Non una, ma ben due missioni. La NASA non aveva organizzato una missione su Venere ormai dal 1990, ma, quasi d’improvviso, si è risvegliato nel cuore dell’agenzia aereospaziale statunitense il desiderio di riscoprire l’inospitale pianeta, se non altro per capire come mai, pur non essendo troppo dissimile dalla Terra, sia evoluto in una direzione tanto ostile alla vita organica.
Sebbene la notizia sia giunta inattesa come un fulmine, bisogna prendere in considerazione che l’attuazione effettiva di un simile progetto sia tutt’altro che immediata. Ora come ora, la NASA sta puntando moltissimo su Marte e sulla Luna, l’impegno nei confronti di Venere non può dunque che finire con lo slittare a giorni più liberi, ovvero non prima del 2028 e del 2030.
La prima sonda, la Davinci+, sarà equipaggiata con uno spettrometro utile ad analizzare i raggi ultravioletti e il suo scopo sarà quello di analizzare l’atmosfera, nonché di determinare se il pianeta abbia mai ospitato un qualche oceano.
La seconda missione spedirà invece il Veritas, uno strumento che farà uso del Deep Space Atomic Clock-2 per gestire in autonomia alcune manovre di navigazione. A lui spetterà il compito di analizzare la geologia di Venere e di studiarne i vulcani, nella speranza di intercettare geyser da cui fuoriesca vapore acqueo.
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