Questa lista dei 10 migliori film LGBTQ+ su Netflix non vuole riproporvi i soliti tre o quattro film famosi che ormai hanno visto anche i vostri nonni ma, farvi scoprire qualche perla nascosta che magari vi eravate persi. Negli ultimi dieci anni c’è stato un notevole cambiamento nella rappresentazione delle tematiche LGBTQ+ nei film e nelle serie TV, ma per essere onesti: la rappresentazione di questi temi nei film non è sempre stata esattamente all’altezza. Per tanto tempo, il buon cinema queer è stato praticamente inesistente o recitato solo attraverso stereotipi triti e ritriti.
Fortunatamente, questa tendenza è cambiata e sta cambiando e il cinema LGBTQ+ è riuscito a raccontare storie di un certo spessore e autentiche.
La bellezza della rappresentazione di temi LGBTQ+ nei film è che, proprio come i membri della sua comunità, non esiste una storia che è “uguale per tutti”.
Ciò significa che ci sono molte tipologie di film: drammi, commedie e film documentari. Ecco i 10 migliori film LGBTQ+ su Netflix che abbiamo scelto per voi.
The Boys in the Band
Il primo film della nostra lista dei 10 migliori film a tema LGBTQ+ su Netflix è The Boys in the Band che nasce come spettacolo teatrale a Broadway per commemorare il 50° anniversario di Mart Crowley. Nel 1970 era anche stato adattato in un film dal regista William Friedkin. Come nel film, la versione 2020 di Netflix ripropone l’intero cast teatrale nei loro ruoli, risultando in una produzione composta interamente da attori apertamente gay. I volti più noti della troupe sono Jim Parsons, Zachary Quinto e Matt Bomer. Ryan Murphy funge solo da produttore, e affidato le redini al regista Joe Mantello.
È l’anno prima de i moti di Stonewall e sei amici stanno organizzando una festa per il loro amico, Harold (Quinto). Questa festa si svolgerà a casa di Michael (Parsons), il loro maestro di cerimonie. Tra gli altri ospiti, Hank (Tuc Watkins) è un ragazzo apparentemente etero che sta lasciando moglie e figli per stare con Larry (Andrew Rannells).
L’evento principale arriva con la proposta di un gioco bizzarro ed emotivamente sadico che Michael impone di fare a tutti, quando sono sufficientemente ubriachi. Ognuno deve telefonare all’unica persona del proprio passato di cui si è innamorato per la prima volta e di cui è ancora segretamente innamorato. Sembra una premessa artificiosa e melodrammatica per grandi discorsi e flashback, ed è proprio quello che è.
The Boys in the Band è il ritratto di un’epoca più innocente, o almeno più ingenua, ancora politicamente non radicalizzata dall’Aids e dal contraccolpo dell’omofobia, quando il problema più grande era solo essere accettati.
Ma è comunque piacevole guardare un film fatto di idee, in cui le persone hanno lunghe conversazioni sui loro sentimenti. È tutto inaspettatamente potente, in particolare nell’assurdità e nel dolore che Parsons esprime nella sua performance. È una strana, irresistibile dose di infelicità.
Il ballo dei 41
Tra i 10 migliori film a tema LGBTQ+ su Netflix non può mancare la storia controversa de Il ballo dei 41. Novembre 1901. Città del Messico. Un raid della polizia a una festa privata dell’alta società porta all’arresto di 42 uomini. Diciannove si trovano ad indossare sontuosi abiti da ballo. Tra gli arrestati ci sono figure chiave della classe dirigente messicana, inclusa una il cui nome e la cui presenza alla festa vengono prontamente cancellati dagli atti. Il ballo dei 41 di David Pablos ripercorre la storia reale di quell’uomo: Ignacio de la Torre (Alfonso Herrera, Sense8), l’allora genero del presidente messicano Porfirio Díaz.
La trama però non inizia con lo scandalo politico che dà il titolo al film ma lo usa come punto culminante, sarà la storia d’amore giocata sullo sfondo a mostrare le strutture di potere patriarcali della nobiltà messicana di inizio secolo.
Mentre Ignacio, che è stato recentemente sposato con Amada Díaz (Mabel Cadena) e a sua volta nominato al Congresso, trama un’ambiziosa carriera politica, una notte si innamora di Evaristo Rivas (Emiliano Zurita).
