Il riposo è un vero toccasana quando si imparano a fare nuove attività. Gli scienziati hanno scoperto che quando si imparano attività nuove e si fanno delle pause mentre si fa pratica il nostro cervello riproduce rapidamente nuovi ricordi durante il riposo che consolidano la nostra memoria migliorando le nostre abilità nel farle. Una scoperta che con ulteriori indagini permetterebbe in futuro di ottimizzare le strategie di apprendimento e le terapie per le persone con lesioni cerebrali.
I ricercatori lo sanno da tempo che il sonno svolge un ruolo fondamentale nel consolidamento della memoria. Grazie al sonno infatti è possibile stabilizzare i ricordi quando si passa dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine.
Con il nuovo studio però è stato osservato come il riposo vigile può aiutare la memoria motoria, dove il consolidamento della memoria può essere significativamente più potente dello stesso processo che avviene nel sonno.
Grazie alla tecnica di imaging che mappa l’attività funzionale cerebrale, i ricercatori hanno potuto osservare più da vicino come funziona il consolidamento della memoria nel nostro cervello sottoponendo 30 volontari ad un esercizio come ad esempio digitare una serie di numeri il più velocemente possibile.
Intervallando le ripetizioni dell’esercizio con delle pause brevi e frequenti di riposo si innesca un processo che rafforza l’ippocampo e le associazioni neocorticali.
I dati hanno permesso di determinare questo processo che permette di consolidare le azioni apprese durante la pratica precedente e quindi migliorare le prestazioni successive.
Questa è la prima dimostrazione della riproduzione neurale vigile di un’abilità appena appresa suscitata dalla pratica negli esseri umani
ha affermato il neurologo Leonardo G. Cohen del National Institute of Neurological Disorders and Stroke (NINDS).
Ogni prova è stata seguita da un periodo di riposo di 10 secondi e ripetuta 36 volte, mentre veniva registrata tramite magnetoencefalografia (MEG).
Il team pensa che il nostro cervello durante la fase di riposo faccia una sorta di replay dell’attività appena registrata che permette alle reti cerebrali di elaborare e archiviare queste abilità: hanno scoperto che questo coinvolgeva l’ippocampo, la parte sensomotoria e la corteccia entorinale del cervello.
Quello che ancora è da stabilire è come il cervello può riprodurre il ricordo stesso è farlo diventare un’abilità.
Il forte coinvolgimento dell’attività ippocampale e medio-temporale nella riproduzione di una memoria motoria procedurale è stato sorprendente, dato che spesso si pensa che questo tipo di memoria non richieda contributi ippocampali
ha detto Buch.
Comprendere come il nostro cervello prende ciò che pratichiamo e lo trasforma in un’abilità potrebbe consentirci di ottimizzare le strategie di apprendimento e la definizione di terapie più efficaci per le persone con lesioni cerebrali.
Lo studio è stato pubblicato su Cell Reports.
- Memories Are Played Back at Super High-Speed When We’re Learning New Skills (sciencealert.com)
- Immagine Ermal Tahiri
- Consolidation of human skill linked to waking hippocampo-neocortical replay (cell.com)