Per 11 mesi Apple ha artificialmente alterato il ranking del suo App Store per promuovere le sue app native, a discapito della concorrenza. In particolare, Apple avrebbe manualmente alterato i risultati organici delle ricerche degli utenti, in modo da mostrare l’app ‘File’ molto prima di Dropbox, anche se gli utenti stavano esplicitamente cercando quest’ultima.
La rivelazione arriva da alcune email interne dell’azienda, ottenute e divulgate dagli avvocati di Epic Games.
Apple, spiega The Verge, usa 42 diverse variabili per scegliere quali app mostrare per prime quando l’utente introduce una query all’interno del motore di ricerca dell’App Store. Ma per la sua app File l’azienda ha scelto di ignorare le sue stesse regole, in modo da penalizzare il concorrente Dropbox.
L’email risale ad inizio 2019 e sappiamo che il ‘boost’ manuale al ranking dell’app File sarebbe durato per poco meno di un anno. Nonostante si tratti di una notizia che di certo non mette in buona luce Apple, lo scambio di email mostra chiaramente che non tutti i dirigenti dell’azienda erano d’accordo con questa scelta, tant’è che la decisione di sabotare Dropbox sarebbe stata revocata dopo l’interesse del manager Debankur Naskar.
«Chi ha autorizzato la scelta di mettere l’app File prima di Dropbox nei risultati della ricerca organica?», scriveva Naskar in una delle email divulgate al pubblico in questi giorni. «Non ne sapevo nulla e non penso che dovremmo farlo».
Nel frattempo, Apple si è affrettata a spiegare che l’app File all’epoca aveva un’integrazione con la più popolare app concorrente, motivo per cui nella meta descrizione dell’app era presente anche la keyword ‘Dropbox’. Sarebbe stato un errore tecnico – e non un preciso intento da parte dello staff – a posizionare File molto prima di Dropbox.