Io sono Malala, la recensione: una storia di coraggio in una terra di paura

Oggi con la recensione di Io sono Malala, per la nostra rubrica Nerd Book Club, racconteremo una storia vera, forse una di quelle storie che andrebbero raccontate a storia, soprattutto in questo terribile periodo nelle terre afgane: la storia della bambina Malala che a soli 15 anni viene colpita da alcuni proiettili partiti da un talebano.

Io sono Malala è il titolo di questo libro scritto a quattro mani appunto dalla stessa Malala e dalla giornalista Christina Lamb, uscito nelle librerie italiane nel 2018 ed edito da Garzanti. Un libro di 291 pagine, tremendamente attuale per la situazione attuale afgana, che racconta la resilienza e il coraggio di una donna nel provare a voler vivere una vita “normale” in una terra dominata dalla paura.

Ero una bambina, venuta alla luce in un paese in cui, quando nasce un maschio, tutti escono in strada e sparano in aria, mentre le femmine vengono nascoste dietro una tenda, perché già si sa che nella vita il loro ruolo sarà semplicemente quello di far da mangiare e mettere al mondo figli. Per molti pashtun, quello in cui nasce una femmina è un giorno triste.

Questo è uno di quei libri che offrono talmente tanti spunti di riflessione da avere la consapevolezza che non basta una sola giornata per poterli trattare tutti. La storia di Malala è sì una storia ambientata nel suo passato, ma che ad oggi (agosto 2021) torna di estrema attualità: le donne che vivono in un paese governato dalla paura.

La storia di Malala vi farà male perchè seppur scritta nel passato è quanto di più attuale potrete trovare oggi, soprattutto riferito agli ultimi eventi afgani.

Malala Yousafzai (in pashtu: ملاله یوسفزۍ nata a Mingora il 12 luglio del 1997) è un’attivista e blogger pakistana. È la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace (premio che ha vinto nel 2014) nota per il suo impegno per l’affermazione dei diritti civili e per il diritto all’istruzione – bandito da un editto dei talebani – delle donne della città di Mingora, nella valle dello Swat.

Valle dello Swat, Pakistan, 9 ottobre 2012, ore dodici.
La scuola è finita, e Malala insieme alle sue compagne è sul vecchio bus che la riporta a casa. All’improvviso un uomo sale a bordo e spara tre proiettili, colpendola in pieno volto e lasciandola in fin di vita. Malala ha appena quindici anni, ma per i talebani è colpevole di aver gridato al mondo sin da piccola il suo desiderio di leggere e studiare. Per questo deve morire. Ma Malala non muore: la sua guarigione miracolosa sarà l’inizio di un viaggio straordinario dalla remota valle in cui è nata fino all’assemblea generale delle Nazioni Unite. Oggi Malala è il simbolo universale delle donne che combattono per il diritto alla cultura e al sapere, ed è stata la più giovane candidata di sempre al Premio Nobel per la pace. Questo libro è la storia vera e avvincente come un romanzo della sua vita coraggiosa, un inno alla tolleranza e al diritto all’educazione di tutti i bambini, il racconto appassionato di una voce capace di cambiare il mondo.

Essere donna, istruirsi, studiare, avere uno zaino colorato, camminare per le strade da sole, andare a fare shopping, andare al cinema, scegliere da sole il proprio compagno. Sembrano delle situazioni normalissime per noi occidentali fortunati a vivere in un paese, con i suoi difetti, che ci permette di essere veramente liberi, ma non è così per Malala e tutte le donne che vivono in Afganistan. Tutte questo piccole cose (ed altro ancora) sono stato negate a Malala (e alle suo coetanee) e vorrebbero essere negate a tutte le donne che non sono “brave mussulmane e non rispettano il purdah“.

La storia di Malala svela, attraverso la sua voce, l’aberrante ideologia talebana; un’ideologia che prima di arrivare ad invadere le alte sfere della politica internazionale (e ad oggi sembra che ci sia riuscita), plasma e soffoca la vita socio-culturale del popolo, sottomettendo con la violenza chiunque non si pieghi ad essa soprattutto le giovani donne e bambine.

E’ possibile ancora nel 2021 negare diritti e libertà così semplici come leggere un libro? Assolutamente sì..

Le storie “vere”, di vita vissuta dai protagonisti che ne raccontano gli eventi salienti, sono sempre le più genuine e le più toccanti, siamo fuori dal campo della narrativa ed anche se vi abbiamo abituato a recensioni di romanzi più nerd non potevo non trattare (soprattutto in questo periodo) uno dei libri che più mi ha colpito negli ultimi anni. Siamo tra le pagine della Storia del mondo di oggi, dove ci sono uomini che con un kalashnikov in mano sparano in testa ad una bambina di quindici anni perché “fomenta” l’amore per lo studio e la cultura, dove ci sono uomini che picchiano a sangue una donna perché cammina sola per strada. Come dicevamo precedentemente sono delle atrocità lontane da chi come noi ha avuto la fortuna di nascere in altri contesti, ma sono molto presenti in tanti luoghi della Terra ed oggi più che mai attuali.

