Emergono nuovi dettagli sull‘attacco hacker che ha paralizzato i servizi informatici della Regione Lazio compromettendo, tra le altre cose, il regolare svolgimento delle operazioni di prenotazione dei vaccini per il Covid-19. Un attacco ransomware da manuale, con tanto di link – da aprire usando Tor – con le istruzioni da seguire per pagare il riscatto.

Link che non sarebbe stato ancora aperto, stando a quanto riportano Open e il Corriere della Sera. O quantomeno, se è stato aperto gli inquirenti hanno preferito non divulgarlo al pubblico. La cifra del riscatto potrebbe ammontare a cinque milioni di euro, stando a quanto ipotizzato da alcuni analisti. Si tratterebbe di una somma compatibile con altri illustri casi simili.

Per il momento non è chiaro se ci sia l’intenzione di pagare quanto richiesto. Potrebbe essere un pericoloso precedente. Si teme che l’attacco contro Lazio Crea, società controllata della Regione, possa aver aperto le porte ad una nuova stagione di attacchi ransomware. Il timore è che molte amministrazioni locali, partecipate e aziende del settore privato siano completamente impreparate ad una escalation di attacchi informatici nel nostro Paese.

Nel frattempo il procuratore di Roma Michele Prestipino ha aggiunto l’aggravante della finalità terroristica al fascicolo aperto, che già include le ipotesi di reato di accesso abusivo a sistema informatico e tentata estorsione. L’origine dell’attacco – ricostruiscono i tecnici del C.N.A.I.P.I.C – sarebbe stata individuata in Russia, ma altra tracce portano tra l’Austria e la Germania.