Venerdì 2 luglio è uscito, su tutte le maggiori piattaforme on-demand, A Cena con il Lupo, un giallo con molti elementi horror e da commedia che è stato liberamente tratto da Werewolves Within, videogioco Ubisoft in VR per PC e PlayStation 4. Si tratta di una traslazione inaspettata dal mondo dei videogiochi a quello del cinema e ci siamo quindi soffermati a pensare: quali sono i 10 videogiochi che vorremmo vedere come film?
Di film tratti da videogiochi, nonostante l’importanza che ha ormai assunto il medium, ce ne sono relativamente pochi, e molto potenziale è ancora rimasto inespresso. Molti tentativi del passato hanno fallito, per un motivo o per un altro, e meriterebbero un’altra possibilità (ad esempio Prince of Persia, Street Fighter, Assassin’s Creed).
C’è da dire, per contro, che mentre una volta adattare certi giochi significava prendere un plot basilare e costruirci sopra e intorno (dato che la trama originale, solitamente, era solo un pretesto per l’azione) finendo spesso per andare completamente fuori dall’orbita e dagli intenti originari. Oggi, al contrario, l’aspetto narrativo, in molti giochi, è preponderante e ridurre decine di ore di gioco, nel quale si creano legami sottili -ma molto intrecciati- tra i personaggi e tra gli stessi e il giocatore, a un film di poco più di due ore, vorrebbe dire nel migliore dei casi andare per sottrazione, e nel peggiore, realizzare un bignami poco coinvolgente. Non sarebbe nemmeno azzardabile riproporre Persona 5 in un singolo lungometraggio, per dire. Per questo, le trasposizioni da romanzi e videogiochi stanno andando sempre più in direzione delle serie tv, che permettono uno sviluppo più accurato e la possibilità di creare legami affettivi con lo spettatore più forti.
Senza contare che i videogiochi con all’interno scelte morali e finali multipli (come ad esempio Life is Strange e Detroit Become Human) risulterebbero “limitati” nell’esperienza rispetto a quella videoludica, per forza di cose più variegata e personale.
Questo non vuol dire che il cinema non possa sfruttare alcune ottime idee prese dai videogiochi originali per sopperire alla mancanza di interattività, fornendo comunque uno spettacolo coinvolgente: vediamo come potrebbe fare.
Monkey Island
Per chi non la conoscesse, quella di Monkey Island è una serie di avventure grafiche che ha contribuito a creare e rendere popolare il genere di appartenenza. Composta da cinque capitoli, riproposti nel corso degli anni in varie versioni e riedizioni, contiene al suo interno tutti i migliori elementi del cinema e del romanzo d’avventura a cui il suo ideatore Ron Gilbert si è rifatto per la realizzazione di The Secret of Monkey Island, primo titolo della saga.
L’epopea narra le gesta (e le disavventure) di Guybrush Threepwood, aspirante pirata nel mar dei Caraibi che si ritroverà invischiato in imprese epiche quanto assurde, in un contesto avventuroso ma al contempo surreale. Se vi ricorda Pirati dei Caraibi con Johnny Depp non c’è nulla di strano: lo stesso Gilbert, quando ideò il gioco sul finire degli anni ’80, prese ispirazione anche dall’attrazione presente a Disneyland, ed entrambe le properties hanno un debito nei confronti del romanzo Mari stregati (On Stranger Tides) che nel 1987 ha settato le coordinate per le ambientazioni piratesche fantasy.
Il gioco, originariamente pubblicato da LucasArts, potrebbe essere un ottimo modo per Disney di replicare la sua saga piratesca più famosa al cinema senza passare da un vero reboot, ma semplicemente passando da una IP all’altra.
Metroid
Nintendo, dopo l’opinabile esperimento di Super Mario Bros. al cinema trent’anni fa, è sempre stata restia nel concedere i propri personaggi per opere filmiche: tuttavia, il recente accordo con Illumination per realizzare un film animato di Mario lascia ben sperare per il futuro, e possiamo dunque fantasticare non solo sull’avvenire cinematografico del Regno dei Funghi ma anche su altre properties della Casa di Kyoto dall’alto potenziale.
