Il mercato delle sedie “da gaming” (che non significa niente) è davvero strano. Non so chi ha deciso che per giocare serva sedersi su un sedile da auto, ma mi pare solo una strana trovata di marketing che ha voluto caratterizzare quel segmento senza un vero motivo ergonomico. Herman Miller arriva di prepotenza semplicemente proponendo le sue sedie classiche, ma con nuove colorazioni… come dire, per il “gaming” l’unica cosa che dobbiamo cambiare sono i colori. E hanno ragione da vendere.
L’azienda americana è leggendaria: la sua sedia Aeron è esposta nella collezione permanente del MOMA di New York ed è un’icona di design ed ergonomia. Herman Miller è famosa per il design iconico delle sue sedie che non è solo fine a sé stesso, ma si coniuga perfettamente con rigorosi studi di ergonomia: il risultato sono sedie comodissime e al tempo stesso esteticamente incredibili. Il tutto, chiaramente, venduto a prezzi di fascia molto alta e, fino a qualche mese fa, solo attraverso i negozi e siti internet dei tantissimi rivenditori che distributori sparsi per il mondo.
Ora però cambia tutto: grazie alla nuova linea gaming di Herman Miller è possibile acquistare le sedie (e non solo) direttamente sul sito ufficiale dell’azienda.
L’esperienza di acquisto è davvero top (acquisto facile online, spedizione gratis, arriva già montata, garanzia di 12 anni!) e quando ti siedi la prima volta già capisci di essere su una seduta davvero di alta qualità. Per i materiali, per il design estetico, ma soprattutto per il design ergonomico.
La Sayl è il modello più economico di un catalogo in cui ci sono sedie che arrivano a costare anche 2000 euro.
La più famosa, la Aeron, sta sui 1500 euro. Questa Sayl, nella sua versione “da gaming” (che di nuovo ha solo i colori con cui è proposta) costa 684€. Mentre era in promozione, quando l’ho notata un mesetto fa, la vendevano a 550€ (e nelle colorazioni “normali”, attraverso i diversi rivenditori che hanno siti online proprietari, si trova attorno ai 500€)
Chiaramente non ha le stesse regolazioni e design della leggendaria Aeron, ma offre comunque tutto quello che serve: altezza della seduta, distanza della seduta dallo schienale, inclinazione massima dello schienale (tre regolazioni), durezza del dondolamento dello schienale… e poi i braccioli, che si muovono in tutte e tre dimensioni.
Il design estetico di Yves Béhar può piacere o meno, certo, (a me piace molto!) ma di sicuro non si può dire che non si fa notare: lo schienale in particolare non solo è comodissimo grazie al materiale in elastomero che si adatta alla schiena, ma è anche fresco, cosa molto gradita con il caldo che fa in questi giorni.
La seduta è altrettanto comoda, imbottita in schiuma rivestita in Medley, certificato per la resistenza all’abrasione, la resistenza delle cuciture e alla luce ultravioletta.
Tutta la sedia è costruita e concepita per durare: la garanzia di dodici anni è completa e copre qualsiasi componente: ruote, cilindri pneumatici, tilt e tutti i meccanismi mobili. Dovesse rompersi qualcosa, ve lo sostituiranno gratuitamente.
Sayl è stata progetta da Yves Béhar nel 2010 come una sedia da ufficio che potesse essere venduta ad un prezzo più abbordabile eliminando più elementi possibili, senza però pregiudicare la comodità e la robustezza. Una impresa non facile.
Behar ha applicato i principi del ponte sospeso alla sua sedia:
Utilizzare una torre di sospensione per sostenere uno schienale sospeso senza telaio significava che il materiale di sospensione elastomerico poteva essere allungato, in modo da fornire la massima tensione nei punti dove era necessario il supporto e la minima tensione in quelle zone che dovevano consentire la massima gamma di movimenti.
Il profilo dello schienale in elastomero sembra una vela e il nome “Sayl” deriva proprio da questo, come “sail” in inglese, ma con la “Y” al posto della i, per rendere omaggio all’innovativa struttura Y-Tower della seduta.
