fare, ma non è a questa edizione, è la maggiore attenzione che ci dovrebbe stare più alla self-area.

Pilliu: Nonostante la gente è partita prevenuta con la solita frase “sarà una Lucca Comics bruttissima” devo dire invece che a detta di tutti le sensazioni sono buonissime. Tutto molto vivibile, mi ricorda una Lucca di tanto tempo fa, con un occhio di riguardo veramente alto (seppur mancavano Bonelli e Panini) più al fumetto che all’intrattenimento in genere. Si respirava la voglia di ritrovarsi senza dubbio.

 

Qual è stato il film che avete visto post pandemia al cinema?

Tutti: Risposta più che breve, nessun film purtroppo. Vuoi per alcune realtà cinematografiche cittadine che non lo consentivano, vuoi per la grandissima offerta streaming, non ci siamo più approcciati alla sala, ma ora è tornato di nuovo il momento di riassaporare quelle sensazioni. Immagino che un film come Dune sia un ossimoro vederlo a casa.

 

Il progetto Bacteria è stato fatto quasi in casa, dico quasi a meno che Emilio Pilliu abbia vissuto con voi allora dovrei dire totalmente in casa, com’è stato collaborare nello stesso team all’interno delle mura domestiche?

Barbato: Un progetto che nasce da molto lontano, nel 2013. Inizialmente l’idea era quella di scrivere io la sceneggiatura e far fare i disegni a Matteo, ma siccome avevamo deciso anche di rimanere assieme e non sfasciare la famiglia, questa ipotesi l’abbiamo accantonata. Proponemmo la sceneggiatura anche all’estero, ma niente da fare. Nel frattempo il progetto cresceva, nella storia e nei dettagli e c’era bisogno ad un certo punto di un character design e lì è arrivato Emilio, che realizza da tantissimo tempo tutti i design dei personaggi ai miei progetti. Quando è arrivata la chiamata di Star Comics proporlo come disegnatore per Bacteria è stato più che naturale.

Bussola: È stata un’esperienza molto interessante perché abbiamo tentato di unire le nostre caratteristiche. Se Paola giocava con la struttura della storia, con il suo linguaggio molto duro e netto, io mi focalizzavo più sulle emozioni e sui dialoghi e nella parte tenera diciamo, un terreno magari più mio. Inoltre ho anche supervisionato i disegni di Emilio dandogli alcune dritte, dato che la sua tendenza è più vicina a quella dei manga con inquadrature molto strette, alcune volte gli ho consigliato di allargare la scena, andare su altri dettagli, per riuscire ad avere delle tavole più varie possibili. Resta il fatto che la bravura di Emilio ha fatto tutto il resto e in casa ci siamo divertiti invece a pensare i personaggi insieme a Paola.

Pilliu: Questo progetto mi ha preso sin da subito e quando Paola mi chiese di ampliare i design dei personaggi gli dissi “posso pensarli a modo mio e non con il tuo mood?”, la risposta fu positiva e nacquero esattamente i personaggi che vedete nel volume, addirittura alcune tavole di prova si trovano pubblicate, segno che già nella lavorazione avevo le idee molto chiare su quello che volevo proporre al pubblico. Per di più considerando la tematica, se vogliamo molto ecologista, mi sono voluto ispirare ad uno dei miei più grandi miti dell’animazione come Miyazaki.

 

Se dico la parola ecologia?

Barbato: È una dei cardini del progetto di Bacteria, insieme anche ad altre matrici come quella del conflitto che sembra veramente insita nel genere umano. Abbiamo voluto riflettere su questa condizione e se ci pensi bene prima c’era il conflitto per il territorio e quasi poteva avere una valenza reale in quanto si combatteva per un qualcosa di tangibile (non che fosse giusto eh). Ma ad oggi è tutto un limite di un gioco economico e di potere, non esiste più la vera necessità, tutto questo deve finire assolutamente con noi e con la nostra generazione se vogliamo sperare in un futuro più roseo. Prendiamo in esempio il discorso armi e queste stragi che ci sono in molti paesi a causa della liberalizzazione delle stesse, se il Canada (come altre nazioni) adesso ha tre omicidi all’anno, con le stesse leggi degli USA per quanto riguarda le armi, vuol dire che sono riusciti a debellare culturalmente un’ideale. Bacteria parla anche di quel tipo di conflitti portati all’estremo e nella loro forma metaforica più assoluta. Si fa la guerra perché non si conosce il motivo, nel dubbio facciamo la guerra, questo è l’assurdo della nostra situazione e questo è presente in Bacteria.

