C’era e c’è discreta curiosità attorno al progetto alle spalle di Eternals, in primis in funzione del nome di Chloé Zhao alla regia e alla sceneggiatura, a seguito del successo agli Oscar (e a Venezia) di Nomadland lo scorso anno, e in secondo luogo per la portata di un film di sicuro portante per le fasi successive alla Saga dell’Infinito nell’universo Marvel. D’altronde viene introdotto un nuovo e potente gruppo di eroi, mentre i Celestiali (finora accennati, a parte Ego) e relativo ruolo prendono uno spazio molto più rilevante rispetto al passato, con relative dirette conseguenze.
Con tutta questa carne al fuoco, inizio subito questa recensione di Eternals dicendo che quello di Chloé Zhao potrebbe essere uno dei film del Marvel Cinematic Universe più complessi da digerire, soprattutto a causa di un ritmo che non decolla davvero mai prima dell’ultimo atto e di un minutaggio che sicuramente non migliora la situazione, visto che stiamo parlando di circa due ore e mezza. Dalla sua Eternals ha una scrittura con risvolti piuttosto interessanti – grazie ad una ambiguità morale di fondo – e dei protagonisti caratterizzati in maniera brillante, interessanti tanto nelle loro interazioni quanto nelle sfaccettature personali.
Prima di continuare con questa recensione di Eternals, vi ricordo che il film è stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e arriverà nei cinema italiani il 3 novembre.
Come sbandierato dalla campagna promozionale, gli Eterni sono un gruppo di guerrieri originari del pianeta Olympia e incaricati dal leader dei Celestiali (quanto di più vicino ad una divinità nel MCU), Arishem, di combattere i Devianti, predatori che infestano le galassie ostacolando lo sviluppo della vita intelligente. Il gruppo di Eterni del film viene mandato da Arishem sulla Terra intorno al 5000 a.C. per assolvere a questo compito e permettere l’evoluzione sociale della civiltà umana, stimolandola e proteggendola, ma senza mai intervenire in conflitti interni e quindi rimanendo dei silenziosi e fumosi agenti nella storia.
Avanti veloce al futuro, e ci troviamo dopo la conclusione di Endgame e quindi poco dopo il cosiddetto Blip, con il ritorno di metà della popolazione terrestre (e di metà di quella dell’universo) che sembra aver attivato un misterioso fenomeno sul pianeta, causando una serie di violentissimi terremoti su tutta la superficie e risvegliando i Devianti, in teoria sulla Terra sconfitti secoli prima dagli Eterni.
Queste in sunto le premesse ed evito di andare oltre, ma è chiaro già da qui che il film si tenga molto vicine le chiavi in grado di far comprendere il racconto, dando dapprima qualche indizio e scandendo le informazioni man mano in una serie di twist. Non tutto è sorprendente, e alcune svolte sono molto telefonate in partenza per uno spettatore un minimo smaliziato, ma qualcosa specie verso l’atto finale riesce abbastanza a sorprendere.
Quanto detto finora e anche una maggiore contestualizzazione dei protagonisti avviene tramite un continuo – e talvolta furbo – utilizzo di flashback, in pratica scandendo due linee di progressione del racconto, una nel presente e una nel passato, una soluzione tutto meno che elegante e fluida per come è gestita sul piano del montaggio, essendo spesso i passaggi poco accompagnati o comunque troppo bruschi e didascalici rispetto a quanto raccontato.
Tornare al passato serve anche a rimarcare in qualche modo il carattere sovrannaturale (agli occhi degli umani) degli Eterni, dandogli una forma sul piano visivo/della messa in scena/della scelta delle inquadrature che riesce a tratti a creare quell’aurea di vere e proprie divinità intorno al gruppo, per quanto a volte la CGI sia piuttosto posticcia; lungo tutto il film è difficile infatti evitare il colpo d’occhio del contrasto tra la pressione degli effetti visivi e il notevole utilizzo di panorami naturali e scenografie semplici e spoglie.
È chiara l’intenzione di Zhao lungo tutto il film di dare un contorno tanto etereo quanto umano ai suoi protagonisti
Tornando al modo in cui sono presentati gli Eterni, fiore all’occhiello è il prologo in Mesopotamia, dove una maestosa entrata in scena degli Eterni e della loro nave rende l’idea dell’immediata venerazione di un popolo preistorico verso entità percepite a tutti gli effetti come dei. Non a caso la sequenza si conclude con una inquadratura splendida che ricorda immediatamente e molto da vicino una tensione simile a quella della Creazione di Adamo di Michelangelo, ma in generale è chiara l’intenzione di Zhao lungo tutto il film di dare un contorno tanto etereo (nelle immagini) quanto umano (nella caratterizzazione) ai suoi protagonisti.