Il linguaggio del corpo e gli sguardi consapevoli del giovane avvocato di bell’aspetto accendono subito gli interessi di Ignacio, ma i loro mezzi sorrisi rivelano subito che la loro connessione potrà sbocciare solo nell’oscurità. Ignacio ed Evaristo diventano inseparabili amanti che scappano via ogni volta che ne hanno la possibilità. La loro relazione diventa ancora più seria quando Ignacio invita Eva in una società segreta. La sua iniziazione, che si trasforma in un baccanale orgiastico, è il primo caso in cui è chiaro che ciò che sta accadendo tra loro non è solo una relazione dettata dalla lussuria.
Il loro corteggiamento e la loro relazione, che presto diventano il pettegolezzo della città, sono in netto contrasto con il matrimonio senza amore e svogliato di Ignacio e Amada. Il ruolo della moglie avrebbe potuto rimanere ai margini dalla storia, ma il personaggio di Amada dipinge invece il ritratto di una donna derubata della sua famiglia da un uomo insensibile che l’ha sposata solo per convenienza.
Your Name Engraved Herein
La storia d’amore del dramma taiwanese Your Name Engraved Herein è ambientata in una scuola superiore cattolica per ragazzi. È il 1987, poco dopo la fine di quasi quattro decenni di legge marziale, però prima dell’allentamento della repressione sociale. Tra i 10 migliori film a tema LGBTQ+ su Netflix questo è quello che affronta anche tematiche sociali molto controverse.
Jia-Han (Edward Chen) l’idolo dei suoi compagni di classe, viene colpito dal nuovo studente arrivato, Birdy (Jing-Hua Tseng). I due legano immediatamente, il loro cameratismo da compagni di classe è una copertura per la loro crescente intimità. I loro corpi che si aggrappano l’uno all’altro sul retro di uno scooter.
Quando la scuola inizia ad ammettere le ragazze, Birdy si mette con una ragazza e Jia-Han lotta per nascondere il suo cuore spezzato.
Il regista, Patrick Liu, ha occhio per il modo in cui si manifesta il desiderio fisico: i gesti di affetto, le posture delle persone che fingono di non riconoscersi. Non affretta la storia d’amore tra i ragazzi e la sua pazienza consente agli attori di sviluppare una chimica credibile.
Tuttavia, indugiare troppo a lungo in profondi sospiri e nella cecità di un primo amore a volte può sembrare soffocante. E il film è così concentrato sull’attrazione di Jia-Han e Birdy che i dettagli della scuola dei ragazzi, delle loro famiglie e delle circostanze politiche che li circondano passano in secondo piano.
I am Michael
“Non tutti vogliono far parte della sottocultura”
esclama Michael Glatze (James Franco), nel film d’esordio dello sceneggiatore e regista Justin Kelly I Am Michael. Il film ruota intorno al personaggio di Glatze che cerca di convincere i suoi colleghi della rivista gay XY di San Francisco che l'”identità gay” come viene intesa è limitante e dovrebbe essere respinta. I suoi colleghi lo guardano come se non sapessero di cosa sta parlando, ma questa sarà solo la fase iniziale della trasformazione del loro amico attivista. C’è chi potrebbe pensare che questo non possa fare parte dei 10 migliori film a tema LGBTQ+ su Netflix e invece questa storia tocca molti dei pregiudizi che sono ancora presenti nella mentalità della gente.
La trama del film si basa sulla storia vera di Michael Glatze in cui si tenta di comprendere il viaggio del protagonista per diventare quello che nei circoli fondamentalisti cristiani veniva chiamato un “ex-gay”.
Michael Glatze era un membro molto visibile della comunità LGBTQ+ attraverso il suo lavoro con XY, così come si chiama la rivista da lui fondata che si concentrava sulla sensibilizzazione dei giovani, Young Gay Americans. Nel luglio 2007, ha scritto un articolo su WorldNet Daily annunciando di essersi convertito al cristianesimo e di non essere più omosessuale.
La “terapia riparativa” (come praticata da Love Wins Out e Exodus International, entrambe organizzazioni ora defunte e smentite dai loro stessi fondatori) non faceva parte del viaggio di Glatze, sebbene si fosse sottoposto a un processo di de-programmazione altrettanto rigoroso.
