Il terzo numero della collana Topolino Gold di Panini è dedicato alla ristampa di Paperino e il Razzo Interplanetario (più semplicemente PRI) storia che vede Carlo Chendi alla sceneggiatura e Luciano Bottaro alle matite, originariamente pubblicata in tre parti nel 1960 su Topolino libretto.

Si tratta di uno dei classici più sperimentali della scuola Disney Italiana, opera di due menti geniali, che riadattando un personaggio creato nel 1935 durante il pieno boom fantascientifico che con Buck Rogers, Flash Gordon e affini aveva invaso anche il Bel Paese, realizzano il primo capitolo della prima vera Space Opera Disneyana.

Non è certo un caso se questa storia vanta pubblicazioni e adattamenti in ogni parte del mondo compresa una versione romanzata illustrata da Romano Scarpa.

Dal 1960 ad oggi Paperino e il Razzo Interplanetario è stata tradotta in Francia, Grecia, Finlandia, Portogallo, Brasie e Stati Uniti riscuotendo sempre l’apprezzamento del pubblico.

Nella nuova veste offerta dalla collana Topolino Gold, PRI trova maggiore valorizzazione grazie al grande formato della pubblicazione che permette di apprezzare al meglio l’audacia con cui il compianto Luciano Bottaro ha raccontato le gesta di Paperino, Paperone, Archimede e i nipotini attraverso la galassia.

Il personaggio di Rebo ha origini molto lontane

Il personaggio di Rebo ha origini molto lontane, e ci vengono raccontate nella ricca appendice conclusiva del volume. Siamo nel 1936 quando l’allora direttore di Topolino Federico Perocchi ingaggia lo sceneggiatore Cesare Zavattini commissionandogli una storia a tema fantascientifico.

Nasce così la saga di “Saturno contro la Terra” epopea Si-Fi in chiave italiana che presenta per la prima volta il dittatore di Saturno Rebo. Luciano Bottaro, allora bambino, si appassiona alla saga e ne rimane colpito al punto da sviluppare in collaborazione con Carlo Chendi una ricontestualizzazione del personaggio in chiave Disney oggi divenuta un classico intramontabile.

La vicenda ha inizio sulla Terra, dove Paperon de Paperoni, braccato dai Bassotti, decide di portare tutto il suo patrimonio sulla luna a bordo di un razzo progettato da Archimede.

Un imprevisto costringe l’equipaggio ad un atterraggio di fortuna su Giove, inconsapevole che nel frattempo, su Saturno, il terribile Rebo, signore assoluto del pianeta, sta meditando di invadere proprio il maggiore dei pianeti del sistema solare.

Per raggiungere il suo scopo, Rebo decide di rapire la più grande mente della galassia per costringerla a costruire per lui una schiera di invincibili robot ma, invece di prelevare Archimede, gli scagnozzi di Rebo rapiscono il povero Paperino con tutte le conseguenze del caso.

Uno dei punti di forza di PRI è indubbiamente l’audacia del tratto di Bottaro che infarcisce di deformazioni, colori e prospettive assurde ogni vignetta regalando al lettore un’esperienza unica nel suo genere. Seppur ancorato ad uno stile che ad oggi può apparire datato, il susseguirsi frenetico delle vignette dà al lettore la visione di un universo che in ogni angolo, tra mondi assurdi popolati da funghi che non smettono mai di crescere, avveniristiche navi e tute spaziali, non fa mistero di riferimenti ai classici della fantascienza dell’epoca presentando personaggi dotati della massima espressività.

Si percepiscono affinità con il tratto di altrettanto innovativi grandi autori del periodo come Jacovitti o il segno più minimalista di Morosetti, nel contempo il duo Chendi/Bottaro infarcisce di profonda ironia ogni situazione già a partire dagli assurdi dialoghi del variegato panorama di abitanti che popolano questa assurda galassia.

La sceneggiatura di Chendi è un susseguirsi di gag iserite all’interno di una trama che passo dopo passo presenta il tragicomico personaggio di Rebo senza far mistero del profondo messaggio di satira politica che si cela dietro alla sua figura di dittatore stolto e supremo.

Già solo la presenza di un nemmeno troppo velato messaggio politico permette di comprendere quanto Paperino e il Razzo Interplanetario sia stata un’opera innovativa sotto molteplici punti di vista, capace ancora oggi di reggere bene il passare degli anni.

La nuova edizione all’intenro della collana Topolino Gold è un sentito omaggio al compianto Bottaro e alla scuola ligure del fumetto Disney.

Al di là dell’elegante veste grafica, costituita da una rivisitazione dei protagonisti dell’opera attraverso una copertina realizzata da Enrico Faccini dove troneggia il titolo dell’avventura in caratteri dorati, il volume si apre con un’interessante prefazione di Vito Notarnicola, redattore di Topolino che nel 1995, a distanza di ben 35 anni dalla sua prima apparizione, ha assistito alla pubblicazione su Topolino de “Il ritorno di Rebo” e descrive le  sensazioni suscitate in lui dalle trovate del duo Chendi/Bottaro:

all’inizio pensavo di trovarmi in una zona di comfort, ma nel giro di poche pagine sono stato pervaso come da una scarica elettrica…

A conclusione del volume troviamo alcuni contenuti extra molto interessanti: un approfondimento sulle origini del personaggio di Rebo, l’intervista a Carlo Chendi che ripercorre il periodo in cui è nata l’amicizia e la collaborazione con Bottaro che ha poi portato alla realizzazione dell’opera, un intervista a Enrico Faccini, autore della copertina e odierno esponente della scuola ligure Disney, e da ultimo un ricordo dell’artista scoparso attraverso le sue stesse parole che descrivono quel “macrocosmo” fatto di alieni, streghe, mondi misteriosi caratterizzato dalla totale assenza di limiti alla fantasia.

Un volume incredibilmente interessante che raccoglie una delle storie più innovative di sempre il cui unico limite è quello di essere fruibile per lo più dagli appassionati più di vecchia data. In realtà non si deve cadere in questo tranello, vinta l’iniziale diffidenza ci si trova catapultati all’interno di un universo di forme e colori che ancora oggi è qualcosa di unico, espressione di un’avanguardia fumettistica che nemmeno i più acclamati autori moderni sono riusciti a raggiungere.

Chi vorrà dare una possibilità a questa opera difficilmente rimarrà deluso.

 

80
Paperino e il Razzo Interplanetario
Recensione di Alessandro Mercatelli

Paperino e il Razzo Interplanetario è un'opera innovativa come poche che oltre ad avere il pregio di aver dato vita alla prima vera saga spaziale disneyana del Bel Paese ha anche il merito di aver introdotto il personaggio di Rebo, oggi ancora apprezzato da numerosissimi lettori, e aver impiegato alcuni elementi di satira all'interno del fumetto Disney.

ME GUSTA
  • Storia ironica con risvolti di satira politica...
  • Tratto e dialoghi innovativi per l'epoca che reggono ancora il passare degli anni...
  • Numerosi contenuti extra tutti interessanti
FAIL
  • ...non di immediata comprensione da parte di chi non ha vissuto gli anni in cui è stata pubblicata
  • ...lo stile potrebbe non essere gradito dai lettori moderni