Zack Snyder, come si suol dire, “cento ne pensa e mille ne fa”: è uno di quei registi capaci di lavorare a molti film in contemporanea, sia da regista che da sceneggiatore e produttore, senza neanche perdere il filo del discorso. Certo, lui come J.J. Abrams, Guillermo del Toro o James Wan, a volte, devono scontrarsi con la realtà dei fatti e abbandonare alcuni progetti, per quanto promettenti (almeno nella loro testa).
Snyder in particolare, però, negli ultimi tempi sembra aver scoperchiato il vaso di Pandora, dato che è riuscito a sdoganare il concetto della Director’s Cut in versione 2.0, non limitandosi a riproporre un cut di un film precedentemente accantonato, o magari, un lavoro di rimontaggio originale. È riuscito a “vendere” al suo pubblico un sostanziale recupero -e al contempo remake- di un film che aveva cominciato e non aveva potuto finire, con tanto di reshot di diverse scene.
Si è parlato (e fantasticato) così tanto della sua Director’s Cut da renderla quasi una chimera, infine realizzatasi anche grazie al grande sostegno che i fan hanno dato alla campagna #releasethesnydercut: questo ha contribuito a creare una sorta di mitologia dei progetti alternativi o incompiuti del regista, che oltretutto negli ultimi tempi è parso irrefrenabile nel parlarne, anche solo per stuzzicare i fan e fare buzz mediatico sui progetti effettivamente in ballo, come Dawn of the Dead.
Vediamo di fare il punto della situazione e scoprire quali sono i 10 film di Zack Snyder che probabilmente non vedremo mai.
L’alba dei morti viventi
Zack Snyder ha cominciato la sua carriera come regista di videoclip musicali e di spot pubblicitari (pochi lo sanno, ma il bizzarro spot del prosciutto Citterio del 1998 con Sylvester Stallone l’ha girato lui!) e il suo debutto cinematografico è stato il remake del classico “Zombi” di George Romero, da lui diretto nel 2004 da una sceneggiatura di James Gunn (sì, proprio quello di Guardiani della Galassia e l’imminente The Suicide Squad – Missione suicida). L’alba dei morti viventi (Dawn of the dead) all’epoca conquista il suo pubblico ma un sequel sembra fuori discussione… anche se un trattamento in merito il nostro ce l’ha bene in mente, con “un padre che cerca di salvare la figlia in una Las Vegas invasa dagli zombie” (vi ricorda qualcosa?). Nel 2007 si va vicini a lavorarci effettivamente su, ma il progetto va in development hell. Almeno fino a quando non viene ripescato, dando vita all’Army of the Dead ora disponibile su Netflix. E che, a sua volta, potrebbe generare un sequel: l’idea è già pronta nel cassetto, se Netflix fosse interessata.
300
Il successo arriva con 300, tratto dalla graphic novel di Frank Miller, girato praticamente shot-to-shot con aggiunte alla storia. Il film, effettivamente, genera un sequel, ben più libero nella sceneggiatura, ma non diretto da Snyder: 300 – L’alba di un impero. Recentemente, Snyder ha confessato che i progetti per un terzo film si stavano effettivamente concretizzando:
Avevo un accordo con Warner durante la pandemia, e dovevo scrivere quello che doveva essere il terzo capitolo di 300. Ma quando mi sono messo a scrivere è venuta fuori una storia diversa, un qualcosa dedicato ad Alessandro Magno e sulla sua relazione con Efestione. E non andava bene come terzo film. Il titolo era Blood and Ashes, vorrei realizzarlo ma la Warner Bros ha detto di no.
Watchmen
Arriviamo dunque a Watchmen, probabilmente il film più apprezzato in generale del cineasta americano. Nuovamente alle prese con un grande classico del fumetto d’autore, il risultato è molto apprezzabile, tuttavia realizzarne un seguito non sembra una grande idea, almeno fino al 2015, quando le acque cominciano a smuoversi ma i primi contatti in proposito tra Warner Bros. e Snyder si risolvono in un buco nell’acqua. Di lì a poco si comincerà a mettere in cantiere una serie tv che sarà un retelling dell’intera epopea, con parti originali, e che non avrà collegamenti diretti con il film ma può essere considerato “semplicemente” una nuova trasposizione rivista e ampliata.
Il regno di Ga’Hoole – La leggenda dei guardiani
Giusto un anno dopo, arriva nei cinema un nuovo film, di genere completamente diverso, sebbene sia sempre una trasposizione: Il regno di Ga’Hoole è un film d’animazione tratto da una saga fantasy per ragazzi, con protagonisti dei mitologici pennuti, che WB tentò di far decollare (è proprio il caso di dire) purtroppo con scarso successo. A livello tecnico la pellicola era molto interessante, ma la storia (condensata dai primi tre libri della lunga saga di Ga’Hoole) non fece presa sul pubblico e Snyder stesso sembrò accantonare dopo poco l’esperienza: è forse l’unico suo film per il quale non ha mai menzionato un’intenzione di tornare a lavorarci sopra.
