Non è insolito che videogiochi dal basso profilo si azzardino a violare qualche copyright. “Protetti” dal fatto di essere poco noti e poco potenti, spesso riescono a farla franca e a godere in minima parte del lavoro altrui. Roblox, ormai importantissimo massive multiplayer con un capitale da 52 miliardi di dollari, non può certo vantare un simile lusso e la National Music Publishers’ Association (NMPA) lo sta trascinando in tribunale con l’accusa di aver adoperato illegalmente dei brani musicali protetti da licenza.
L’associazione degli editori musicali chiede un risarcimento da 200 milioni di dollari, per appianare la situazione, ed è facile che lo scontro legislativo finisca con l’andare avanti per diversi mesi. Non sono certo spicci, d’altro canto, e riguardano personaggi come Ariana Grande, Imagine Dragons, deadmau5, Ed Sheeran e i Rolling Stones.
Considerando che il videogame offre la possibilità di creare mondi di gioco estremamente personalizzabili, il danno non risulta generato in autonomia dall’azienda sviluppatrice, la Roblox Corporation, quanto dagli utenti stessi, i quali caricano senza remore dei brani che sono fondamentalmente piratati.
[Roblox ha ottenuto] centinaia di milioni di dollari chiedendo agli utenti di pagare ogni qual volta che caricavano musica sulla piattaforma – approfittando del fatto che i giovani utenti non abbiano un’adeguata comprensione del copyright -, quindi non ha praticamente fatto nulla per prevenire che le violazioni venissero ripetute o che gli utenti fossero avvisati dei rischi che si stavano prendendo,
ha denunciato David Israelite, CEO e presidente del NMPA.
Per come vanno solitamente questo genere di cose, è facile pensare che Roblox finirà con l’introdurre un qualche genere di filtro in grado di intercettare i contenuti sotto licenza e che i danni passati saranno risolti attraverso un patteggiamento privato.
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