La sua trasformazione è stata offensiva per coloro che lo conoscevano personalmente, compreso il suo ragazzo Ben. La sceneggiatura di Kelly è basata sull’articolo del New York Times del 2011 di Benoit Denizet-Lewis intitolato My Ex-Gay Friend.
I Am Michael inizia con una scena agghiacciante in cui un Michael ripulito e abbottonato dice a un adolescente in difficoltà in una sessione di consulenza che è possibile superare i propri desideri omosessuali. Si passa poi a un flashback della vita di Michael, dove lui e il suo ragazzo Bennett (un meraviglioso Zachary Quinto) ballano a un rave party. Bennett è un architetto e Michael lavora alla XY, sostenendo in riunioni editoriali che essere attratti dallo stesso sesso non definisce chi sei. Michael e Bennett viaggiano attraverso il paese, realizzando un documentario sui giovani gay in aree lontane dai centri costieri liberali.
In una piccola città, Glatze assiste a un giovane ragazzo gay che conforta un’amica triste con una preghiera a Gesù per lei. Michael è colpito da questo, e inizia a sfidare i suoi presupposti che essere gay ed essere cristiani non possano coesistere. Quando crede di aver sviluppato la condizione cardiaca che ha ucciso suo padre, la sua paura della morte e il suo desiderio di avere di più dalla sua vita lo portano in quella che può essere descritta solo come un’esperienza di conversione.
L’albero del sangue
Cercare di ricostruire le storie familiari è piuttosto complicato nella vita reale. L’albero del sangue, sfida gli spettatori a mettere insieme le vite interconnesse di due giovani innamorati mentre scrivono la loro storia. La loro storia però è solo il punto di partenza infatti quello che scopriranno fa rientrare questo film tra i 10 migliori film a tema LGBTQ+ su Netflix.
Rebeca (Úrsula Corberó) e Marc (Álvaro Cervantes), una giovane coppia profondamente innamorata, si recano in una fattoria nei Paesi Baschi, abbracciano il grande albero di fronte alla fattoria e cominciano a scrivere la loro storia. La fattoria appartiene ad Amaia (Patricia López Arnaiz), acclamata autrice che entrambi conoscono, ma non è stata utilizzata da quando suo padre è morto. Quando Rebeca si guarda intorno, inizia ad avere delle visioni sulle persone che abitavano lì prima.
Quindi, mentre iniziano il loro viaggio nelle loro storie familiari, vediamo cosa è accaduto attraverso vari flashback. Mentre Marc e Rebeca scrivono di più sulle loro famiglie però, scoprono di essere ancora più intrecciati di quanto si rendessero conto all’inizio, il che porta i due a separarsi.
L’albero del sangue (titolo originale: El árbol de la sangre) è film contorto, tagliente e a volte è difficile stare dietro alla trama ma, per qualche ragione, ti risucchia nel vortice delle vicende della storia d’origine di questa giovane coppia.
Marc e Rebeca si alternano a scrivere parti della loro storia e con l’aumentare dei flashback (il colore dei flashback era più saturo rispetto ai giorni nostri, che è la convenzione opposta a quella che vediamo di solito) tutti i pezzi iniziano ad andare al loro posto. Il film dura 138 minuti, e per quanto verrete coinvolti nella storia, avrete bisogno di prestare molta attenzione per mettere insieme tutti i pezzi.
Mine Vaganti
Mine Vaganti rientra sicuramente tra i film italiani più conosciuti con tematiche LGBTQ+ ma non potevamo non metterlo tra i 10 migliori film LGBTQ+ su Netflix. Ambientato a Lecce, il film si concentra sulla famiglia allargata Cantone, che produce pasta su scala industriale. Il protagonista, Tommaso (Riccardo Scamarcio) è appena tornato dai suoi studi a Roma, e si ritrova con il fratello maggiore Antonio (Preziosi) che gestisce il pastificio.
A completare il ritratto di famiglia abbiamo: la madre altezzosa Stefania (Savino), il padre esigente Vincenzo (Fantastichini), la saggia nonna Oma (Occhini) e l’eccentrica zia Luciana (Ricci). Tommaso confessa al fratello di nutrire ambizioni di scrittore e di studiare lettere a Roma piuttosto che economia. Annuncia anche di essere gay. Ma quella sera Tommaso ha la meglio quando, proprio mentre sta per annunciare il suo segreto, Antonio interviene e dichiara di essere lui stesso è gay, e di aver avuto una relazione con un operaio in fabbrica.
