Tutti gli anni il solstizio d’estate diventava un motivo per visitare il sito archeologico di Stonehenge, nel Regno Unito, per la posizione del suo asse, in linea con il sole durante il solstizio, quando un fascio di luce attraversa il portale di pietra e va a posarsi sull’altare al centro del sito.  Nel 2020 a causa della pandemia fu annullato ogni evento, ma quest’anno nel segno della rinascita più totale ci sarà di nuovo la possibilità di visitare Stonehenge il 21 giugno.

Il solstizio d’estate, che cade il 21 giugno è il giorno più lungo dell’anno e dopo gli eventi nefasti del 2020, con addirittura gli eventi dedicati allo stesso solstizio annullati a Stonehenge, finalmente nel 2021 ci si riapproprierà di un giornata dal grande valore. Se già in passato è stato associato alla luce, alla rinascita, al ritorno alla vita, quest’anno lo sarà ancora di più.

A Stonehenge dopo lo stop del 2020 a causa della pandemia, sarà possibile tornare ad ammirare il solstizio d’estate.

Il sole sorge tra le pietre e sopra la folla a Stonehenge, dove le persone si riuniscono per celebrare l’alba del giorno più lungo del Regno Unito. Anche chi non si trova a Stonehenge però potrà vivere il giorno del Solstizio con lo stesso spirito. Quest’anno, a differenza dell’anno orribile del 2020, in cui le celebrazioni di Stonehenge sono state viste solo in streaming, sarà di nuovo possibile partecipare dal vivo, dalla sera del 20 giugno fino alla mattina del 21 giugno – la stessa data in cui tutte le restrizioni dovrebbero essere revocate in Inghilterra.

Ma cosa c’è da sapere per il solstizio d’estate?

Intanto iniziamo con il momento esatto in cui si verificherà il solstizio che sarà ovviamente il 21 giugno 2021 alle 5.31. Nell’emisfero boreale, il solstizio di giugno (noto anche come solstizio d’estate) si verifica quando il Sole “viaggia” lungo il suo percorso più settentrionale nel cielo. Questo segna l’inizio astronomico dell’estate, nella metà settentrionale del globo. Nell’emisfero australe, è l’opposto: il solstizio di giugno sancisce l’inizio dell’inverno, quando il Sole è nel suo punto più basso del cielo.

Il solstizio segna l’inizio astronomico dell’estate, nella metà settentrionale del globo

Per numerose civiltà del passato il solstizio d’estate rappresentava un momento magico, carico di significati spirituali. L’abbondante soleggiamento veniva interpretato come un dono celeste e un segno benevolo, da venerare e festeggiare. Non a caso gli antichi Greci e le popolazioni precolombiane celebravano questa ricorrenza con dei riti legati al culto solare, che riflettevano la convinzione che una nuova fase della vita fosse in procinto di partire. Per gli Inca la divinità Inti è il sole, sovrano della terra, figlio di Viracocha, il creatore, e padre della sua personificazione umana, l’imperatore. Attorno a Cusco, capitale dell’impero, sorgono i Mojones, torri usate come “mire” per stabilire i giorni degli equinozi e dei solstizi. Per i Maya il sole è il supremo regolatore delle attività umane, sulla base di un calendario nel quale confluiscono credenze religiose e osservazioni astronomiche per quell’epoca notevolmente precise.

Tra gli Indiani d’America il sole è simbolo della potenza e della provvidenza divine. Presso gli Aztechi è assimilato a un giovane guerriero che muore ogni sera e ogni mattina risorge, sconfiggendo la luna e le stelle: per nutrirlo il popolo azteco gli offriva in sacrificio vittime umane. Chiudiamo (giusto perché potremmo andare avanti per pagine e pagine) con i Romani che dedicavano entrambi i solstizi a Giano, una delle divinità più importanti del loro pantheon, ritenuto il custode degli inizi e di ogni forma di passaggio (ad esempio da un ciclo naturale a un altro). Ma tornando alla scienza ricordiamo che durante il 21 giugno, la Terra arriverà nel punto della sua orbita in cui il Polo Nord è alla sua inclinazione massima (circa 23,5 gradi) verso il Sole.

 

Il risultato? Nella parte settentrionale del nostro Pianeta Terra avremo il giorno più lungo e di conseguenza la notte più breve dell’anno solare (in termini di ore di luce solare).

La parola “solstizio” deriva dal latino solstizio— dal sol (Sole) e dallo stizio (fermo). A causa dell’asse inclinato terrestre, il Sole non si trova mai nelle stesse posizioni all’orizzonte ogni mattina e sera; la sua ascesa e le sue posizioni si muovono verso nord o verso sud nel cielo, mentre la Terra orbita intorno al Sole durante tutto l’anno. Il solstizio d’estate è molto significativo proprio perché quel giorno il Sole raggiunge il suo punto più settentrionale nel cielo e il suo percorso (per l’unica volta) non cambia per un breve periodo di tempo.

Il solstizio d’estate è l’unico giorno in cui il Sole non tramonta per le località poste sui circoli polari (66° 33′ 38″ N e S di latitudine), latitudine inferiore limite di visibilità del fenomeno.

Ovviamente come ogni fase ciclica, quando si arriva al suo massimo (come appunto il 21 giugno) si ritorna a ripercorrere la propria via, difatti dal 22 giugno il Sole sembra invertire la rotta e tornare indietro nella direzione opposta. Il movimento a cui si fa riferimento qui è il percorso apparente del Sole quando si vede la sua posizione nel cielo alla stessa ora ogni giorno, ad esempio, a mezzogiorno. Nel corso dell’anno, il suo percorso forma una sorta di figura appiattita ad otto, chiamata anatema (vedi fotografia).

La posizione del Sole

Sulla verticale di ogni punto tra le latitudini 23° 26′ 14,44” Nord (del tropico del Cancro) e Sud (tropico del Capricorno) il Sole raggiunge lo zenit due volte l’anno: ciò vuol dire che su ogni luogo tra i due tropici, due volte all’anno, il Sole è a perfettamente perpendicolare al mezzogiorno locale.
Nel caso particolare in cui il Sole sia allo zenit all’equatore si parla di equinozio (in quanto i raggi solari giungono perpendicolari all’asse terrestre e la durata del periodo di luce è uguale a quella notturna). I punti sui tropici sperimentano il sole al proprio zenit invece una sola volta l’anno, in corrispondenza dei solstizi (al tropico del Cancro per il solstizio di giugno, a quello del Capricorno per quello di dicembre).

Le latitudini comprese tra ciascun tropico e il relativo polo non hanno mai il Sole allo zenit.

Nell’emisfero boreale, al mezzogiorno locale del solstizio di giugno il Sole raggiunge l’altezza massima possibile sull’orizzonte per quella latitudine, mentre in quello di dicembre raggiunge l’altezza minima. Nell’emisfero australe invece, al mezzogiorno locale del solstizio di giugno il Sole raggiunge l’altezza minima possibile sull’orizzonte per quella latitudine, mentre in quello di dicembre raggiunge l’altezza massima.