Il Tokyo 2020 Medal Project ha raccolto ben 78.985 tonnellate di rifiuti elettronici, per un totale di 30,3 chili d’oro, 3.500 chili di argento e 2.200 chili di bronzo. Gli organizzatori su questo progetto: “Speriamo che diventi l’eredità di questi Giochi Olimpici”.

Quando si arriva ad un Olimpiade il sogno di ogni atleta è conquistare una delle tre medaglie a disposizione per scrivere la storia del proprio paese. Ma oltre a essere emblema di assoluta eccellenza sportiva, le medaglie di Tokyo 2020 hanno anche un significato in più: quello della sostenibilità (e sappiamo quanto sia importante ora). Le circa cinquemila che verranno distribuite quest’estate ai campioni, sia olimpici che paralimpici, sono state infatti interamente realizzate a partire da un’enorme quantità di vecchi dispositivi digitali, inclusi 6,2 milioni di smartphone: ben 78.985 tonnellate di rifiuti elettronici dalle quali è stato possibile ricavare 30,3 chili d’oro, 3.500 chili di argento e 2.200 chili di bronzo. 

Le circa cinquemila medaglie che verranno distribuite quest’estate ai campioni, sia olimpici che paralimpici, sono state infatti interamente realizzate a partire da un’enorme quantità di vecchi dispositivi digitali

Decisiva per il positivo esito della maxi raccolta, svoltasi tra aprile 2017 e marzo 2019, la partecipazione al «Tokyo 2020 Medal Project» di oltre il 90% degli enti territoriali giapponesi e di NTT Docomo, il principale operatore telefonico locale. Molto soddisfatto il portavoce dei Giochi Olimpici, per questo progetto così particolare, Hitomi Kamizawa, che si è detto grato per la collaborazione di tutti. A illustrare l’effettivo processo di fabbricazione delle medaglie, dalla separazione dei componenti alla fusione dei metalli preziosi, è stato pubblicato un video pubblicato sugli account social della manifestazione. Per quanto riguarda il design è invece frutto della matita di Junichi Kawanishi, direttore della Japan Sign Design Association e della Osaka Design Society, che ha vinto un contest al quale hanno partecipato altri 399 professionisti nazionali del settore. Su un lato si vede una Nike alata al centro dello stadio Panathinaiko di Atene, sull’altro svetta il logo di Tokyo 2020, circondato da forme circolari che si intersecano dando vita a giochi di luce che intendono simboleggiare l’energia degli atleti e dei loro sostenitori.

Prima volta di medaglie sostenibili?

A dirla tutta non è la prima volta che le medaglie olimpiche vengono prodotte con materiali riciclati. Successe infatti a Vancouver 2010 dove l’1,11% del bronzo, lo 0,12% dell’argento e l’1,52% dell’oro erano stati recuperati (anche quella volta) da apparecchi elettronici dismessi. A Rio 2016 si arrivò invece al 30% sia dell’argento che del bronzo. Tokyo in questo caso completa l’opera come meglio non avrebbe potuto:

Speriamo che il nostro progetto di riciclare piccoli prodotti dell’elettronica di consumo e i nostri sforzi per creare una società più attenta all’ambiente e sostenibile diventino l’eredità dei Giochi olimpici di Tokyo 2020

avevano dichiarato gli organizzatori due anni fa e a vedere come sono andate le cose perseverare in questo caso ha prodotto un vero e proprio progetto al 100% sostenibile.