Incredulo e poi furioso, il patriarca Vincenzo caccia Antonio dal nido di famiglia, e poi ha un piccolo infarto – a quel punto Tommaso è costretto a mettere da parte le sue rivelazioni e ad entrare nell’azienda di famiglia. Tra i 10 migliori film a tema LGBTQ+ su Netflix questo è quello dai toni più leggeri ma non per questo meno importante.
La regia di Ozpetek ama raccontare storie di amori non corrisposti, pesi emotivi incomunicabili, il tutto alternato da momenti di commedia in cui Tommaso tenta di insegnare ai suoi genitori un minimo di tolleranza mantenendo il proprio segreto nascosto.
Super Deluxe
Tra i 10 migliori film a tema LGBTQ+ su Netflix Super Deluxe non poteva mancare, il film raccoglie quattro storie diverse e i protagonisti di ognuna di queste storie sono messi alla prova a causa delle loro convinzioni nei modi più strani. Per i coniugi Vembu (Samantha) e Mukil (Fahadh Faasil), la situazione in cui si trovano è una prova della loro relazione coniugale. Per Shilpa (Vijay Sethupathi) si tratta della prova del suo amore per suo figlio, un transgender che è tornato dalla sua famiglia.
Per Arputham (Mysskin), che è sopravvissuta allo tsunami e ha trovato un nuovo Dio e Leela (Ramya Krishnan), un’ex pornostar che sta disperatamente cercando di salvare il figlio ferito, Soori, è una prova della loro fede in Dio e nell’umanità.
Svelare qualcosa di più sulla trama di Super Deluxe rovinerà il divertimento e la gioia di vivere qualcosa di singolarmente unico.
In questo film c’è un mix di tutto: doppi sensi, parolacce, momenti drammatici, commenti politici e sociali, romanticismo, sentimento e persino una riflessione su cosa significa vivere. C’è ambizione, genio e anche un grande cuore che batte.
Un amore segreto
Tra i 10 migliori film a tema LGBTQ+ su Netflix non può mancare la storia vera di Terry Donahue e Pat Henschel, con la loro relazione romantica raccontata nel commovente film documentario di Chris Bolan, Un amore segreto. Anche se la devozione tra Terry e Pat è durata sette decenni, le due donne hanno nascosto la loro unione a quasi tutti quelli che le conoscevano. Il film di Bolan, porta l’amore delle due donne fuori dall’ombra e gli dà la tanto attesa possibilità di brillare.
Un aspetto principale del racconto è l’età della coppia e i preparativi per quello che probabilmente sarà l’ultimo capitolo della loro vita, minacciato dalla salute precaria. Da un lato, c’è una ricchezza di materiale d’archivio – fotografie nostalgiche, filmati casalinghi sgranati, ritagli di giornale – a disposizione del regista, che è tra i pronipoti di Terry e quindi, personalmente investito per annullare il trattamento discriminante subito dalla sua prozia. Dall’altro, c’è la realtà odierna con cui la coppia residente in Illinois deve fare i conti.
Con l’accattivante sfondo della storia congiunta delle due donne vista da questo lato del movimento per l’uguaglianza del matrimonio, Bolan smantella questi ostacoli personali e familiari con tocchi premurosi e momenti intimamente catturati, aiutati dalla colonna sonora opportunamente sentimentale di Duncan Thum. Ciò che rivela durante sono due individui che si prendono teneramente cura l’uno dell’altro e cercano di conciliare la vita sicura e appagante che si sono costruiti con cautela e faticosamente, con il desiderio di evolversi in un’esistenza più pratica in futuro.
Questo porta con sé una serie di decisioni che devono essere prese, forse trasferirsi in una casa di cura dove sarebbero l’unica coppia gay, una maggiore vicinanza ai parenti su cui possono fare affidamento, e infine rendere ufficiale la loro unione per legge attraverso una cerimonia di matrimonio, dopo decenni passati a nascondersi da sguardi indiscreti e sostenendo di essere cugine l’una dell’altra.
Alla fine, questa è una storia che conquista tutti, con tutto che passa in secondo piano quando Terry e Pat si scambiano le loro promesse di fronte a una folla con le lacrime agli occhi. L’effetto è allo stesso tempo commovente e potente:
Finalmente il mio cuore è una porta aperta. E il mio amore segreto non è più un segreto.
