Armi nucleari, fuga di dati USA a causa delle leggerezze dei soldati

Verrebbe subito da gridare allo spionaggio bellico, se la storia non fosse così ingenua da essere incredibile: dei soldati statunitensi hanno copiato su delle app di flashcard alcuni dati sensibili inerenti ai depositi di armi nucleari su suolo europeo, dando il via a una spaventosa fuga di dati.

Le flashcard, cartacee o digitali, sono delle “carte” a due facce che servono solitamente a riassumere i concetti e i contenuti di argomenti motivo di studio. La quintessenza del bigino, nonché uno stratagemma molto adoperato all’estero per accumulare conoscenza in chiave enciclopedica e mnemonica.

Le indagini su quanto è accaduto sono ancora ai primi passi, tuttavia sembrerebbe che i militari coinvolti, tutti responsabili per la custodia europea delle armi nucleari, avessero problemi a ricordarsi i protocolli di sicurezza e che pertanto abbiano cercato di semplificarsi la vita adoperando questi stratagemmi digitali.

A essere grave non è tanto il fatto che i guardiani in questione abbiano caricato i dati su server non protetti, quando il fatto che spesso si siano pure dimenticati di impostare i profili come privati, di fatto rendendo pubblicamente accessibili tutte quelle informazioni che avrebbero invece dovuto proteggere.

A scoprire il tutto sono stati i ricercatori di Bellingcat, i quali stavano esplorando sui normali motori di ricerca quei termini tecnici tipicamente adoperati dall’esercito degli Stati Uniti. Inutile dire che sono rimasti sorpresi nel poter leggere in maniera così didascalica dei contenuti protetti dalla massima riserbatezza.

I soldati in questione non hanno solamente palesato in quali strutture vengono conservate le armi nucleari USA, i dati che hanno riportato nei loro ripassi evidenziano infatti anche gli esatti magazzini che contengono le testate, nonché i codici, le password, il numero delle telecamere e i layout di sicurezza.

Bellingat ha avvisto quattro settimane fa le nazioni che ospitano i magazzini nucleari degli americani – Italia compresa -, ovvero ben prima della pubblicazione dell’intera vicenda. Una simile notifica è stata ricevuta anche dalla NATO, dallo European Command statunitense (EUCOM) e dal Dipartimento di Difesa USA (DoD).

 

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