Per come sono scritti, gli Eterni sono appunto ben lontani da eteree e stoiche figure mitologiche, ma seguono alla perfezione uno sfaccettato modello di famiglia disfunzionale che senza particolari dubbi è quello che dà al film un’anima e una certa efficacia. Quasi tutti gli Eterni presentano delle fragilità, una sensibilità e una particolare evoluzione legata a doppia mandata con le proprie esperienze sulla Terra, con risvolti interessanti e suggestivi nella quasi totalità dei casi, al netto di una occasione sprecata (il personaggio di Angelina Jolie e il tema della memoria, che meritava scelte diverse) e una particolare soluzione del finale veramente troppo brusca e senza minimo spazio, nonostante sia in parte giustificata.
Anche il cast tutto – per quanto non ci siano prove che spiccano particolarmente (a parte forse quelle di Gemma Chan, della Jolie e di Salma Hayek) – funziona bene e accompagna la sceneggiatura che ne trascina le interpretazioni.
Interessante inoltre il modo – soprattutto rispetto alla media del MCU – in cui il film affronta la questione dei villain, sfumando di molto la prospettiva morale e lasciando abbastanza in sospeso un ipotetico giudizio finale sugli eventi; un po’ come nel caso del Thanos di Infinity War (ma forse in misura maggiore) è complesso non comprendere le motivazioni degli avversari e allo stesso modo è complesso porsi completamente dalla parte dei protagonisti, mettendo di conseguenza in discussione la maggior parte dei punti fermi tipici di una scrittura di un cinecomic.
Andando più nel dettaglio, è un peccato che – a causa pure di qualche momento di fretta nell’ultimo atto – in tutto questo impianto Eternals non approfondisca a dovere la figura dei Devianti, creando però tutte le premesse valide e un terreno molto fertile per espandere in una durata notevole le motivazioni e i temi legati ai nemici conclamati del gruppo di protagonisti. Se non ci fosse stato questo pressappochismo sostanzialmente immotivato, staremmo di sicuro parlando di una gestione dei villain praticamente perfetta.
Punto dolente di questa recensione di Eternals invece il ritmo del film, che fa molta fatica ad intrattenere (cosa incredibilmente atipica per un prodotto Marvel) complice il focus sui personaggi che chiede pegno in questo senso, sfruttando tempi più rilassati per sviluppare dialoghi e interazioni.
Più in generale, si percepisce davvero troppo il fatto che Eternals duri intorno alle due ore e mezza, facendo per di più una fatica enorme a decollare, per il semplice fatto che una grandissima porzione del film viene occupata dal riunire la squadra con flashback nel mezzo: inutile dire che un minutaggio del genere se non ben gestito finisce per appesantire inevitabilmente la visione. Facile, insomma, che qualche spettatore trovi Eternals noioso, visto che in questo caso parliamo senza dubbio di uno tra i prodotti più complessi da digerire nell’insieme del panorama Marvel.
Eternals vi aspetta in sala dal 3 Novembre con Disney
Eternals si piazza senza dubbio come un film Marvel che per i più non sarà semplice da digerire, complice un ritmo che fa molta fatica ad intrattenere sulle due ore e mezza. Al netto di qualche pressappochismo, ci troviamo però davanti ad una scrittura davvero notevole, sia nella caratterizzazione dei protagonisti, sia nella gestione dei villain e della prospettiva morale del racconto, mentre Zhao fa un ottimo lavoro nel costruire un punto di vista tale da trasmettere il carattere divino degli Eterni. Peccato sul piano della messa in scena l'utilizzo di una CGI posticcia in un film che invece fa ottimo utilizzo di scenografie semplici e paesaggi naturali.
- La prospettiva morale del film è sfumata e il racconto non la risolve, rendendo più complessi i nemici e le loro motivazioni
- La visione di Zhao in alcune scene nel farci percepire il gruppo di protagonisti come vere e proprie divinità
- Tutti gli Eterni sono molto ben caratterizzati, e le loro dinamiche interne sono sempre interessanti
- Un colpo di scena ben assestato alle porte dell'ultimo atto
- Il ritmo non tiene e il film fa davvero troppa fatica ad intrattenere, cosa decisamente strana per un film Marvel
- I devianti purtroppo non vengono approfonditi a dovere, nonostante le ottime premesse
- Il modo in cui prosegue l'alternanza tra narrazione del presente e flashback è tutto meno che elegante
- Un punto importante del finale è troppo brusco e non ha il giusto spazio
- L'utilizzo spinto della CGI cozza molto con i paesaggi naturali e le scenografie semplici e spoglie scelti per gran parte del film