Tra queste c’è sicuramente Metroid, saga spaziale di giochi d’avventura che segue le peripezie di Samus Aran, ex soldato riciclatosi come cacciatrice di taglie intergalattica che si oppone agli infidi Space Pirates e alle loro mire sui Metroid, organismi alieni parassitari e predatori che minacciano le altre forme di vita.
Si tratta di una serie molto amata dai fan, che al cinema potrebbe fare benissimo con atmosfere cupe alla Alien, un pizzico di Star Trek e una protagonista che è un emblema del Girl Power da ormai 35 anni. Brie Larson (ovvero la Captain Marvel del MCU) si è più volte proposta per il ruolo.
The Legend of Zelda
Restando in casa Nintendo, un altro franchise che potrebbe letteralmente decollare sarebbe quello di The Legend of Zelda, dato l’interesse medio attuale per il fantasy. Immaginate un film di grande respiro, una produzione importante alla Il Signore degli Anelli, che potrebbe introdurre il mito di Zelda e Link al grande pubblico rendendo giustizia alla storyline originale, espandendo la mitologia legata alla Triforza in un multiverso sempre familiare e interconnesso ma fatto di episodi a sé stanti.
A livello di produzione è una vittoria in partenza, viste le possibilità. Chissà se lo vedremo mai.
Castlevania
Konami ha nel cassetto delle proprietà intellettuali dall’enorme potenziale cinematografico, ma non le sfrutta. Abbiamo avuto due film su Silent Hill, ma il riscontro è stato a dir poco tiepido. Sono letteralmente lustri che aspettiamo un film su Metal Gear Solid, perennemente in pre-produzione. Di Castlevania, invece, abbiamo avuto solo recentemente una serie animata su Netflix.
Sarebbe tuttavia un peccato non cercare di creare un action horror in live action tratto dalla faida tra Dracula e i Belmont: il fascino dell’ambientazione, dei vampiri, delle creature della notte e dei suoi cacciatori potrebbe essere impareggiabile, creando una saga generazionale che potrebbe funzionare molto bene nel corso degli anni. Speriamo che qualche produttore cinematografico se ne renda conto, prima o poi.
Samurai Shodown
I picchiaduro a incontri sono stati tra i generi più “saccheggiati” quando si è trattato di film derivanti dai videogiochi, ma i risultati sono (quasi) sempre stati a dir poco risibili, nonostante in realtà basterebbe poco per rendere memorabile un film d’azione con un torneo di arti marziali alla base. In questa lista noi tentiamo la carta dell’ambientazione storica: Samurai Shodown (ma anche Soul Calibur, volendo) sarebbe perfetto in questo senso, perché ci libera dell’ambientazione moderna che vedrebbe il solito torneo di MMA clandestino per calarci in un periodo storico esotico e pieno di pittoreschi personaggi.
Nel caso specifico di Samurai Shodown, parliamo del Giappone della fine del ‘700, un periodo in cui il Paese era ancora in pieno stato di isolazione e il classico si scontrava molto ferocemente col moderno in arrivo da occidente. Nelle mani di un regista in grado di interpretare la cultura nipponica potremmo vedere il più bel film di ninja e samurai di sempre.
Streets of Rage
Restando in ambito picchiaduro, spostiamoci nel sottogenere di quelli “a scorrimento” che sta attualmente vivendo una seconda giovinezza. I due più storici esponenti della categoria probabilmente sono Double Dragon (effettivamente portato al cinema, vent’anni fa, ma preferiamo far finta che quella pellicola non sia mai esistita!) e Final Fight (di suo, ispirato al cinema di Walter Hill).
Ma abbiamo scelto Streets of Rage perché, dei tre, il titolo SEGA è quello più spiccatamente anni ’90, e dopo aver consumato ogni stilla di voglia di revival anni ’80 stanno per tornare di moda i nineties: i prodromi li stiamo già vedendo nelle produzioni che si stanno affacciando in tv.
Dunque un bel crime thriller pieno d’azione, con tre ex poliziotti che, da soli, ripuliscono i bassifondi della città da una cospirazione criminale a suon di cazzotti, ci starebbe bene… naturalmente eccedendo nell’estetica al neon, nei colori fluo, nella musica al sintetizzatore.
