Google è ormai al centro della catena pubblicitaria online in tutti i sensi, in quanto si trova in pressoché tutte le posizioni grazie al suo dominio sul mercato. Si tratta ovviamente di un male necessario, dato dalle varie attività che l’azienda svolge nei vari ambiti, ma ciò ovviamente può facilmente sfociare all’infuori di quanto permesso dall’antitrust.
La Commissione Europea ha infatti deciso di indagare in merito al fine di capire se le operazioni svolte da Google sono all’effettivo tutte lecite, e non vanno in qualche modo regolamentate. Attualmente l’organo dell’Europa non ha ancora decretato quindi una possibile colpevolezza dell’azienda, in quanto le indagini sono iniziate da poco e potremo scoprire più dettagli in merito solo nel corso delle prossime settimane.
Cogliendo quasi l’occasione, l’Europa si preoccuperà anche di controllare se Google rilascia correttamente i dati degli utenti alla competizione, permettendo quindi a questa di agire nelle regole durante le proprie manovre pubblicitarie.
Di seguito le parole della Competition Chief Margrethe Vestager della Commissione Europea:
Google ottiene dati da usare per pubblicità indirizzate, vende spazio pubblicitario e agisce anche come intermediario per le pubblicità online. Di conseguenza, Google è presente in quasi tutti i livelli della catena produttiva per le pubblicità online. Siamo preoccupati che Google abbia reso più difficile le pubblicità online dei servizi rivali di competere nella catena delle pubblicità.
Controlleremo anche le politiche di Google in merito al tracking degli utenti per assicurarci che siano in linea con la sana competizione.
Considerando la posizione di Google in questa vicenda, è chiaro che si tratti di una situazione particolarmente delicata e spinosa, ma non è detto ovviamente che le indagini non confermino una regolarità da parte dell’azienda, atta a evitare disparità per quanto concerne i rapporti pubblicitari pur agendo sia da cliente che da intermediario.
Restiamo sintonizzati per scoprire in che modo si evolverà la vicenda, sperando che la Commissione Europea possa presto aggiornarci sullo stato delle indagini.