“In gold we trust”, chiocciava sarcasticamente Mel Brooks in uno dei suoi lungometraggi nascondendo nella sua lettura della società statunitense – o almeno “di una parte” della società statunitense – alcuni elementi fin troppo vicini alla realtà. Ecco dunque che l’ex-presidente statunitense Donald Trump, intervistato da FOX Business, si scaglia contro il Bitcoin, considerandolo un’insidia aleatoria che minaccia la dominanza del dollaro sul mondo.

Il Bitcoin mi sembra semplicemente una truffa […] Non mi piace perché è semplicemente un’altra valuta che compete contro il dollaro. Di base, è una valuta che compete contro il dollaro. Io voglio che il dollaro sia la valuta del mondo, è quello che ho sempre sostenuto,

ha dichiarato l’uomo senza ambiguità, facendo leva sulle doti oratorie che lo hanno sempre contraddistinto.

Molti potrebbero pensare che ormai Trump sia un fossile putrescente che bercia inascoltato da un qualche eremo sperduto, eppure non è possibile evitare di prendere in considerazione i suoi molti legami politici, per non parlare del fatto che, in qualche modo, l’imprenditore sia ancora il volto del mondo Repubblicano.

Non è dunque improbabile che i suoi fedeli facciano il possibile per mettere in campo politiche di contrasto nei confronti del Bitcoin e delle altre criptovalute. Allo stesso tempo, chi di dovere dovrà scontrarsi, non senza difficoltà, contro il muro rappresentato dalle nuove priorità informatiche impostate dall’Amministrazione Biden.

Complici i recenti attacchi di cyberspionaggio, nonché le tragicomiche avventure all’interno del mondo dei ransomware, gli Stati Uniti si stanno dirigendo a testa bassa verso il contrastare i cybercrimini più eclatanti, tuttavia non si può non notare che anche i Democratici stiano tenendo d’occhio le valute digitali, soprattutto nell’ottica degli scambi e dei finanziamenti occulti.

 

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