Gli UFO – o, per essere più precisi, i UAP – sono sempre stati affiancati a prospettive pop decisamente pacchiane, se non ridicole o di mero intrattenimento. La situazione non è migliorata negli anni più recenti, soprattutto da che certe correnti interne al Pentagono hanno iniziato a soffiare sul fuoco pur di ridestare l’attenzione pubblica sull’argomento. Ravi Kopparapu, scienziato planetario presso al Goddard Space Flight Center della NASA, chiede un cambio di prospettiva e che gli UFO vengano studiati seriamente.

Gli UFO/UAP sono d’altronde dei semplici fenomeni non identificati, il pane quotidiano di un ricercatore desideroso di decifrare l’ignoto, tuttavia nell’immaginario comune questi fenomeni si sono ineluttabilmente legati agli alieni, i quali rappresentano di per loro una categoria a parte.

Kopparapu boccia l’approccio militarista che viene tradizionalmente riservato ai fenomeni aerei non identificati e, piuttosto, suggerisce che la ricerca dovrebbe essere strutturata in chiave accademica, come si è normalmente soliti fare, per esempio, nello studiare la superficie di Marte.

La ricerca [spaziale] è stata complessa, basata sulle prove e impegnativa, attirando gli scienziati di diverse discipline e di diverse parti del mondo. Lo stesso dovrebbe essere vero per l’esplorazione degli avvistamenti UAP. […]

Di fatto, comprendere gli UAP non è altro che un problema scientifico e dovremmo trattarlo come tale,

ha scritto l’uomo della NASA con un pezzo opinionistico scritto in difesa di un approccio autorevole agli UFO.

 

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