L’altra metà
L’altra metà presenta molti dei tipi di personaggi che vediamo così spesso nei film e nei romanzi per adolescenti: ragazzi che esprimono le loro ansie e desideri attraverso una narrazione spiritosa e consapevole di sé. La premessa fondamentale è che gli adolescenti sui gradini più disparati della gerarchia sociale delle scuole superiori possono creare legami segreti ma che cambiano la loro vita.
Leah Lewis interpreta Ellie Chu, una studiosa e timida immigrata cinese-americana che è l’unico ragazza asiatica nell’immaginario Squahamish, Washington. Ellie può sembrare innocente ma è abbastanza esperta da aver sviluppato un’attività in forte espansione scrivendo saggi per soldi; questo le permette anche di aiutare a mantenere lo stretto appartamento che condivide con suo padre vedovo (Collin Chou), un ingegnere che trascorre serate tranquille guardando film classici come Casablanca per migliorare il suo inglese.
In questa vivida ambientazione, Wu introduce due personaggi che costringeranno Ellie ad emergere dal suo guscio solitario. Paul Munsky (Daniel Diemer) è il dolce e ottuso giocatore della terribile squadra di football del liceo che chiederà a Ellie di aiutarlo a scrivere una lettera d’amore ad Aster Flores (Alexxis Lemire), una bellissima nuova arrivata che si è ritrovata con riluttanza a far parte della cricca popolare e di cui Ellie si innamorerà.
La relazione più commovente in realtà si verifica tra Ellie e Paul stessi. Inizialmente si presenta come un idiota, ma è genuino, leale e ha un cuore d’oro, e diventa inaspettatamente il primo vero amico che Ellie abbia mai avuto. Al contrario, Ellie ispira Paul a scavare dentro se stesso e imparare a stabilire connessioni più significative di quelle a cui è abituato con i suoi compagni di football idioti.
Questi ragazzi si sforzano di rispettare le tradizioni e le aspettative delle loro famiglie, ma allo stesso tempo creano nuovi percorsi che soddisfano i propri sogni e le proprie pulsioni.
Elisa e Marcela
L’affascinante storia vera di una coppia lesbica spagnola che ha ingannato un prete per farle sposare nel 1901 non poteva non essere presente tra i 10 migliori film a tema LGBTQ+ su Netflix .
In superficie, Elisa & Marcela può sembrare una storia d’amore che vede due donne rischiare il ridicolo e la prigione per esprimere il loro amore. Il film biografico romanzato di Isabel Coixet però spesso finisce per essere noioso e privo di tridimensionalità. Nel 1898, Marcela (Greta Fernández) inizia a frequentare una scuola conventuale nella sua città natale di A Coruña. Il primo giorno incontra la studentessa del terzo anno Elisa (Natalia de Molina), che vive in convento con sua zia, direttrice della scuola, e nasce rapidamente un’amicizia basata sul sostegno e l’attrazione.
Mentre Elisa è per lo più abbandonata a se stessa, Marcela è oppressa dal suo tirannico padre (Francesc Orella), il tipo di pater familias stereotipato che denigra l’educazione femminile, si lamenta della cucina della moglie e apparentemente vieta più di due candele in una stanza. La madre intimidita di Elisa (María Pujalte) rivela a sua figlia che ha nascosto uno dei romanzi femministi di Emilia Pardo Bazán nelle sue sottovesti, ma è troppo terrorizzata per difendere se stessa o sua figlia.
Passano tre anni e Marcela trova lavoro come insegnante di scuola in un villaggio vicino a dove insegna anche Elisa. Nella privacy della casa che ora condividono, le due donne si abbandonano a un divertimento sensuale che include, per ragioni inspiegabili, un polpo, alghe e latte. Questi strani oggetti di scena sessuali de-eroticizzano l’unione, trasformando le scene in qualcosa di vagamente ridicolo.
La gente del posto capisce che le donne sono più che semplici amiche, quindi Elisa si traveste da uomo per sposarsi con Marcela. Fortunatamente per loro un prete, che evidentemente ha problemi di vista, non riesce a capire che i suoi baffi sono disegnati a matita, e sposa le due in chiesa.
Elisa Sánchez Loriga e Marcela Gracia Ibeas sono esistite davvero ma a ad essere sinceri la loro storia è molto più affascinante e complessa di come viene rappresentata nel film.
Tutti i film sono disponibili per la visione su Netflix.