Oggi con la recensione de La Foresta dei Pigmei, per la nostra rubrica Nerd Book Club, racconteremo di un’avventura scritta dalla peruviana Isabel Allende che unisce spiritualità e mistero all’interno dell’Africa Nera. 

La Foresta dei Pigmei è il titolo di questa opera della scrittrice peruviana Isabel Allende, uscita nelle librerie italiane nel 2004, edita da Feltrinelli. Un libro di 224 pagine che appassionerà ogni tipologia di lettore, soprattutto coloro che amano l’avventura e le storie ambientate in luoghi magici come l’Africa.

Perché cacciano i gorilla? La carne è cattiva e non hanno certo un bel pelo.

La Foresta dei Pigmei è il terzo e conclusivo capitolo de Le Avventure di Aquila e Giaguaro, i due animali totemici dei protagonisti, Nadia e Alexander. Qui potreste subito obiettare il fatto che sto recensendo un capitolo finale di una trilogia, ma la particolarità di questa piccola saga targata Allende è proprio questa, non c’è un ordine prestabilito, si tratta di un romanzo autoconclusivo (i primi due si chiamano La città delle Bestie Il regno del Drago d’oro) e che quindi tutti e tre i romanzi sono leggibili singolarmente. Si tratta di tre avventure differenti ovviamente accomunate dai personaggi.

Sono state realizzate diverse edizioni di questo romanzo e in ogni copertina l’illustrazione principale ritraeva un ritratto di una persona con indosso una tipica maschera africana, molto iconica e d’impatto.

La Foresta dei Pigmei è una vicenda assolutamente originale, che ci fa vivere la storia di un popolo perseguitato e di due ragazzi coraggiosi. Dopo aver attraversato la foresta amazzonica e le cime dell’Himalaya e affrontato mille prove Nadia e Alexander si trovano nel cuore dell’Africa nera per salvare una tribù di pigmei dalla schiavitù.

Isabel Allende è nata a Lima, in Perù, nel 1942, ma è vissuta in Cile fino al 1973 lavorando come giornalista. Dopo il golpe di Pinochet si è stabilita in Venezuela e, successivamente, negli Stati Uniti d’America. Il suo primo romanzo La casa degli spiriti, scritto nel 1982, l’ha subito incoronato come una delle voci più importanti della narrativa contemporanea spagnola. Alle spalle decine di romanzi di grande successo, tra i quali anche Zorro. L’inizio di una leggenda (2005), con la trilogia di Aquila e Giaguaro e le avventure di Nadia e Alexander decide di affrontare dei temi molto particolari in salsa adventure.

Kate Cold, insieme ai fotografi Alex e l’amica Nadia ricevono dall’International Geographic l’incarico di preparare un reportage sui safari che si svolgono a dorso d’elefante. A Nairobi Alex e Nadia incontrano un’indovina che li avverte di un pericolo imminente: saranno costretti ad affrontare un mostro a tre teste e solo se resteranno uniti riusciranno ad avere la meglio. Quando incontrano Fratel Fernando, un missionario alla ricerca di due confratelli, decidono di aiutarlo. Si ritroveranno nel cuore della giungla dove verranno in contatto con una tribù di pigmei caduti in disgrazia da quando la sacerdotessa Nana-Asante è stata sconfitta e il loro villaggio è diventato feudo di tre personaggi: il re Kosongo, il militare Mbembelé e lo stregone Sembo. Nadia e Alexander, grazie al loro coraggio riusciranno a sconfiggere i pigmei e a riportare l’armonia nella tribù?

La Foresta dei Pigmei è un’avventura ben scritta con un ritmo incalzante dalle primissime pagine, seppur si tratta di un terzo capitolo è possibile leggerlo anche da solo senza aver letto i primi due, come abbiamo scritto il filo che accomuna le tre storie sono i protagonisti che si ritrovano a documentare e a indagare fatti e vicende in luoghi iconici del nostro pianeta: foresta amazzonica, Himalaya e per quanto riguarda questo capitolo l’Africa nera (a mio avviso il più affascinante). Ho scelto il capitolo finale proprio perché l’ambientazione, seppur usata da tanti scrittori, è sempre affascinante e mi ha riportato ai grandi racconti africani di Conrad e Smith.