È chiaro che per poter offrire un prezzo più basso è stato necessario anche rinunciare ad un po’ di elementi che si trovano solitamente in queste sedie, in particolare non è presente il poggiatesta e, in questa versione di Sayl, è stato anche eliminato il supporto lombare regolabile. Devo però dire che non sento la mancanza del poggiatesta: per lavorare (e anche per giocare) semplicemente non serve. Chiaro, essendo una sedia reclinabile sarebbe stato bello averlo nei momenti di relax.
Il supporto lombare, presente nella versione di Sayl “da ufficio” di punta, sarebbe stato invece molto gradito, ma evidentemente si è optato per semplificare il più possibile questa versione da gaming, che perde ad esempio anche la possibilità di essere inclinata in avanti: rimangono le tre regolazioni di massima inclinazione all’indietro in ogni caso.
Un particolare che mi piace sono i braccioli, come dicevo regolabili su tutti gli assi. Non mi piace però che non è possibile bloccarli nella posizione preferita: si blocca l’altezza (che poi è la più importante) ma gli altri assi di rotazione e translazione rimangono sempre liberi di muoversi, l’attrito evita ovviamente che si muovano a caso, ma avrei preferito un tasto di blocco generale.
Come ho già detto adoro invece la seduta, davvero incredibilmente comoda, e soprattutto lo schienale: la stranissima costruzione in elastomero permette di averlo sia super fresco che molto comodo: in foto forse lo immaginate rigido, ma non lo è: si piega e adatta alla schiena molto bene:
Per elastomero s’intende un polimero allo stato gommoso nel quale sono presenti legami, deboli o forti, che ne rafforzano la struttura, esaltandone le prestazioni meccaniche.
via Wikipedia
Molto bello anche il sistema di reclinazione, che spesso in sedie meno prestigiose è semplicemente assente e invece in questa Herman Miller è particolarmente elaborato: non solo è possibile con una leva a sinistra impostare il limite massimo di inclinazione posteriore (su tre livelli) ma è anche possibile regolare con una manopola a destra quanto il dondolamento è “libero”, avvitando per indurirlo e svitando per ammorbidirlo, fino a trovare l’impostazione perfetta per dondolarsi comodamente.
Altro aspetto molto importante è la regolazione della distanza tra seduta e schienale, distanza fondamentale per adattare la sedia alla propria fisionomia e quindi sedersi in posizione corretta. Sulla Sayl c’è una leva sulla sinistra che se sbloccata libera il movimento della seduta su una rotaia e la allontana, o avvicina, allo schienale.
La sedia poi si regge su un classico sistema a cinque ruote, di base vengono fornite le classiche ruote da superficie dura: si muovono sempre liberamente e non hanno freni automatici come in certi altri modelli.
Sayl da quando è nata più di dieci anni fa è stata prodotta in decine di diverse varianti di colore, devo dire mai particolarmente azzeccate se non quelle monocromatiche. Il design particolare della sedia invece si sposa benissimo con la bicromia scelta per la nuova linea gaming: la base è sempre nera, mentre lo schienale iconico di Behar assume diversi colori molto accesi che offrono un bel contrasto e si sposano, potenzialmente, con l’estetica della propria postazione da gaming.
In un mercato, quello delle “sedie da gaming”, in cui dominano aziende che puntano tutto su una estetica “racing” e l’utilizzo di brand conosciuti in licenza, Herman Miller arriva di prepotenza ricordando a tutti cosa è davvero importante in una sedia: ergonomia, regolazioni accurate, materiali durevoli, garanzia assoluta e, come ciliegina, un design iconico e senza tempo.
Insomma, vale la pena spendere quasi 700 euro per una sedia? Beh, dipende: chiedetevi quanto tempo passereste su quella sedia. Ha senso investire una somma del genere per una sedia su cui state seduti buona parte della giornata e che vi durerà, perlomeno, dieci anni? Secondo me sicuramente sì.
- Herman Miller Sayl (hermanmiller.com)
- Guarda la mia video recensione (youtube.com)
- Ergonomicamente ottima
- Materiali durevoli e garanzia totale di 12 anni
- Design iconico e senza tempo
- Pur essendo la più economica della linea, costa comunque una sassata
- Ha qualche mancanza rispetto alla Sayl "da ufficio"