Ma se devo esulare da Bacteria, per dare un’opinione sull’attuale condizione ecologica, mi viene da dire che se anche qualcosa si sta muovendo, purtroppo siamo troppo lenti, lenti nel nostro miglioramento e pigri in generale. È pigra la singola persona che deve fare la differenziata in casa sua, è pigro l’industriale come è pigro il governante, siamo troppo abituati a stare comodi e a muoverci solo quando ci troviamo sull’orlo della catastrofe. Io di base sono una persona sfiduciata dall’umanità, ma in controtendenza ti direi invece che ho molta fiducia nella nuova educazione civica scolastica e nel modo in cui ai bambini viene inculcato un certo comportamento.

Bussola: Il futuro è fatto dal presente, ma siamo così presi da quello che dovremmo fare tra un paio d’anni che non riusciamo a focalizzare le forze su quello che dobbiamo fare oggi. Tuttavia la nostra speranza è quasi esclusivamente data dalle nuove generazioni, perché c’è una nuova consapevolezza, data negli ultimi anni, che sta cambiando molti comportamenti. La consapevolezza è che non dobbiamo salvare l’ambiente, ma dobbiamo salvare noi che siamo l’ambiente, salvaguardare la salute del Pianeta vuol dire salvaguardare la nostra esistenza e nei bambini ci sono delle piccole forme di comportamento (come il fatto di portarsi una borraccia e non una bottiglia di plastica) che saranno la base dei modi di fare di domani.

Pilliu: Il mio timore è dato solo da un fatto, possiamo essere bravi e rispettosi quanto ci pare, ma se i “potenti” non decidono di metterci del loro ho veramente paura che i nostri comportamenti in qualche modo siano vani.

 

Se aveste la possibilità di raccontare la cultura orientale, su quale tematica vi piacerebbe soffermarvi?

Barbato: Devo dire che tantissime cose che conosco di quella cultura alcune sono filtrate dai classici stereotipi. Conosco abbastanza della cultura cinese, poco di quella coreana, ma se dovessi approcciarmi all’oriente con una storia probabilmente mi piacerebbe raccontare la struttura sociale umana. L’alienazione dell’impiegato giapponese la conosciamo, ma lo stato mentale del contadino cinese a cui non gli viene consentito un upgrade per età, per stato di nascita o chissà cosa questo mi piacerebbe conoscere e raccontare. Ci vengono venduti i cinesi come umani senza emozioni e il razzismo bianco vede i cinesi proprio come delle persone senza umanità, dei lavoratori che con il loro ristorante mandano avanti famiglie intere senza però avere un briciolo di cuore. Questo mi intrigherebbe e non poco.

Bussola: Mi piacerebbe raccontare una storia che mettesse in evidenza uno dei loro cardini maggiori, cioè che cosa significa fondare tutta la propria vita sull’etica del lavoro? Vorrei sviscerare i pro e i contro di questa scelta, contraddizioni e anche valori positivi perché nel momento che hai un valore così grande che governa tutte le tue scelte, è chiaro che la tua visione del mondo è totalmente diversa da quella di noi occidentali: una vita che non contempla il weekend o il tempo libero. Loro non hanno il tempo libero perché il tempo occupato per lavorare è impiegato (per loro) nella migliore maniera possibile.

Pilliu: A me interesserebbe moltissimo affrontare invece la condizione della donna, a partire dalla storia dei piedi (fiori di loto) del fatto che molte di loro accettassero di martoriarsi i piedi, ricordiamo che per secoli le bambine cinesi sono state costrette a fasciare i propri piedi in bende strettissime che li avrebbero gradualmente deformati, per farli assomigliare, più in teoria che in pratica, a dei fiori di loto. Era un canone di bellezza necessario per tutte coloro che aspiravano a sposarsi e mantenere uno status sociale elevato e questa è una storia che mi ha sempre incuriosito.

 

In Bacteria, quattro ragazzi nascono come armi batteriologiche, se volessimo creare un parallelismo con la realtà pandemica di questi anni qual è il vostro pensiero?