Oltre all’ambientazione, che è un tassello importantissimo per l’apprezzamento finale del libro, da evidenziare ci sono sicuramente i temi trattati e il significato della vicenda, dal rispetto per la natura, gli animali allo stato selvaggio e le culture differenti, fino alla salvaguardia di queste ultime. Un gruppo di Pigmei, popolazione etnica dell’Africa equatoriale, si trova infatti in grave pericolo, minacciato in questo caso dal regno del terrore imposto loro da tre losche figure: il re-dittatore Kosongo, lo spietato generale Mbembelé e il temibile stregone Sombe. Questi nascondono un segreto, un mistero che mette a rischio sia molte vite umane sia il delicato equilibrio naturale. Il gruppo di Pigmei, privato della loro regina e del loro potere spirituale e curativo, si trova sottomesso in condizione di schiavitù, privato di libertà e dignità. Nadia con la sua fedele scimmietta, Alexander e la sua energica nonna, Kate, seguiti dall’equipe di quest’ultima, si trovano catapultati in questa terribile realtà dopo un atterraggio di fortuna. Il missionario Fernando li ha infatti convinti ad assisterlo nella ricerca dei suoi fratelli scomparsi nel territorio di Kosongo. Riusciranno i due giovanissimi a riportare la pace e la libertà nel cuore della foresta nera? E riusciranno, nel mentre, a venire a capo dei quesiti del loro cuore, Alexander in particolare, che inizia a guardare Nadia con occhi diversi da quelli di un semplice amico, nel mezzo delle riflessioni adolescenziali?

Un ritmo travolgente e ricco d’avventura. Una storia strutturata alla perfezione come solo Isabel Allende sa fare. Nonostante sia editato come storia per ragazzi accompagnerà anche gli adulti verso un viaggio più misterioso all’interno dell’Africa nera.

Lo svolgimento della trama è abbastanza semplice (in quanto il focus principale della Allende in partenza era una storia per ragazzi) e molto scorrevole, ma comunque ricco di personaggi e colpi di scena. Questo, insieme alle tematiche importanti, come l’inclusione, il rispetto per le culture e madre terra e la leggerezza con cui vengono trattate, fanno risultare molto piacevole la lettura.

Un linguaggio molto pulito e semplice adatto a tutti i tipi di lettori, ma anche molto caratterizzato soprattutto quando si riferisce alla descrizione di luoghi e popolazioni.

La fama della scrittrice forse potrebbe trarre in inganno, nonostante sia etichettato come “storia per ragazzi” si può pensare ad un testo molto articolato adatto anche per ragazzi e invece la Allende si trasforma da scrittrice di fama internazionale, per quanto riguarda la narrativa classica, ad autrice perfetta anche per un pubblico più giovane.

La trasformazione del linguaggio dell’Allende in questa trilogia è totale, l’approccio che ha con una tematica più “semplice” e per ragazzi la rende ancor più grande di quello che è.

Allende riesce sempre ad emozionarci come abbiamo più volte ribadito, nonostante il target del libro sia più per giovani che per adulti (che però è perfetto da leggere in estate). Dopo la crisi data dalla morte della figlia Paula, seguita da un libro non all’altezza della sua fama come Afrodita, Isabelle torna a regalarci emozioni pure, splendide caratterizzazioni umane, avventura a 360° e amore. Non è un caso che ha voluto affrontare un target per lei non così conosciuto, come la narrativa per ragazzi, tuttavia ne esce fuori un bellissimo romanzo a tinte Conradiane da un lato (alcune descrizioni minuziose dei popoli mi hanno ricordato molto Conrad) con un pizzico di sana avventura che non guasta mai. Il coinvolgimento del lettore è totale, si ha la sensazione che Alexander, Nadia e Kate siano diventati nostri amici e separarci da loro sarà molto dura. L’unico difetto del libro è che, la maturazione dei due ragazzini è condita a volte da vari luoghi comuni e magari la seconda parte de La Foresta dei Pigmei risulta a tratti un pò sbrigativa nella risoluzione finale.

Proprio per questo con la recensione de La Foresta dei Pigmei vorremmo consigliare a tutti quei lettori che adorano le storie di amicizia, con un’avventura ai confini della civiltà moderna attraverso luoghi meravigliosi come l’Africa, ma con un’etica importante da tramandare a tutti coloro che si conoscono.

70
La Foresta dei Pigmei
Recensione di Alessio Vissani

Allende con questo romanzo torna a regalarci splendide caratterizzazioni umane, avventura e amore. In questa trilogia (potrete leggere anche soltanto questo capitolo che è il terzo perchè si tratta di romanzi autoconclusivi) si dimostra un'ottima autrice nel mescolare fantasia e realtà fino a rendere difficile la distinzione tra le due. La capacità di coinvolgere il lettore, a livello emozionale, è ai massimi livelli scrivendo una vicenda assolutamente originale, che ci fa vivere la storia di un popolo perseguitato e di due ragazzi molto coraggiosi.

ME GUSTA
  • Una bellissima avventura all'interno di luoghi magici
  • Caratterizzazione dei protagonisti molto originale
  • Descrizioni dei luoghi molto accurate
FAIL
  • La seconda parte del libro decisamente più debole e "sbrigativa" nel chiudere la vicenda