Sucker Punch
Sono anni davvero densissimi per il regista, che nel 2011 porta nei cinema quello che è a tutti gli effetti quel che si può definire un film “visionario”: Sucker Punch. La triste storia-nella-storia di Babydoll, ingabbiata in una situazione senza via d’uscita e protagonista in contemporanea di un lucido delirio di fuga fantascientifico, è il tripudio dell’estetica e del senso visivo del suo regista, recando al contempo messaggi forti, che sbatte in faccia a uno spettatore sempre più sorpreso dalle assurdità che la ragazza e le sue “compagne di fuga” vivono, tra samurai alti tre metri, nazi-zombie e draghi. Un film che si ama o si odia, e di cui a quanto pare esiste una versione meno “commerciale” nell’approccio, che rende più esplicito il messaggio di fondo, ma che non è mai uscita dalle sale di montaggio di Warner Bros. e Legendary, e che Snyder vorrebbe proporre al suo pubblico.
Il DC Extended Universe di Zack Snyder
Si apre, a questo punto, la sua fase di promotore dell’universo DC Comics al cinema: un progetto che doveva essere organico e di successo, come quello della controparte Marvel. Nonostante il buon riscontro di alcuni film, altri sono andati decisamente sotto le aspettative e la coesione dell’universo narrativo è risultata decisamente scricchiolante, ma la cosa non è imputabile (solo) a Snyder, che comunque ha diretto tre dei film fondamentali del filone: L’Uomo d’Acciaio, Batman v Superman: Dawn of Justice e la versione preliminare di Justice League, passata poi in mano a Joss Whedon e poi rimaneggiata solo recentemente in forma di una Director’s Cut molto diversa dal film andato al cinema nel 2017, ma al contempo anche diverso dal film che doveva essere all’epoca.
Non è questa la sede per disquisire sul perché le cose non siano andate esattamente come sperato da Warner Bros. e da Snyder stesso, e l’aneddotica relativa al solo Justice League potrebbe riempire un intero tomo; quel che vogliamo puntualizzare è che, come più volte reso noto, Snyder aveva un piano ben delineato per proseguire la saga, se i risultati di botteghino fossero andati diversamente. Un piano che coinvolgeva i film stand-alone di personaggi come Flash e Cyborg, l’effettivo arrivo delle Lanterne Verdi e un ruolo più ampio di tanti personaggi femminili: avremmo avuto le Gotham City Siren (Harley Quinn + Catwoman + Poison Ivy), un sequel di Superman con Brainiac come villain, il famigerato flashback di Joker e Robin, il promesso scontro tra Batman e Deathstroke… e due altri film della Justice League dai toni molto drammatici, in cui avremmo visto anche Batgirl e un nuovo Batman: il figlio di Clark Kent e Lois Lane. I fan non si danno per vinti: dopo #releasethesnydercut ora il grido, per quanto disperato, è #restorethesnyderverse.
E “gli altri”?
Qui si chiude il cerchio con i progetti in qualche modo conclusi, in un modo o nell’altro. Ma il poliedrico Zack ha diversi assi nella manica e un po’ di conigli ancora da tirar fuori dal cilindro: negli ultimi tempi non ne ha fatto mistero.
Batman: Il ritorno del Cavaliere Oscuro
Al di là che, fuori contesto con l’universo DC a cui ha lavorato, avrebbe voluto realizzare una trasposizione cinematografica shot-to-shot de Batman: Il ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller, sono diverse le sue idee che hanno preso forma, ma non ancora sostanza.
Il famigerato film porno-religioso di Zack Snyder
Recentemente ha fatto molto sorridere una dichiarazione in cui Snyder ha affermato:
Ho sempre voluto fare un film religioso e un film porno, ma non ho mai avuto modo di girare nessuno dei due. Magari, se riuscissi a combinare insieme le due cose… o forse 300, in un certo qual modo, è un po’ quel tipo di film. O perlomeno una prova per cosa questo film potrebbe essere.
Zack Snyder’s American King Arthur
Ma, al di là degli scherzi, i progetti strani non mancano: che ne direste di un film su Re Artù? Potrebbe essere interessante. Ma attenzione al plot twist: lui lo vorrebbe ambientare… nel Far West.
Ho lavorato alla reinterpretazione delle leggende arturiane con un setting nell’America dell’Ovest. Magari prima o poi accadrà.
