Finalmente possiamo fare l’analisi del trailer di Spider-Man No Way Home, che è stato rilasciato oggi, dopo il leak avvenuto lo scorso 22 agosto. Un hype davvero stellare per il terzo film dedicato all’Uomo Ragno di Tom Holland, un progetto di cui parliamo da mesi, ininterrottamente, fantasticando sulla centralità del film Sony per gli eventi del MCU e per il multiverso.
Un hype che è stato un pochino guastato dalla messa in rete di un trailer che peggio di così non so nemmeno se si può (un inception di telefonini che riprendono telefonini che trasmettono video di telefonini…), una cosa evitabilissima arrivati a questo punto, con teorie su teorie sull’effettiva data di messa online.
C’era addirittura chi aveva predetto (a questo punto andandoci incredibilmente vicino, quasi a segno) che la famosa data del 23 agosto sul calendario visto in uno degli episodi di WandaVision di fatto annunciasse la messa online. Siete mejo del polpo Paul (dai googolate, non è poi così vecchio poverello).
Ecco il trailer se ancora non l’avete visto:
Ed eccoci qui per l’analisi del trailer di Spider-Man No Way Home diretto da Jon Watts, con Tom Holland, Zendaya, Jon Favreau, Marisa Tomei, Benedict Cumberbatch, Alfred Molina, Willem D… what?!
Ebbene si, quello che tutti i fan del mondo avevano sperato, chiesto a gran voce, immaginato si è verificato.
Procediamo per gradi.
Nel finale di Spider-Man Far From Home abbiamo assistito ad uno dei colpi di scena più efficaci del Marvel Cinematic Universe recente, magari non il più inaspettato ma collocato in maniera assolutamente perfetta: la rivelazione pubblica dell’identità segreta dell’Uomo Ragno. Peter Parker è Spider-Man, addio serenità, ammesso che ci fosse mai stata.
E il casino è bello grosso.
Polizia, giornalisti, inchieste, opinione pubblica spaccata, avvocati… Già, avvocati, magari newyorkesi, perché no? E magari con qualche problema di vista, ma sensi ipersviluppati e una spiccata attitudine a scivolare fuori dal balcone la notte a menare i cattivi di turno, meglio se hanno la faccia di Vincent D’Onofrio.
Sia chiaro, nel trailer non si vede nulla, solo una scena di un interrogatorio e un plico di scartoffie buttate su un tavolo da un signore in camicia bianca. Ma a questo punto, se dobbiamo desiderare e sognare, facciamolo in grande e speriamo anche di veder apparire un Charlie Cox, alias Matt Murdock alias Daredevil, da qualche parte. Il problema è che il signore in camicia bianca che si vede in questa scena pare avere un pochina di morbidezza addominale che non si addice proprio al fisico scolpito di Charlie Cox.
Ma veniamo al fulcro della questione dell’analisi del trailer di Spider-Man No Way Home.
Con Tony Stark che ora insegna agli angeli come costruire un reattore Arc, Thor in viaggio per chissà dove, Captain America che ha incasinato la linea temporale (no, dai, non è vero) e poi ha deciso di diventare Clint Eastwood, beh non rimangono poi tanti altri eroi (o pezzi grossi) da contattare per il giovane e comprensibilmente spaventato Peter Parker.
Bruce Banner ha già le sue disgrazie. Natasha non c’è più. Sam e Bucky non riescono a farsi concedere un mutuo in banca, figuriamoci influenzare l’opinione pubblica. Clint non sembra proprio nel momento di massima popolarità e non so se il numero di Nick Fury si trovi sull’elenco telefonico.
E quindi – ehi, perché no? – cerchiamo un altro newyorkese al 177A di Bleecker Street, in quel meraviglioso posto che è il Greenwich Village di Manhattan.
Ed ecco che entra in scena il potente e mai così al centro dell’attenzione Dr. Strange.
Ciao, sono Peter, mi hanno incasinato rivelando la mia identità pubblica, non è che sai un truchetto alla mago Silvan e resetti la memoria di tutti?
E guarda caso il trucchetto c’è. Insomma con Wanda che è diventata Scarlet Witch e legge libri scritti peggio del Necronomicon, Loki che spana la linea temporale creando un frizzantino caos interdimensionale e Uatu l’osservatore che ci racconta strane storie su What If che sarà mai aprire una o due porte nel multiverso?
Tra l’altro, cosa interessante, il nostro Strange sembra ancora indossare l’amuleto che conteneva l’Occhio di Agamotto, una delle Gemme dell’Infinito che però sono andate perdute. Un ninnolo per ricordare i tempi andati o c’è qualcosa di più?