La recensione di un libro di questo tipo è sicuramente diversa da tutti gli altri della nostra rubrica, non possiamo parlare di personaggi, trama o ritmi più o meno altalenanti: qui c’è la storia dei nostri giorni raccontata dai protagonisti e vuoi o non vuoi è una storia che fa male. Molti sono gli spunti di riflessione che nascono leggendo da questo libro: dal ruolo della donna nella società e della violenza che purtroppo ancora subisce, tantissimo nei paesi arabi e in parte anche in quelli occidentali; alla nascita di fondamentalismi religiosi che danno un’immagine distorta della religione stessa. Ma la riflessione che è al cuore delle parole di Malala e di Lamb è proprio l’importanza della cultura e dell’istruzione. Tutti siamo andati a scuola, o all’Università e tutti hanno “sofferto” le fatiche delle giornate passate sopra i libri, ma leggendo la battaglia della giovane Malala potete apprezzare ancor di più l’immensa fortuna che abbiamo avuto.  Sì perchè a chilometri di distanza da noi (nemmeno tanti se la vogliamo dire tutta) c’è chi lotta per imparare almeno a leggere, a chi convive con la paura che la scuola possa saltare in aria, chi a scuola non ci va proprio e non ci potrà mai andare.

E a chi come Malala che combatte perché tutti i bambini e le bambine possano beneficiare di questo diritto fondamentale.

La storia di Malala invita a non aver paura di far sentire la propria voce. O meglio a trovar il coraggio nonostante la paura. Malala ci racconta di come sia innamorata (nonostante tutto) del suo paese, ma anche delle ingiustizie che costantemente la popolazione subisce e attraverso una scrittura semplice e diretta si riesce ad entrare perfettamente nel cuore del sistema.

Questo libro va letto, va fatto leggere ai ragazzi e alle ragazze, va introdotto nei sistemi scolastici, va consigliato per l’estate ad amici, conoscenti, studenti, a chiunque.

Cosa ne esce, oltre alle ingiustizie varie che le donne in quei paesi devono subire quotidianamente, ne esce una voce fuori dal coro, una voce che non si è fermata neanche dopo dei proiettili alla testa e continue operazioni chirurgiche e che continua combattere per il diritto all’istruzione.

Sedermi a scuola a leggere libri è un mio diritto. Vedere ogni essere umano sorridere di felicità è il mio desiderio. Io sono Malala. Il mio mondo è cambiato. Ma io no.

In questo libro troverete un’ intensa storia del Pakistan, della cultura e delle tradizioni mussulmane e pashtun. Malala ci racconta come i fondamentalismi religiosi possano insinuarsi nella mentalità delle persone, specie se queste sono provate da situazioni di vita difficili. Ci racconta della sua famiglia piena d’amore e di suo padre che si confida alla moglie (cosa rarissima e inusuale). Racconta di sua madre, forte e coraggiosa che sostiene il marito anche quando la situazione diventa difficile e di una rete di persone pakistane che credono in un futuro migliore per il proprio paese (anche se ad oggi la realtà sembra molto più difficile di quello che si legge nelle pagine di questo libro).

Proprio per questo con la recensione de Io sono Malala  vorremmo consigliare a tutti quei lettori che stanno cercando una storia di resilienza, di coraggio vero, di amore e di disperazione soprattutto letto da un occhio occidentale come il nostro.

Una lettura che non dimenticherete mai e che vi farà riflettere moltissimo sulla condizione attuale sociale delle donne islamiche.

92
Io sono Malala
Recensione di Alessio Vissani

Questo libro è un inno alla tolleranza e al diritto all'educazione di tutti i bambini, il racconto appassionato di una voce capace di cambiare il mondo. Un testo che andrebbe introdotto probabilmente nei sistemi scolastiche e che andrebbe divulgato il più possibile, attuale come non mai in questo periodo (agosto 2021) dove la paura è tornata a regnare sovrana in quei luoghi.

ME GUSTA
  • La voce diretta di Malala
  • Una scrittura semplice che non risparmia metafore, entra dritta nei fatti
  • Un modo semplice e diretto per raccontare le difficoltà e atrocità che le donne islamiche devono vivere ogni giorno
  • Un inno al coraggio
FAIL
  • Una storia vera che purtroppo continua a perpetrare in quei luoghi
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