Ghosts ‘n Goblins
Altro giro, altra Capcom: Ghosts ‘n Goblins ha un potenziale pazzesco, mai sfruttato a dovere. Un bizzarro ma determinato cavaliere che si aggira per un villaggio demoniaco pieno di mostri per salvare la sua bella è un plot di base semplice ma aperto a grandi exploit, potendo unire azione sfrenata, horror e umorismo. Pretendiamo Ryan Reynolds barbuto, con tanto di armatura (e boxer con le fragole sotto) che spara battute (e lance) a destra e a manca!
Out Run
Sono oramai molti anni che l’IP di Out Run è silente, nella scuderia SEGA, ma sarebbe una gran bella cosa se tornasse in auge con un nuovo videogioco e, magari, una pellicola cinematografica.
Capostipite di una serie di giochi di corse sui generis, Out Run vede il giocatore alla guida di un’auto sportiva, cercando di arrivare alla fine di un lungo percorso stradale civile attraversando luoghi caratteristici (ad esempio, un classico coast to coast degli Stati Uniti).
Immaginate una sorta di Fast & Furious meno caotico e più dedito, come nei primi episodi della saga, alle corse automobilistiche che alle grandi rapine o alle missioni impossibili. Qualcosa di simile, in effetti, è stato tentato con il film di Need for Speed, qualche anno fa, che però nonostante non fosse niente male è volato sotto i radar del pubblico. Ma ci vuole il giusto appeal da videoclip e tanta musica travolgente: qualcuno lo proponga a Edgar Wright!
Final Fantasy
Qui veniamo a un tasto dolente. Final Fantasy è già arrivato al cinema vent’anni fa, con un film (The Spirits Within) profondamente sbagliato nonostante tutti i buoni propositi. Ci è anche tornato, con il sequel delle avventure di Final Fantasy VII (Advent Children) e il prequel di quelle di Final Fantasy XV (Kingsglaive). Questi ultimi due sono bei film, ma… sono film in animazione CGI destinati ai fan della saga, più che opere a sé stanti.
E se invece prendessimo il meglio dai singoli capitoli numerati e ne realizzassimo il miglior sunto possibile, in live action? Epurati dalle meccaniche più stantie del combat system e di certe ingenuità di trama, Final Fantasy VIII, IX e X (solo per citare i più noti oltre al VII) potrebbero regalare momenti di puro spettacolo, a patto di rispettare l’estetica originale, non tradendola ma rinnovandola in qualche modo. E potrebbero fare da apripista per far conoscere meglio i capitoli meno noti della saga, ma altrettanto belli, come lo splendido VI, le cui atmosfere eteree sarebbero a dir poco meravigliose al cinema.
Hades
Chiudiamo la nostra carrellata, piena di titoli a dir poco storici, con un videogioco invece piuttosto recente, ma che ha fatto strage di cuori (e incetta di premi) nel 2020 e si prepara ad essere conosciuto dalla fetta di pubblico che non ha avuto ancora modo di provarlo su PC e Nintendo Switch, grazie ai porting in arrivo per PlayStation e Xbox: Hades.
Il titolo Supergiant Games è un gioco d’azione con visuale isometrica e molti elementi roguelike, ambientato nell’Oltretomba dei miti greci e che vi vede nei panni di Zagreus, figlio di Ade, intento a fuggire dal regno del padre in cerca delle sue origini e del suo posto nel mondo. Caratterizzato da una giocabilità di livello altissimo e un comparto tecnico e artistico di prim’ordine e molto ispirato, Hades vanta anche una componente narrativa molto ben gestita e interessante: il concept di fondo non risponde al cliché dell’avventura destinata a salvare il mondo ma a una “semplice” ribellione pseudo-adolescenziale, con personaggi caratterizzati con molta intelligenza e perizia e numerosi elementi che potrebbero venire organizzati e replicati in una sceneggiatura cinematografica di forte impatto, oltre che originale, utilizzando naturalmente anche la meccanica di morte e rinascita che caratterizza il videogioco originale.
Originale come, del resto, è anche lo stesso A Cena con il Lupo, che prende giustamente spunto nel concept e nelle dinamiche del “sospetto”, nonché nell’umorismo di fondo di certe trovate, per consegnarci un giallo ben congegnato e, soprattutto, divertente. Vedremo cosa ci riserverà il futuro dei videogiochi al cinema: Ubisoft è già all’opera per portare, sul piccolo e sul grande schermo, altre sue importanti properties, come ad esempio Far Cry e Splinter Cell.
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