Ah, se vi state chiedendo come mai il Sancta Sanctorum sia tutto ghiacciato come una bistecca, beh provate voi ad uscire di casa con tutto spalancato per cinque anni e poi vedere com’è ridotto il vostro appartamento. Strange è stato blippato, quindi è normale che abbia lasciato il suo appartamento incustodito!
Insomma si è rivelato quello che tutti avevamo immaginato e anche un po’ temuto: non ci sarà Mephisto ma c’entra comunque la magia, siamo di fronte ad un intervento magico di modifica della realtà, per tornare letteralmente indietro a quando nessuno conosceva la vera identità di Spider-Man.
Compresa MJ Zendaya Watson e gli amici di Peter. Compresa zia May. Tutti.
Già proprio come in One More Day (Soltanto un altro giorno in italiano) di JM Straczynski e Joe Quesada che nel 2007 ha spezzato il cuore di tanti, in primis proprio la rossa MJ e Peter stessi.
Un arco narrativo in quattro albi che ha segnato un triste esempio di come non dovrebbero essere resettate cose troppo complesse e ha messo una nota negativa indelebile nella carriera – non dico immacolata ma sicuramente molto importante – di Straczynski, una delle penne più importanti del comicdom americano moderno.
I fatti sono presto detti: durante Civil War un ipercarismatico Tony Stark, che “adotta” in qualche modo un molto influenzabile e fragile Spider-Man e lo fa un suo protetto, convince Peter Parker che la cosa migliore è accettare l’atto di registrazione dei superumani e rivelarsi al mondo.
E Peter col suo nuovo costume rosso-oro un po’ fan service e le zampette metalliche lo fa. Ma se riveli la tua identità sarebbe meglio non avere famigliari a carico.
E ne fa le spese la povera vecchia zia May che finisce in terapia intensiva, tra la vita e la morte per un colpo di fucile sparato da un sicario di Kingpin.
La crisi per Peter sarà così profonda che arriverà a rivolgersi a Strange, senza successo, finendo tra le grinfie del diavolo in persona, Mephisto che offrirà alla coppia sposata un patto. Se i due accetteranno di non essersi mai sposati e di aver intrapreso la relazione sentimentale che è storia fondamentale dei comics americani, lui cancellerà il ricordo dell’identità segreta di Peter dal mondo.
Sarà Mary Jane ad effettuare il grande passo e ad accettare in una storia dai risvolti tristi e dalle conseguenze non felici.
Perché quella maniera di tornare sui propri passi per le scelte narrative molto intrepide fatte nei fumetti precedenti non andò bene praticamente a nessuno. E nonostante sia uno dei momenti fondamentali delle storie del Ragno rappresentano uno spartiacque importante per la fanbase che dopo quel momento si spaccherà e genererà anche una flessione nelle vendite della testata.
E nell’analisi del trailer di Spider-Man No Way Home, signori, ci troviamo ad osservare quasi la stessa condizione. Lo avevamo immaginato, temuto, senza contare poi le volte in cui abbiamo nominato Mephisto.
Peter, dopo aver accettato l’incantesimo di Strange, dice letteralmente “M.J dimenticherà quello che abbiamo passato assieme?” ricreando le basi di ciò che è accaduto in One More Day. Certo i ragazzi sono giovani, con ancora tutta la vita davanti ma chi se ne frega, la sostanza è quella.
Avete presente quando salite in bus e c’è il cartello “non parlate al conducente”? È una cosa seria e Peter non lo ha mai capito davvero, infatti rompe le scatole al concentratissimo Stregone Supremo e forse qualcosa va storto. E taaaaaaaac, il multiverso è servito.
E nelle altre dimensioni alternative chi potremmo mai trovare?
In ordine, nell’analisi del trailer di Spider-Man No Way Home troviamo: fulmini a profusione (Electro), un apparente vortice di sabbia e polvere (qui è un po’ tirata, ma dai buttiamola lì, l’Uomo Sabbia), delle bombe-zucca e una inquietante risata (Green Goblin) e la rivelazione finale, ovvero un tentacolo d’acciaio e la bella facciona sorridente di Alfred Molina, alias Doc Ock, che saluta Peter (ehm, come fa a riconoscere il Parker-Holland? Ovviamente dal costume, si spera).
Qualcuno dice di aver intravisto la sagoma di Lizard in un frame. Io non sono ancora dotato della vista a raggi X.
