Le forze dell’ordine della Malaysia hanno sequestrato e distrutto oltre 1.000 macchine per il mining di criptovalute. L’operazione è stata testimoniata con un video condiviso sui social, assolutamente da non far vedere a quel vostro amico da tempo a caccia di una GPU da gaming e particolarmente debole di cuore.
Il sequestro è avvenuto nella città di Miri ed è stato dettato non tanto dal mining in sé, che in Malaysia non è illegale, ma dal fatto che le macchine erano state allacciate abusivamente alla rete elettrica. Insomma, chi le gestiva guadagnava milioni di dollari, senza pagare un centesimo in bollette. La bolletta evasa ammonterebbe ad oltre 2 milioni di dollari.
È comunque insolito che le autorità locali abbiano scelto di demolire le mining rig, dato che hanno un mercato non indifferente. Probabilmente un’asta aperta al pubblico avrebbe permesso, come minimo, di raccogliere diverse centinaia di migliaia di euro — il loro valore è stimato attorno ai 5,3 milioni di RM, ossia grossomodo 1 milione di euro.
L’operazione, condotta dalle forze dell’ordine di Miri con la collaborazione dell’azienda Sarawak Energy Berhad, ha portato all’arresto di sei persone, responsabili del furto di elettricità. Le pene non sono particolarmente severe: dovranno scontare una detenzione di 8 mesi e pagare una multa di poco più di 1.000 euro.
Le forze dell’ordine hanno condotto sei diverse operazioni di perquisizione, che hanno portato al sequestro di oltre mille macchine per il mining di criptovalute.