Il repubblicano Marco Rubio ha chiesto all’Amministrazione Biden di prendere provvedimenti contro Honor, nato come spinoff di Huawei e ora indipendente. Secondo Rubio Honor costituirebbe un rischio per la sicurezza nazionale paragonabile a quello posto da Huawei. Le sue opinioni sono largamente condivise all’interno del partito repubblicano – e non solo.

La Presidenza Joe Biden, fin da subito, aveva messo in chiaro di non voler eliminare le sanzioni contro Huawei. Allo stesso tempo la sua amministrazione si era anche rifiutata di continuare le politiche di sanzioni contro alcune altre aziende cinesi finite nel mirino di Trump, tra cui Xiaomi e TiKTok.

[Rendendo Honor un brand indipendente] Pechino ha efficacemente aggirato le sanzioni sulle esportazioni americane. Non prendendo provvedimenti, il Dipartimento del Commercio rischia di creare un precedente pericoloso, facendo passare ai nostri avversari il messaggio che non abbiamo né la voglia né la capacità di reprimere quella che è stata a tutti gli effetti spudorata operazione di ‘ingegneria finanziaria’ condotta da un regime autoritario

si legge nella lettera firmata da Rubio e da alcuni altri colleghi del partito repubblicano.

Né Honor, né il Dipartimento del Commercio hanno risposto ufficialmente alla dichiarazione di Rubio.

Dal 2019 Huawei fa parte della cosiddetta entity list del Governo statunitense, sanzione che di fatto le preclude di stringere accordi commerciali con le aziende statunitensi in assenza di un’autorizzazione del Governo. Dopo l’ingresso nella entity list Huawei ha perso la possibilità di inserire i servizi di Google nei suoi smartphone: tanto è bastato per far crollare le vendite dell’azienda.