The Fountainhead
Un progetto su cui effettivamente Snyder stava lavorando poco prima di iniziare Army of the Dead, ma ha dovuto abbandonare per via del soggetto e della controversa autrice dello stesso, era The Fountainhead, tratto dal libro omonimo di Ayn Rand, promotrice della corrente dell’Oggettivismo. Si tratta di una corrente filosofica e intellettuale piuttosto complessa per la quale, secondo il cineasta stesso,
C’è bisogno di un Paese meno diviso, un governo più liberale, per fare questo film, così che le persone non reagiscano in una determinata maniera. Non so come faremo a fare quel film, almeno non per ora.
La spiegazione non è molto chiara (e se vi è capitato di ascoltare le sue interviste saprete già che Snyder ha un’esposizione delle sue teorie spesso un po’ convulsa e non semplice da seguire) ma quel che è certo è che Rand, nel corso dei decenni, è stata anche aspramente criticata per le sue visioni sulla società, e un film tratto da una sua opera può effettivamente essere divisivo nel contesto sociale e mediatico attuale.
Star Wars e Zack Snyder: un rapporto difficile
C’è stato anche un lungo periodo in cui Snyder ha sognato Star Wars.
Penso di averne già parlato un po’ in passato: sono un grande fan di Star Wars. Il motivo per cui ho iniziato a fare film quando avevo 11 anni è stato Star Wars. Ha avuto di sicuro una grandissima influenza su di me, e mi ha fatto appassionare a questo percorso mitico grazie anche alle visioni di Joseph Campbell sugli archetipi e lo storytelling. Star Wars significa questo per me. Ho ancora interesse in Star Wars. Non so se ho una storia scritta al momento, e non so come io possa inserirmi ancora nell’universo di Star Wars. È come se non sapessi più cos’è. Non so, forse si è allontanato da me, anche se lo amo ancora e ho spade laser ovunque in casa.
In realtà la storia ce l’ha, lo ha rivelato più volte in passato: voleva realizzare una sorta di remake de I Sette Samurai di Akira Kurosawa, un western con dei Jedi protagonisti. Un’idea in sé non così originale: Obi-Wan Kenobi, di suo, è ispirato a quell’epica, tanto che Lucas avrebbe originariamente voluto Toshiro Mifune per il ruolo. Così come I Sette Samurai ha visto diversi remake: I magnifici sette di John Sturges nel 1960 (che ha portato alla versione di Fuqua del 2016 e al bizzarro I magnifici sette nello spazio di Jimmy T. Murakami e Roger Corman) così come la versione sci-fi dello Studio Gonzo Samurai 7.
Ma il progetto originario è naufragato, nonostante l’amore per la saga, perché lo stile autoriale è comunque un problema per certi blockbuster:
Direi che è difficile quando si prende un regista che ha uno stile ben definito, e gli si richiede di realizzare qualcosa per cui non è adatto. Ad esempio i registi artigiani, ce ne sono di molto bravi. Io ho un preciso punto di vista che cerco di sviluppare. La lezione che ho imparato come film-maker è quella di creare un mondo in cui invito lo spettatore ad entrare. Invece, per progetti di un certo tipo succede come se qualcuno ti dicesse ‘lascia che metta questo ingranaggio nella tua ruota’. Perciò vorrei tanto fare un film di Star Wars, conosco molto di quel mondo, ma non credo riuscirei a sopravviverci.
Quel progetto, alla fine, esiste ancora, in un cassetto, ma
Non è andata. Ora ci sto ancora lavorando, ma lontano dall’universo di Star Wars, per i fatti miei… è ancora una storia di fantascienza. È la stessa storia. Ma lascerò che Star Wars sia Star Wars.
Un matrimonio incompiuto, e un’epopea stellare (ora libera da vincoli) ancora tutta da portare avanti, insomma.
Horse Latitudes
Ma quindi, qual è il prossimo, effettivo progetto in ballo per il regista americano? In teoria, Horse Latitudes, una storia on the road di due uomini che intraprendono un lungo viaggio ispirati unicamente da una fotografia. Ma anche questo dovrà attendere, a quanto pare:
Attualmente, stiamo aspettando ancora un po’, dato che la speranza è di girare il film in Sud America. Ma siccome il COVID da quelle parti è ancora piuttosto intenso, stiamo attendendo che la situazione rientri per poterlo fare
Ma non temete, uno come lui non sta mai con le mani in mano:
Ho un’altra cosa su cui sto lavorando al momento. Speriamo, staremo a vedere se andrà a compimento. Dato che è una roba un po’ pazza.
Cosa sarà mai? Impossibile indovinare, ma sappiamo già che il nostro non tarderà a parlarne, in un modo o nell’altro.
- Telling the Epic Legend of the Guardians (comingsoon.net)
- No Ga’Hoole sequel on the horizon (mumbrella.com.au)
- Zack Snyder’s Star Wars Project Is Now a Standalone, Original Movie (cbr.com)
- Zack Snyder’s Star Wars movie is now an original project (gamesradar.com)
- Zack Snyder Delays Start on His Next Film, Horse Latitudes (cbr.com)