Migliaia di americani si stanno rivolgendo ad un farmaco ad uso veterinario nella speranza di prevenire la malattia Covid-19, mettendo seriamente a rischio la loro salute. Il farmaco in questione si chiama Invermectin ed è stato recentemente oggetto di un’articolata campagna di disinformazione che lo ha descritto come una cura miracolosa contro il virus.
Di fatto non è così e, se usato in modo scriteriato, i suoi effetti sull’uomo possono essere estremamente dannosi, come testimoniano le centinaia di chiamate pervenute ai centri anti-avvelenamento degli USA. L’Invermectin è un farmaco veterinario utilizzato prevalentemente per la sverminazione di animali di grossa taglia, come i cavalli e le vacche (ma in dosi minori viene usato anche per gli animali domestici). L’Invermectin è autorizzato anche per la somministrazione sugli uomini. Attualmente le autorità mediche ne sconsigliano l’uso per trattare o prevenire la Covid-19.
Non siete dei cavalli. Non siete delle vacche. Seriamente, dateci un taglio
ha scritto causticamente sui social la Food and Drug Administration, l’ente federale che – tra le altre cose – autorizza i farmaci.
L’Invermectin di per sé non è dannoso per l’uomo, tant’è che viene abitualmente prescritto per alcuni disturbi, ma un errore nel dosaggio rischia di portare ad un overdose, che a sua volta può avere effetti di gravità diversi: nausea, diarrea, reazioni allergiche, ipertensione, convulsioni, coma e nei casi più gravi la morte del paziente.
Una ricerca scientifica ha effettivamente indicato che l’Invermectin – oltre al trattamento di vermi e parassiti – possa avere anche un utile funzione antivirale, andando quindi a trattare almeno in parte la Covid-19. I risultati della ricerca – che non prevedeva il testing sull’uomo – sono ancora preliminari e in parte includenti.
Ulteriori ricerche hanno ipotizzato che per garantire la funzione antivirale del farmaco, e quindi una sua utilità contro la Covid-19, sarebbe necessario un dosaggio superiore alla dose massima autorizzata per la somministrazione sugli uomini del farmaco, con rischi eccessivi rispetto ai benefici.
Le prescrizioni per l’Invermectin sono passate da 3.600 pre-pandemia su base settimanale, alle oltre 88.000 per settimana registrate ad inizio agosto. Nello stesso periodo, sono triplicate le telefonate ai centri anti-avvelenamento per sintomi da overdose del farmaco.