Bussola: Ricordiamo nuovamente che la storia è stata creata nel 2013, ma effettivamente qualche pensiero l’abbiamo avuto in merito a queste situazioni. L’assurdo è stato che il momento che abbiamo firmato il contratto con Davide Caci e Star Comics per Bacteria, era novembre 2019 in una piazza gremita a Lucca Comics & Games, di certo non avremmo mai pensato che pochi mesi dopo la realtà avrebbe intrecciato la nostra storia, tra l’altro lo slittamento dell’uscita di Bacteria è stata causata proprio dall’avvento della pandemia: eravamo talmente sul pezzo che non volevamo che qualcuno ci accusasse di aver strumentalizzato l’emergenza sanitaria. Noi tutti sapevamo che era nata prima, ma magari da fuori poteva sembra quasi un instant book di quello che stava accadendo nel mondo.

La meraviglia di questo progetto, nell’aver unito i nostri punti di forza, è che ognuno di noi ci vede un qualcosa di unico; per Paola è una storia di armi batteriologiche, per me invece è un romanzo di formazione di quattro ragazzi che si basa su un assunto molto importante: puoi programmare quanto vuoi, ma quando le quattro “armi” iniziano ad incontrare gli altri ed iniziano ad avere delle sensazioni “diverse”, rispetto alla programmazione, ecco che scatta il mood vero di questa storia cioè che l’essere umano non lo puoi mai controllare appieno soprattutto quando ci sono di mezzo i sentimenti.

Pilliu: La pandemia ha cambiato un punto di vista molto importante nei lettori. Se Bacteria fosse uscito nel 2019 nessuno avrebbe mai pensato “questa è una cosa che potrebbe accadere”, si sarebbero tutti soffermati solo sulla parte emozionale e sentimentale e invece oggi per forza i lettori la leggeranno con un occhio diverso perché la malattia, la pandemia e la morte sono diventati i temi principale dai quali non riusciamo più a staccarcene.

 

Rispetto a quello che stava accadendo nel mondo, avete cambiato qualcosa in Bacteria?

Barbato: Non abbiamo cambiato nessuna parte della storia, perché era già delineata nella sua struttura, quindi nel periodo della pandemia abbiamo lavorato nei “dettagli”. Ovviamente le domande ogni tanto venivano spontanee, soprattutto quelle legate ad una storia inventata anni prima e che parlava in qualche frangente di quello che stavamo vivendo. Il periodo pandemico per un illustratore o scrittore nell’atto pratico quotidiano non ha cambiato nulla, lavoravamo da casa prima e continuiamo a lavorare da casa anche adesso, ma era tutto il contorno che era diverso e che era pesante. E’ stato un periodo molto stancante nel quale sono riuscita poco a leggere o a guardare film.

Bussola: Assolutamente no, ma va detto che stavamo lavorando al progetto proprio mentre la pandemia era in atto e vuoi o non vuoi, anche solo a livello subliminale, qualcosa quel periodo ha scaturito in noi. Esplicitamente non abbiamo cambiato nulla, ma ovviamente è stato un qualcosa che ci ha segnato. Per i nostri tipi di lavoro praticamente la pandemia non ha cambiato niente, ma comunque psicologicamente ci ha messo alla dura prova, io mi ricordo che in quel periodo non sono riuscito a leggere nessun libro, in quanto la realtà superava talmente tanto la voglia di evadere, anche solo con la lettura, che non riuscivo a staccare in quel senso.

Pilliu: Fortunatamente la progettazione di Bacteria era già terminata, detto ciò mentre succedeva il finimondo fuori le nostre finestre, noi ci trovavamo a discutere di una storia che aveva a che fare con epidemie e armi batteriologiche, non abbiamo cambiato assolutamente nulla, ma è stata una saggia decisione quello di posticipare un po’ l’uscita del volume, qualche malelingua che poteva mal interpretare il fine di questo racconto poteva anche starci e non sarebbe stato giusto.

 

Grazie ragazzi è stato un piacere chiacchierare con voi e ovviamente in bocca al lupo per il progetto Bacteria, sperando di rivedervi insieme magari in altre storie

Tutti: Viva al lupo, grazie a voi per le domande e per la chiacchierata, ci avete dato anche un interessante spunto sul quale riflettere per un nuovo progetto quindi è stata proprio una bellissima mattinata. Speriamo di vederci anno prossimo in una Lucca Comics & Games ancora più a regime.

 

Emilio Pilliu, Matteo Bussola e Paola Barbato intervistati per noi di Lega Nerd

 

 

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