Insomma sembrano esserci quasi tutti. Alfred Molina, immaginiamo Jamie Foxx, speriamo con tutto il cuore Willem Dafoe.
Ne stiamo parlando da mesi, anche se non è nulla di veramente inaspettato, la rivelazione di questo trailer è meravigliosa ma non manca ancora qualcuno?
Dove sono i tanto attesi Tobey Maguire e Andrew Garfield? Se anche ci fossero (e la cosa è estremamente probabile) chiaramente non è cosa da mostrare in un trailer, specie dopo quello che abbiamo già visto.
Ci scommetterei sulla loro presenza? Si, a questo punto con piacere.
Sono apparse in rete foto leakate da chissà dove di giocattoli Hasbro in cui affiancata alla action figure di Spider-Man/Holland ci sarebbe anche quella di Spider-Man/Maguire, ma tutto sembra suggerire che si tratti di un fake e che la macchina del depistaggio social sia ben più che avviata.
Ma a questo punto chi se ne frega; il trailer di Spider-Man No Way Home è bello e ricco come il pranzo di Natale che consumeremo proprio quando il film di Sony sarà nelle sale cinematografiche.
E soprattutto apre definitivamente, se ancora ce ne fosse bisogno, le porte al multiverso.
Se Tom Holland può incontrare Alfred Molina, Jamie Foxx e Willem Dafoe nello stesso film, tutto può essere possibile. Se l’universo cinematografico Sony abbraccia del tutto quello di Marvel Studios, abbiamo la tavola apparecchiata e le birre in frigo per servirci uno dei migliori party di sempre.
Questo vuol dire tanto: Sinistri Sei, Fantastici Quattro, Galactus, Dr. Doom, X-Men e poi chissà Daredevil, Punisher, meraviglie.
I fatti sono questi: abbiamo un gancio con Dr. Strange in The Multiverse of Madness che è più un rimorchiatore che un gancetto, connettendo i due film indissolubilmente, abbiamo un plot che trae ispirazione (in maniera speriamo buona e senza le pessime conseguenze del tempo) da One More Day e abbiamo gli indimenticabili Doc Ock e Green Goblin (c’è anche Electro, evviva, ehm).
Siamo tutti in hype. La grande attesa è stata ripagata (anche se viene da chiedersi quali siano i motivi di questa lunga attesa) e la Ragno-Mania torna a farsi sentire come il supereroe più amato e popolare di sempre merita.
In chiusura un paio di chicche e un interrogativo dell’analisi del trailer di Spider-Man No Way Home.
Ad inizio trailer quando MJ e Peter sono stesi sul tetto a chiacchierare si nota un murales alle loro spalle. C’è scritto DITKO. Un bell’omaggio al mai troppo celebrato Steve Ditko, creatore grafico di Spider-Man.
E nel giornale che legge MJ si nota che il titolo riporta “Spider-Minions”: che sia un riferimento ai droni con i quali Spider-Man avrebbe utilizzato per “far fuori” Misteryo?
Ad un certo punto c’è una voce che verso la parte finale del trailer recita: “attento a ciò che desideri, Parker” e nella versione italiana riconosciamo chiaramente la voce di Dr. Strange (Francesco Bulckaen). Nella versione originale tuttavia questa sembra meno riconoscibile e stanno fioccando in rete diecimila teorie su chi potrebbe essere: Willem Dafoe o addirittura Tom Hardy?!? Vabbè rischiamo di entrare nel campo della fantascienza.
In molti hanno effettivamente notato il comportamento un po’ bipolare di Dr. Strange in questo trailer di Spider-Man No Way Home: se inizialmente sembra essere amichevole e ben disposto ad aiutare Peter, poi lo vediamo all’inseguimento mentre gli scaglia contro dei vagoni e mentre separa il suo corpo fisico da quello astrale. Sembra uno Strange molto minaccioso in fondo.
Le teorie sono due: Strange,dopo aver spalancato le porte del multiverso ha avvisato Peter di non interferire ma quest’ultimo cercando di salvare la propria relazione con MJ si mette a fare qualche stupidaggine di troppo, tale da rendere necessario un intervento anche di forza dello Stregone Supremo per evitare altre conseguenze. Oppure in una delle dimensioni alternative aperte esiste un Dr. Strange un pochino diverso da come lo conosciamo.
Piccola nota morale in fondo, perché ormai ho una certa e ho iniziato a parlare come mio padre quando aveva la mia età: la pazienza ripaga, i leak no. Ma questa è un’altra storia.